martedì, Luglio 1, 2025
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Il decalogo per far impazzire un grafico

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1 – Microsoft Office

Quando dovete inviare al vostro grafico un documento, assicuratevi che sia fatto con una qualsiasi delle applicazioni di Microsoft Office. Versione Windows, se possibile. Se dovete consegnare immagini, avrete più successo nel farli impazzire se, invece di semplicemente inviare un file JPG,incorporate l’immagine dentro ad un documento Microsoft Office, tipo Word o Powerpoint. Meglio ancora se dopo una serie di Copia e Incolla tra diversi documenti Office. Non dimenticate di abbassare la risoluzione delle vostre immagini a 72 dpi, di modo che vi debbano ricontattare per chiederne una versione in alta risoluzione. Non mancate di obiettare alla loro richiesta di un file più grande, con la frase “Ma a video lo vedo benissimo“.Quando gli manderete la versione “a più alta risoluzione”, assicuratevi che le dimensioni siano almeno al 50% di quelle effettivamente necessarie.

2 – E-mail

Se state usando l’e-mail, per inviare le immagini, scordate di allegarle almeno una volta ogni tanto, attendendo la risposta del grafico, prima di reinviarle. E se il grafico insiste perchè gli mandiate l’immagine alla massima risoluzione che avete, abbiate cura di prendere l’intera cartella di immagini RAW e, senza comprimerle con programmi perditempo tipo WinZIP o WinRAR, allegatele ad una mail. Al massimo su due, ma allegando sempre la stessa serie di immagini della prima e-mail.

3 – Font

Quando il grafico vi propone un font qualsiasi, come carattere principale, chiedete l’Helvetica. Se il grafico sceglie l’Helvetica, chiedete di usare l’Arial. Se sceglie l’Arial, chiedete il Comic Sans. Se sceglie il Comic Sans, è già a metà strada verso la pazzia, quindi il vostro lavoro è già ben avviato.

4 – Sfruttiamo gli spazi

I grafici tendono a lasciare spazi bianchi, inutilizzati, ovunque. Margini enormi, ampi spazi tra le lettere e tra le parole … Vi diranno che lo fanno per aumentare la leggibilità, e che così il tutto avrà un look professionale e pulito. Non credete a queste bugie. La vera ragione per cui lo fanno è per rendere il documento più grande, con più pagine, in modo che vi costi di più al momento di stamparlo. Perchè lo fanno? Perchè vi odiano, è chiaro. Assicuratevi quindi di richiedere espressamente di mettere margini minimi ed il testo molto piccolo. Suggerisco anche di chiedere l’uso di molti tipi di font diversi. Richiedete espressamente che si usino delle clipart a corredo del testo. Chiedete molte figure (se non sapete come inviargliele, riferitevi al punto #1). Cercheranno di protestare e difenderanno le loro scelte ma non preoccupatevi, alla fine il cliente ha sempre ragione e accontenteranno tutte le vostre richieste.

5 – Logo

Quando dovete inviare un logo al grafico, per un particolare progetto, assicuratevi di mandarne uno molto molto piccolo e possibilmente in GIF o in JPG (per come inviarlo fate riferimento ai punti #1 e #2). Adesso potreste pensare che sia abbastanza ma se veramente volete minacciare la sua stabilità mentale, fate del vostro meglio perinviare il logo applicato sopra uno sfondo che lo renda difficile da ritagliare. Sfondi bianchi o neri sono da evitare, in quanto rapidi da eliminare in Photoshop. Appena il grafico avrà finito di lavorare con quel logo in bitmap,ditegli che vi serve più grande. Il tocco di classe, utilizzato dai campioni in questo sport, è quello di consegnare al grafico un oggetto con già stampato il vostro logo, non il file. E possibilmente un oggetto in cui il logo sia il più piccolo possibile e riprodotto su superfici curve (penne o tazze) oppure con una finitura che renda difficile la semplice scansione (fazzoletti di carta, biglietti da visita su carta goffrata, mousepad, o addirittura da un fax di scarsa qualità che vi sarete inviato appositamente). Se avete bisogno di un logo creato appositamente per voi, buttate giù uno schizzo su un fazzoletto di carta. O, ancora meglio, fatelo fare al vostro nipote di 9 anni. Fare lo schizzo non deve prendervi più di 5 minuti: non dovete certo fare qualcosa di dettagliato o facile da capire perchè meno il grafico capisce cosa volete, più facilmente potrete chiedergli cambiamenti dopo che ci avrà lavorato su un bel po’. Non accettate mai il primo logo. Non accettate mai nemmeno il nono logo, se è per questo. Fategli fare quante più modifiche potete: colori, font e clipart. Chiedetegli di inserire una foto nel logo. Bordi in rilevo. Sfumature. Comic Sans. e quando sarà alla decima proposta, ditegli che la vostra preferita è la seconda che vi ha mostrato. Lo so, è dura, ma ricordate che i grafici sono la causa principale del cancro al seno nelle donne di mezza età.

6 – Scelta delle parole

Quando gli descriverete ciò che volete in un progetto, assicuratevi di usare termini che non significhino niente. Termini tipo “rendilo più frizzante” o “potresti farlo più sbrilluccicoso?“. “Vorrei un design più figo” o “Preferirei della bella grafica, una grafica che, sai, quando la guardi dici: Wow! Questa si che è bella!.” sono altre opzioni. Non sentitevi carogne, siete nel giusto. É un vostro preciso dovere, in quanto nelle notti di luna piena, i grafici, si trasmutano in lupi mannari. Quando dovete scrivere i testi da inserire nella brochure, nel catalogo o nel sito, iniziate con brio, davanti a lui, e prendetevi tutto il tempo che volete. Starvi a guardare, con le mani in mano, mentre potrebbe intanto lavorare ad altri progetti, è un bel colpo basso. A metà del testo arenatevi, fingete di non sapere come proseguire e dopo vari tentativi, durante i quali dovete ignorare assolutamente qualunque suggerimento, anche buono, possa darvi il grafico stesso, concludete con un “Dai, questi testi li puoi completare anche tu, poi magari, li modifichiamo“.

7 – Scelta delle immagini

Durante la fase di scelta delle immagini da usare nel design che il grafico vi sta preparando, siate quanto più generici possibile. Chiedete delle “belle foto, che attirino il cliente” oppure “delle illustrazioni a tema“. Se il grafico vi propone di acquistare delle foto da siti professionali, oppure di assumere un fotografo professionista per eseguire degli scatti ad hoc, storcete il naso, sta cercando di spillarvi più soldi. Resistete e chiedete che si scarichi le foto da Internet. Anche vostro nipote sa che su internet si trovano tutte le foto che servono, senza dover pagare un euro. Se verrà da voi con una cartella di immagini tra cui scegliere, fate in modo che il set di foto che sceglierete siano il più possibile diverse tra loro, come stile, come colori, come significato. Oppure, se il grafico è così stolto da sottoporvi una miriade di immagini tra cui scegliere, sceglietele il più possibile simili tra loro: stessa inquadratura, stessa angolazione, stesso soggetto. Il tocco di classe dei campioni sta nello scegliere varie foto, ma di richiederne il ritocco per adattarli meglio al vostro gusto personale: “Bella questa foto di questa modella, ma la vorrei bionda anzichè mora“, oppure “Voglio la foto di questo tipo qui, proprio in questo modo, ma invece della cravatta a righe, al vorrei a pois“. Il colpo di grazia sta nell’aggiungere “… tanto è facile, lo fai col computer…“. Dopo questo bagno di sangue, dopo aver scelto le immagini, con il grafico sudato e stremato davanti a voi, ma con un mezzo sorriso perchè vi ha strappato una decisione, chiedete pacificamente: “Ma se usassimo delle clipart?“.

8 – Colori

Il miglior modo per scegliere voi i colori (perchè assolutamente non dovete lasciar scegliere i colori ai grafici) è quelli di scrivere i nomi di vari colori su piccoli pezzi di carta, metterli in un cappello ed estrarli a sorte. I grafici vi suggeriranno di mantenervi su 2 o 3 colori principali, ma no, sceglietene pure quanti ne volete, ed assicuratevi, invece, di fare l’estrazione dei colori dal cappello, di fronte al grafico. Mentre lo fate, cantate una canzoncina odiosa

9 – Scadenze

Quando è il momento di approvare il progetto, prendete il vostro tempo. Non c’è fretta. Prendetevi due giorni. Prendetevene sei. Giusto il necessario perchè la scadenza del progetto si avvicini, e quando siete pronti e ormai mancano poche ore alla scadenza, passate al grafico tutte le correzioni e cambiamenti che il grafico ha il tempo di fare. Assicuratevi che debba lavorare anche di notte, pur di consegnare in tempo. Dopotutto i grafici sono i veri responsabili degli attacchi dell’11 settembre. Se riuscite, e solo i campioni riescono, fate loro notare che i testi che alla fine hanno scritto loro per voi (vedi punto #6) sono del tutto inadatti.

10 – Finitelo

Dopo che avrà subito la lista punto per punto, è umanamente possibile (anche se c’è chi discute sul fatto che siano umani oppure no) che la vostra vittima si senta un pelo insicura. Come realizzerà che non può riuscire a soddisfare i vostri bisogni, il grafico probabilmente abbandonerà ogni speranza di spuntarla su un qualunque argomento e farà semplicemente tutto quello che gli chiederete di fare, senza domande. Lo volete fucsia? Che fucsia sia. Sei tipi di font diversi? Sicuro! A questo punto penserete di aver vinto, ma non perdete di vista l’obbiettivo di tutto questo: deve ritirarsi dal business. Quindi, pronti per il colpo finale: Quando siete li a prendere la decisione finale sui colori, le forme, i font, ecc, ditegli che siete deluso dalla sua mancanza di iniziativa. Ditegli che, dopotutto, è lui il grafico e che è lui che doveva metterci la sua esperienza e talento, non certo voi. Che vi eravate aspettati maggiori consigli e proposte sul design, da parte sua. Ditegli di averne abbastanza della sua mancanza di creatività e che quel poco di suo che ci ha messo, voi lo potete rifare con Publisher da soli, e che non intendete pagargli quel poco che ha fatto finora. A questo punto è fatta. Dovreste avere il grafico tutto bello impacchettato nella sua bella camicia di forza!

Bisogna avere le idee chiare // Martin Benes

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Ciao amici di Soft Chat Interview!

Oggi intervistiamo niente popo di meno che MARTIN BENES!

Ideatore e fondatore del CreativeProShow, uno dei più grandi eventi creativi in Europa. Digital artist esperto in fotografia e Cgi. Ha un’esperienza di oltre 15.000 ore di post produzione con Photoshop sulle spalle. Si occupa di training professionale e coaching su Photoshop e altri programmi della Creative Suite oltre a temi specifici che spaziano dal compositing al High End Retouching. Fa parte degli esperti del colore X-Rite, Coloratti. Rappresenta in Italia Behance nelle vesti di Behance Ambassador.

 

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Ciao Martin, benvenuto nella community di Roba da grafici!

Sai, forse è l’introduzione più lunga che abbia mai scritto! 35 anni di età e un’esperienza “chilometrica” alle spalle. Ma in realtà chi è Martin Benes, cosa fa durante la giornata? 

Sono uno che crede nei sogni e cerca di realizzarli. Mi sveglio e non carburo senza il mio cappuccino, è la mia pausa calma di concentrazione. La mia giornata, oltre alla mia famiglia, è dedicata alla creatività. Dal CreativeProShow al mio lavoro di post producer al training professionale. Una buona parte della giornata la passo a rispondere alle mail o ai messaggi che mi mandano le persone che mi chiedono informazioni su come fare determinate cose con Photoshop.

In questo istante stiamo preparando la prossima edizione del CreativeProShow e quindi parlo molto spesso coi relatori dell’evento, se pensi che stiamo già preparando l’edizione del 2014 ti puoi fare un’idea della mole di lavoro che c’è dietro ad ogni singola edizione. Viaggio molto e ormai le cabine degli aerei stanno diventando il mio secondo studio ma per fortuna ora, sto sulla terra ferma. 😉 e tra poco porto fuori Thomas, il nostro labrador di 10 mesi 😉

 

A 16 anni i primi passi con Photoshop e il disegno. Cosa ti piaceva disegnare?

In realtà disegno da quando sono piccolo. Sognavo di diventare un illustratore della Walt Disney, cosa che ovviamente non si è avverata, forse non l’ho voluta abbastanza. In genere ho sempre adorato disegnare case, interni ed elementi architettonici, motivo per cui scelsi la facoltà di disegno industriale. Quello che vorrei saper disegnare sono i personaggi di fantasia tipici dei video game alla Assassin’s Creed ma forse mi servirebbe un altra vita per avere il tempo di farlo…oppure l’amico Claudio Lodi un giorno mi insegnerà una strada veloce per farlo. 😉

 

Come ti è venuta in mente l’idea del CreativeProShow?

L’idea nasce tantissimi anni fa. Durante il mio percorso professionale ho avuto la fortuna di poter lavorare con persone straordinarie che mi hanno insegnato molto. Sono convinto che l’opportunità di poter fare le giuste domande alle giuste persone sia una cosa senza prezzo e che ti possa lanciare in avanti nella tua professione come un razzo. Apprendere da chi si trova sulla cresta dell’onda nel mercato della fotografia e del digital imaging è un’opportunità unica e così, un giorno, quando ho deciso di cambiare la mia vita e dedicarmi alle mie idee, ho fondato il CreativeProShow che, in qualche modo, è esattamente quello che avrei voluto poter seguire io, quando ero agli inizi della mia carriera…e che voglio seguire ancora adesso, per migliorare le mie tecniche e il mio modo di affrontare i progetti creativi.

 

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Qual è la cosa più straordinaria del CreativeProShow?

La condivisione. Permettimi di citare l’amico Alessandro Rabboni: “Un vero scrigno dal quale attingere e assimilare l’esperienza dei migliori professionisti del settore.” Il CreativeProShow ti permette di confrontarti con chi sta realmente al top del mercato. Puoi condividere o meno le sue idee ma il dato di fatto è che ti stai confrontando con il top e quello che ottieni sono fatti concreti. Hai la possibilità di chiedere quello che vuoiin un ambiente amichevole e informale, Il Cps è una famiglia. 

 

Cosa fa un Behance Ambassador?

Ogni paese al mondo ha un rappresentate di Behance. Il nostro compito è quello di divulgare la creatività, la passione per questo settore. Aiutare le persone a trovare la loro strada e organizzare eventi periodici in cui i creativi si possono incontrare e scambiare opinioni. Non a caso Behance è partner del CreativeProShow, abbiamo la stessa filosofia e questa cosa è davvero speciale. Nel pratico poi, le persone mi contattano per sapere come avere maggiore visibilità su Behance o su come presentare il proprio portfolio al meglio.

 

Com’è nata invece la collaborazione con Fotolia?

La collaborazione con Fotolia nasce grazie al CreativeProShow. Fotolia è il leader nel microstock e a differenza di molte altre aziende nel settore si impegna attivamente per divulgare la creatività. Un esempio ne è la Ten Collection o la loro disponibilità nel partecipare al CreativeProShow e spiegare come ottenere il massimo dal microstock. Fotolia è una realtà fresca e genuina che ci tiene alla qualità, cosi come anche io e il CreativeProShow.

 

Fai anche parte degli esperti del colore X-Rite, Coloratti. Ma dimmi… dimmi che eri un piccolo ragazzino di periferia che ha studiato, si è impegnato e piano piano con le proprie forze è arrivato a ottenere i risultati sperati, superandoli, superando se stesso. Se è così urlalo a gran voce e innaffia i nostri lettori di speranza. Dicci che c’è una vita dopo l’impegno!

Si, ho sempre abitato in periferia, su questo non ci piove. Facevo il cameriere mentre la notte buttavo sangue su Photoshop senza stop. Negli anni in cui ho iniziato, su internet non c’èra niente e non esistevano corsi come oggi, tanto meno tutorial. Le opportunità te le dovevi creare da solo. Oggi puoi cercare qualsiasi cosa su Google e puoi apprendere di tutto. Anche come promuoverti!

Quando ho iniziato io, dovevi inventarti tutto e se volevi apprendere qualcosa, non ti restava altro che provare a farlo, rifarlo, sbagliare e rifarlo ancora. Oggi si cercano delle scorciatoie ma la dura verità è che le tecniche sono sempre le stesse, quello che conta è la dedizione e la passione e l’approccio al progetto creativo. Ricordo che qualche volta lavoravo quasi 48 ore senza stop. Non dico che è corretto ma che per me, era l’unico modo, oggi per fortuna grazie alle risorse online, come anche il tuo blog, è tutto diverso e piu semplice.

Bisogna avere le idee chiare e forse questo è il vero segreto di quello che sono oggi. Quando sai quello che vuoi e ti ci dedichi con tanta passione, le opportunità arrivano e si deve essere pronti a coglierle.

 

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Googlando Googlando ho trovato anche un libro! “Bangkok trough my eyes”, un reportage dove racconti una Bangkok diversa da quella che siamo abituati a vedere. Bellissime foto! Perché (l’abbiamo detto nell’introduzione) sei anche esperto in fotografia. Si vede! 15000 ore di post produzione sono 625 giorni interi davanti al computer. Quasi 90 settimane, quasi 21 mesi davanti ad uno schermo: ma per chi hai post-prodotto tutto questo materiale?

 

 

Per lo più sono anni spesi nelle agenzie lavorando con Photoshop e da circa 7 anni a questa parte, di training e formazione, quindi non solo post produzione continua ma tanta pratica, quello si. Nei primi anni della mia carriera lavoravo molto su progetti multimediali (era il boom del web e delle dot com ricordi?) quindi la flessibilità in questo settore era tutto. Sono contento ti piacciano le mie foto, specie quelle in quel libro. Me le hanno massacrate in molti. La cosa importante per me è che esprimono la mia visione.

 

Quali sono i marchi più importanti per cui hai lavorato?

Ho avuto l’opportunità di lavorare su progetti per clienti come: Tim, Samsung, Q8, Renault Sport, Rai, Enel, Play Station, Jaguar, Maserati, Wind, Costa Crociere e Fox.  

 

Potremmo immaginarti come un essere umano con 6 braccia (tipo Shiva, Khali Ganesh o Vishnu) abbastanza grasso, sempre con un panino in mano: in realtà sei un ragazzo niente male (non me ne voglia tua moglie) che viaggia di continuo e fa quello che ama fare nella vita. Ma non ti pare di essere un po’ troppo fortunato? Scherzo. La domanda è: quali sono i posti che visiti più spesso per lavoro?

Ahaha, ti ringrazio per le belle parole. In realtà se ripenso al mio percorso, è stato tutto molto difficile, ho dovuto sudare duramente ogni singola vittoria e più di una volta ho affrontato sfide piuttosto complesse. Sono fortunato ad avere persone speciali intorno che hanno sempre creduto in me nei momenti decisivi e mi hanno dato il coraggio di fare certe scelte, in particolare mia moglie che è stata sempre li a darmi supporto. Ho sempre seguito il mio istinto e questa cosa nel tempo, ha portato dei buoni risultati. Se si parla di fortuna non sono io la persona da indicare, anche se, oggi potrebbe sembrare cosi. Pensa solo al fatto che soffro di balbuzie e oggi parlo in pubblico. Lascio a te immaginare le difficoltà che ho dovuto affrontare in questo singolo esempio. Quindi se io posso parlare davanti una platea piena di persone, tutti possono raggiungere i loro sogni. Una volta una persona mi disse:”non è importante come lo dici, è importante cosa dici”. Questa frase ha cambiato in parte la mia vita, è stata la mia stella guida in momenti molto difficili.
Come ho detto prima, il segreto sta nell’avere le idee davvero chiare e avere il coraggio di rischiare: è l’unico modo per poterti prendere ciò che desideri. Se i tuoi sogni non ti fanno paura abbastanza, forse non sono abbastanza grandi. Dream Big e mai arrendersi. Ogni caduta è un passo in più verso i nostri obiettivi.

 

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Autore: Martin Benes

 

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Tutorial su Photocult curato da Martin

 

C’è un lavoro in particolare di cui ti entusiasmano ancora oggi i risultati?

Si, ogni cosa che riesco a finire. Vedere il prima e il dopo mi fa sorridere sempre come un bimbo davanti al suo giocattolo più bello. Nella formazione invece adoro vedere i miei allievi toccare risultati straordinari, come il mio ex allievo e ormai amico, Fabrizio Calicchia, che recentemente ho visto sulla rivista Advanced Photoshop e mi sono quasi commosso. Visitate il suo portfolio su Behance, è un grande.

 

Quanto è importante in tutto questo conoscere bene diverse lingue straniere?

Credo che la cosa più importante di questo aspetto sia il fatto di avere una certa apertura mentale. Conoscere diverse culture è senza dubbio un vantaggio per relazionarsi con le altre persone.

 

Adesso mi trasformo in una ragazza che ha deciso di andare all’estero per lavorare di più. Dove mi consiglieresti di andare?

Ti consiglio di fermarti e capire bene cosa vuoi. Avere le idee chiare (sono ripetitivo?). Dipende tutto da cosa vuoi fare. Assumendo che tu voglia fare grafica (toccherebbe capire che genere) credo che oggi ci siano molte opportunità nel nord europa o, dove sto lavorando recentemente io, in Sud Africa. Di base però ti direi di crearti un forte portfolio, ma uno davvero super mega galattico e stai sicura che puoi lavorare anche da casa come freelance.

 

Quando, secondo te, si può dire di saper usare Photoshop e Illustrator a livello avanzato?

Secondo me si sa usare Photoshop o Illustrator a livello avanzato quando comprendi realmente che il segreto si trova nei dettagli, nell’utilizzo corretto degli strumenti base e nell’approccio “mentale” al progetto che stai eseguendo. Il software deve essere solo un mezzo di espressione. Chi insegue le tecniche magiche, ahimè, ne ha di strada da fare verso le porte della verità….e del divertimento.

 

Domanda tipica delle mie interviste: cosa consigli a chi si avvicina al graphic o al web design? E a chi ha problemi a reperire clienti?

Due domande molto interessanti. Posso consigliare, in base alla mia esperienza, a chi si avvicina a questo settore di avere le idee chiare (l’ho già detto?). Graphic Design non è web design cosi come la post produzione non è illustrazione. Certo, ci sono dei punti di incontro ed è bello che sia cosi ma è importante avere una meta da raggiungere, altrimenti, per colpa delle milioni di informazioni che troviamo oggi in rete, si rischia di perdere la direzione e sprecare tempo prezioso. Consiglio a tutti di capire e comprendere al più presto quali sono gli standard richiesti dal settore in cui si vuole operare e alzare sempre al massimo le proprie pretese verso se stessi. Quello che oggi vi sembra spettacolare, domani vi sembrerà mediocre. Non importa quante ore passate su un progetto, quello che importa è di dare sempre il massimo e se dovete rifare tutto, rifatelo. Createvi un portfolio valido di almeno 6 pezzi e fatevi conoscere. Per chi fa web design consiglio di diventare anche programmatori 😀
Per il problema dei clienti, beh, domanda da un milione di euro. Oggi non conta solo la bravura esecutiva ma anche le capacità di auto promozione. Ricordate che le relazioni pubbliche sono importanti quanto la qualità di quel che fate. Potete essere i più bravi al mondo ma se nessuno vi conosce, vi date le pacche sulle spalle da soli. Mi spiace di non poter dare una risposta più diretta, non ci sono segreti o formule magiche.

 

Un saluto agli amici di RDG!

Grazie per avermi ospitato nella famiglia RDG. Spero che le mie esperienze possano essere utili a qualcuno per far diventare i propri sogni realtà e ricordate che se volete mettervi in contatto con me, potete farlo su Facebook senza problemi. 

 

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Volete saperne di più su Martin? Ecco dei link per voi!

 

Profilo Behance di Martin Benes: http://www.behance.net/MartinBenes

Creative Pro Show: www.creativeproshow.com

Gruppo Creative Pro Show: https://www.facebook.com/CreativeProShow    

 

 

Di seguito una galleria di immagini: buona visione!

 

Giramento di palle!

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Quando si dice “far girare le palle”. Ecco, qua ci sta tutta. Per dare a Cesare quel che è di Cesare bisogna riconoscere la parte tecnica.

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La resa dei video non è malaccio. Non sempre almeno… Ma per il resto ragazzi… il vostro B.G. è stato tentato di cavarsi gli occhi con le palette del ventilatore usb del computer. Poi ha desistito. Ci riproverà casomai ad Allouin. Veniamo a noi: “vi do il benvenuto nella MIIIAAAA dimensione”. Ovvero: “graphic designer”, lo stai facendo sbagliato! Utilizzare il Times New Roman e (l’ennesima) clipart come icona mail è quasi da fustigazione in pubblica piazza.

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Per il resto sono una serie di perle assolutamente da non perdere! Munito di abbondante pasticca contro il mal di mare navigo e ri-navigo il sito cercando quale consigliarvi prima. Poi, illuminato come san Paolo sul tappeto di damasco della via del… sul damasco della via di… insomma mi avete capito, ho trovato! La prima chicca che vi consiglio è la sezione “3D”. Ovvero, come NON FARLO.

Irresistibile il duello a spade con una specie di coso in armatura. Sempre per dare a Cesare il tappeto di Damasco della via della seta alcune cose non sono mal… auhauhauhauhauhauha… non vi ho convinti vero? Va bene, BastardoGrafico fino in fondo… Nun je la fa, ragazzi nun je la fa…

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La palla che arriva all’inizio tutto sembra fuorché 3D, gli effetti sono riappiccicati in Flash, forse qualcosa è realizzato in 3D, ma i nostri occhi hanno sofferto abbastanza. E come disse Confucio: “tiramm annanz”. Ma voglia parlare della sezione “animazione” e del “simpatico personaggio” ovvero la “perla numero due” ovvero: ANIMAZIONE, LO STAI FACENDO SBAGLIATO… (ho messo troppi “ovvero”? Erano in saldo, ovvero in offerta. E nun ce rompete…). Alla fine del video troviamo una specie di pulsante, cliccando il quale appare un’improbabile televisore dove inizia quella che dovrebbe essere una serie di animazioni simpatiche, forse su un monitor 800×600, ma su un monitor più recente diventa un guazzabuglio inguardabile. E poi: ma non si poteva far apparire direttamente la tv? Era sicuramente più simpatico e d’effetto. Vabbè… Accedo in “effetti speciali”, vabbè, ennesimo video lungo… vado a fare pipì, bicchiere d’acqua, un salto alle poste, aperitivo, due chiacchiere col fornaio, torno e video ancora in corso… conclusione?

MINORITY REPORT: LO STAI FACENDO SBAGLIATO! Interessato come a una puntata di Università Nettuno sulla teoria dei quanti continuo visitando in ordine sparso le altre sezioni. “Grafica” è un must, dove, tra loghi e grattacieli che spuntano dal nulla si va avanti con lo sproloq… uff… basta… è che per scrivervi queste poche righe sono costretto a vedermi e rivedermi il sito e ora sto cercando di scrivere a memoria perché nun je la faccio più a far soffrire i miei poveri occhietti bastardi… e poi devo dare le crocchette al troll.

Alla prossima, bastardi.

Ps: per il gioco delle somiglianze, quale puntata di quale giallo cartone animato vi viene in mente guardando “l’ambiente treddì”? Primo premio: UNA CIPPA!!!!

 

 

Adobe: attacco hacker!

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Adobe l’ha confermato:  i dati e le informazioni delle carte di credito di 2,9 milioni di suoi clienti potrebbero essere stati rubati.

Un attacco hacker senza precedenti per Adobe. Oltre ai dettagli dei suoi utenti, i pirati sarebbero anche preso possesso dei codici segreti dei suoi programmi e delle date di scadenza delle licenze.

Adobe rende nota la notizia attraverso un post sul blog ufficiale  .

La violazione, sempre secondo il gruppo californiano è avvenuta a metà agosto e le indagini interne sul caso sono iniziate il 17 settembre scorso. Per correre ai ripari Adobe ha azzerato tutte le password dei clienti coinvolti, ha avvisato le banche affinché monitorassero le transazioni con carte di credito ed è al lavoro con la polizia federale per cercare di capire in che modo gli hacker abbiano creato una breccia nel sistema.

Il responsabile della sicurezza della società, Brad Arkin ha rassicurato i clienti, precisando che, nelle ultime due settimane dopo la scoperta dell’attacco informatico, non è stato rilevato alcun nuovo rischio per gli utenti. Adobe, ha inoltre fatto sapere che i clienti interessati saranno informati e cambiate le loro password.  Anche il furto del codice sorgente dei prodotti Adobe sarà esaminato.

 

Questo è il messaggio che Adobe ha inviato ai propri utenti

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Si rimane in attesa. Bisogna capire come Adobe, dopo questo duro colpo, deciderà di “rimborsare” i propri utenti per i furti subiti. La Creative Cloud ha permesso a più persone di utilizzare il pacchetto Adobe senza ricorrere alla pirateria ma evidentemente la rete è ancora fragile e difendersi dai furti d’identità resta ancora un dilemma.

 

 

caro capo ecco come mi licenzio ai tempi di internet!

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17 ore di lavoro al giorno e un capo che continua a chiedere quante visualizzazioni ha fatto l’ultimo video pubblicato piuttosto che preoccuparsi dei contenuti. Cosi, Marina Shifrin, dopo qualsiasi privazione di una vita sociale e privata, ha deciso di licenziarsi in grande stile stile, pubblicando un video diventato virale in pochissime ore e che rimbalza tra i social e le testate giornalistiche di tutto il mondo. Marina Shifrin magari non avrà portate tutte le visualizzazioni volute al capo ma di sicuro e diventato uno dei video virali più clikkati del web. Chissà se gli avranno dato una buona uscita…..

Dove c’è Barilla c’è bufera // Raccolta delle proteste sul web

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In qualche modo la Barilla è riuscita a far parlare di se.

“NO A FAMIGLIE GAY NEGLI SPOT”

Ieri durante il programma di Radio24 “La zanzara”, Guido Barilla ha dichiarato:

 

“Non faremo pubblicità con omosessuali, perché a noi piace la famiglia tradizionale. Se i gay non sono d’accordo, possono sempre mangiare la pasta di un’altra marca”.

 

Addirittura anche Oliviero Toscani ha dichiarato che non mangerà più pasta Barilla. 

 

 

Molti sono i punti di vista. Questa dichiarazione ha tagliato a metà l’opinione pubblica e ha sollevato un vero e proprio polverone: se ne parla su Twitter, su Facebook… è nato addirittura l’hashtag #boicottabarilla , #barillaomofoba e via dicendo.

Proprio in questi luoghi ho raccolto le immagini di protesta degli utenti, un po’ per la cronaca, un po’ per riflettere, un po’ per riderci su.

Il Sign. Barilla ha ben chiare le sue idee e nel bene e nel male è libero di difendere i proprio posizionamento e di scegliere il proprio target. Se perderà dei clienti pagherà per questo. Io intanto mi mangio un bel piatto di farfalle DE CECCO! 😉

 

Ecco a voi la mia raccolta!

 

 

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Pubblicità razziste, sessiste, pericolose.

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Bambini neri definiti “sporchi”, donne sculacciate, bimbi con rasoi in mano o intrappolati felicemente nel cellophane: sono solo alcuni esempi di una serie di pubblicità razziste, sessiste e spesso pericolose. Invogliano a fumare, a bere birra durante l’allattamento o prima di mettersi in viaggio con l’auto. Siamo oramai nel 2013 e guardare queste immagini ci fa ridere e pensare a quante cose siano cambiate, a quanto la pubblicità sia lo specchio di tempi storici passati, del mercato, dei desideri, della società.

Non vi resta che dare un’occhiata a questa spettacolare raccolta di pubblicità “assurde” che ho trovato prima su Il Post  poi alla fonte, su Owni.eu.

 

Buona visione!

 

Comincia presto a raderti!
Comincia presto a raderti!
Pantaloni Mr. Leggs È bello avere una donna in casa.
Pantaloni Mr. Leggs È bello avere una donna in casa.

 

 

 

Lucidalabbra per bambine -  Perché l’innocenza è più sensuale di quanto pensi.
Lucidalabbra per bambine 
Perché l’innocenza è più sensuale di quanto pensi.
La birra è nutriente! Questa la beve, quella non la beve
La birra è nutriente!
Questa la beve, quella non la beve

 

Sigarette Camel Secondo un recente sondaggio nazionale I medici fumano più Camels che altri tipi di sigarette!
Sigarette Camel
Secondo un recente sondaggio nazionale
i medici fumano più Camels che altri tipi di sigarette!

 

Sigarette Camel I medici preferiscono le Camel a ogni altra marca di sigarette!
Sigarette Camel
I medici preferiscono le Camel a ogni altra marca di sigarette!

 

Cellophane Le cose buone diventano buone il doppio nel Cellophane
Cellophane
Le cose buone diventano buone il doppio nel Cellophane

 

Cereali Kellogg’s con vitamine “Qundi più la moglie lavora duramente, più appare carina!”
Cereali Kellogg’s con vitamine
“Qundi più la moglie lavora duramente, più appare carina!”

 

Robot da cucina Kenwood Chef fa tutto tranne cucinare… per quello ci sono le mogli!
Robot da cucina Kenwood
Chef fa tutto tranne cucinare… per quello ci sono le mogli!

 

Detersivo Useremo Chlorinol e saremo come i negri bianchi (appellativo denigratorio che indica gli irlandesi)
Detersivo
Useremo Chlorinol e saremo come i negri bianchi (appellativo denigratorio che indica gli irlandesi)

 

daisy
Fucili Daisy
Dai sette ai diciassette anni…
Daisy renderà il tuo un Natale da ricordare!

 

coffee
Caffè
Se tuo marito scopre che hai smesso di cercare il caffè più fresco…

 

Maglioni Drummond GLI UOMINI SONO MIGLIORI DELLE DONNE! In casa le donne sono utili, addirittura piacevoli. Su una montagna sono solo un peso. Quindi non trascinartele dietro su una rupe solo per mostrare loro i tuoi maglioni da arrampicata. Non è necessario. Questi maglioni sono splendidi da indossare ovunque.
Maglioni Drummond
GLI UOMINI SONO MIGLIORI DELLE DONNE! In casa le donne sono utili, addirittura piacevoli. Su una montagna sono solo un peso. Quindi non trascinartele dietro su una rupe solo per mostrare loro i tuoi maglioni da arrampicata. Non è necessario. Questi maglioni sono splendidi da indossare ovunque.

 

Aspirapolvere Hoover La mattina di Natale la renderai felice con una Hoover
Aspirapolvere Hoover
La mattina di Natale la renderai felice con una Hoover.

 

Passata Del Monte Vuoi dire che una DONNA è in grado di aprirlo?
Passata Del Monte
Vuoi dire che una DONNA è in grado di aprirlo?

 

Sigarette Kent In tutta l’America… Scienziati e insegnanti preferiscono le Kent con il filtro alla micronite ad ogni altro tipo di sigarette!
Sigarette Kent
In tutta l’America… Scienziati e insegnanti preferiscono le Kent con il filtro alla micronite ad ogni altro tipo di sigarette!

 

Timbratrice È sempre illegale uccidere una donna?
Timbratrice
È sempre illegale uccidere una donna?

 

Cointreau Non rimettetevi in viaggio subito dopo un buon pasto senza un bicchierino di cointreau.
Cointreau
Non rimettetevi in viaggio subito dopo un buon pasto senza un bicchierino di cointreau.

 

Sigarette Marlboro Prima di sgridarmi, mamma… forse faresti meglio ad accenderti una Marlboro Ehi, mamma, ti piace proprio la tua Marlboro.
Sigarette Marlboro
Prima di sgridarmi, mamma… forse faresti meglio ad accenderti una Marlboro
Ehi, mamma, ti piace proprio la tua Marlboro.

 

Elettrodomestici MOGLI. Osservate questa pubblicità molto attentamente. Cerchiate gli elettrodomestici che desiderate per Natale. Mostrateli ai vostri mariti. Se non vanno immediatamente al negozio, piangete un pochino. Non molto, solo un pochino. Ci andrà, ci andrà. Mariti: Osservate questa pubblicità attentamente. Andate a comprare ciò che vogliono le vostre mogli. Prima che comincino a piangere.
Elettrodomestici
MOGLI. Osservate questa pubblicità molto attentamente. Cerchiate gli elettrodomestici che desiderate per Natale. Mostrateli ai vostri mariti. Se non vanno immediatamente al negozio, piangete un pochino. Non molto, solo un pochino. Ci andrà, ci andrà.
Mariti:
Osservate questa pubblicità attentamente. Andate a comprare ciò che vogliono le vostre mogli. Prima che comincino a piangere.

 

 

Birra Schlitg “Non ti preoccupare tesoro, non hai bruciato la birra!”
Birra Schlitg
“Non ti preoccupare tesoro, non hai bruciato la birra!”

 

 

Sigarette Philip Morris Nata delicata.
Sigarette Philip Morris
Nata delicata.

 

Sigarette Lucky Strike UN REGALO DI PIACERE Il mio spirito – lo spirito della generosità natalizia– ha ricoperto la terra. Un regalo che esprime questo spirito, e porta gioia in tutte le case, grandi e piccole, è molto raro. Un regalo come questo, amici miei, è LUCKY STRIKE. - Santa Claus.
Sigarette Lucky Strike
UN REGALO DI PIACERE
Il mio spirito – lo spirito della generosità natalizia– ha ricoperto la terra. Un regalo che esprime questo spirito, e porta gioia in tutte le case, grandi e piccole, è molto raro. Un regalo come questo, amici miei, è LUCKY STRIKE.
– Santa Claus.

 

Sapone Vinolia “Ragazzaccio sporco! Perché non ti lavi con il sapone Vinolia?”
Sapone Vinolia
“Ragazzaccio sporco! Perché non ti lavi con il sapone Vinolia?”

 

Prevenzione malattie veneree Può sembrarti pulita, ma… Avventure Storie di una notte Prostitute Diffondono sifilide e gonorrea. Non puoi sconfiggere l’Asse se contrai una malattia venerea.
Prevenzione malattie veneree
Può sembrarti pulita, ma…
Avventure
Storie di una notte
Prostitute
Diffondono sifilide e gonorrea.
Non puoi sconfiggere l’Asse se contrai una malattia venerea.

 

Sapone Fairy Perché la tua mamma non ti lava con il sapone Fairy?
Sapone Fairy
Perché la tua mamma non ti lava con il sapone Fairy?

 

Scarpe Tienila al suo posto…
Scarpe
Tienila al suo posto…

 

Cereali Tieniti al passo con i lavori di casa mentre tieni sotto controllo il tuo peso.
Cereali
Tieniti al passo con i lavori di casa mentre tieni sotto controllo il tuo peso.

 

Cravatte Dimostrale che è un mondo per uomini.
Cravatte
Dimostrale che è un mondo per uomini.

 

Camicie Van Heusen è temerario è audace è il look ardito delle camicie.
Camicie Van Heusen
è temerario
è audace
è il look ardito delle camicie.

 

 

Sigarette Viceroy Le Viceroy filtrano il fumo! “Sono il tuo dentista e ti raccomando di fumare le Viceroy”.
Sigarette Viceroy
Le Viceroy filtrano il fumo!
“Sono il tuo dentista e ti raccomando di fumare le Viceroy”.

 

 

 

 

Kain is Mirko or Mirko is Kain?

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Ciao amici di roba da grafici!

Questa è un’intervista particolare. Intervisterò due persone. Un cartoonist e un Art director: Kain Malcovich e Mirko Di Francescantonio.

 

Ciao Kain. No, ciao Mirko. Ma ora chi sto intervistando? Sono confusa.

Bè, con noi. In genere quando prenoto un tavolo per due il cameriere mi guarda confuso come lo sei tu. Ma in genere telefona Mirko. Ok

 

Ciao Mirko allora… Inizi bene, con una laurea all’Università Europea del Design di Pescara nel 2002. Impagini, collabori, lavori, gavetti…. Cosa è successo in questi anni?

Una sorta di scalata ambiziosa nella mia testa di allora. Volevo imparare il mestiere. Lavorare innanzitutto sul fatto che io non fossi nessuno. Molti partono con l’idea di spaccare il mondo. Bè, è giusto, dovremmo spaccarlo tutti, ma per farlo devi imparare a prenderle per saperle dare. Sono partito da un posto che non aveva neppure un vero e proprio bagno. Sottopagato. A pranzo mangiavo panini al freddo. Già non c’era neppure lo scaldamento. Ma volevo impararare e soprattutto fare errori per poterlo fare. Quando mi accorsi che avevo preso tutto quello che potevo apprendere da quel posto me ne andai. Così saltellai da agenzie piccole a quelle un po’ più grandi a quelle ancora più grandi. Sempre con lo stesso criterio: impara tutto quello che puoi da quel posto e una volta spremuto tutto a livello di conoscenza vattene. Poi mi misi a lavorare da solo. E infine cambiai città.

 

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Foto: Gianluca Scerni

 

Dal 2009 lavori per una serie di aziende. Diventi anche art director. Cosa bisogna fare per diventare art director?

Avere la stima del cliente. Andare con lui a prenderti un caffè, farvi una passeggiata al parco. Fargli venire voglia di costruire, costruire qualcosa con te, e questo è difficile che accada se c’è un rapporto fatto solo di preventivi e fatture.

 

Quanto è importante aprire la partita Iva per un creativo? Tu l’hai aperta nel 2009…

Credo sia più importante per lo Stato che per me. Non ho una famiglia con moglie e figli da mantenere ma in compenso ho adottato dei politici. E’ a loro che vanno circa la metà dei miei sacrifici. E credo sia importante anche per una questione burocratica; le persone si fidano quando vedono quei numerini sul tuo biglietto da visita e sul tuo sito; è il timbro della tua professionalità. Ripeto, burocrazia e adozione a distanza.

 

È necessario frequentare l’Università Europea del Design per fare il graphic designer o credi si possano percorrere altre strade? Se si, quali?

Credo sia fondamentale frequentare una università a riguardo; fa la differenza tra te e il vicino di casa che si scarica Photoshop e dichiara di essere grafico. Ti da un approccio, una teoria che sottovalutiamo: ti dà l’esperienza di chi l’ha fatto prima di te e tu devi portarla avanti. Si chiama evoluzione della specie. Non conoscere queste cose si chiama rischio per te e il cliente.

 

Quali sono le migliori fonti di ispirazione per te?

Le passeggiate. E la musica.

 

Internet: tripudio di informazioni . Ha senso prendere ispirazione dalla rete?

No, non credo. Una volta un libraio mi disse: “Noi siamo quello che leggiamo”. Ora, se molto tempo lo impieghiamo leggendo cose sui social, allora noi siamo la cultura di noi stessi. Questo vuol dire, come starai vedendo, che tireremo fuori tutti delle idee simili. Ogni tanto accade: penso a una campagnia e qualcuno il giorno dopo la tira fuori dall’altra parte del mondo, senza che io ne avessi parlato con nessuno. Questo non è rubare né essere poco originali, ma attingere dalla stessa fonte. Ho deciso di limitare il mio tempo su internet quotidianamente a un 5 minuti la mattina e 15 la sera.

 

Cosa ti porta a seguire un certo percorso? Quanto c’entra il vissuto personale con le scelte di chi si occupa di immagine?

Bisogna entrare in simbiosi con il cliente. Credere in lui. Sapere che se non si riesce subito è perchè si sta imparando. Io credo nei clienti. So quanto vogliano farcela e allora la prendo sul personale: dobbiamo. Adoro la testardaggine.

 

Convincimi del fatto che diventare Art director non sia una cosa così figa.

Devi mettere d’accordo tante teste. A volte alzare la voce. Ti viene voglia di mollare tutto e andare via. Vieni bersagliato da chi voleva farlo al posto tuo. A volte è una lotta libera tra pavoni. Ti dici: “Potevo andarmene al cinema”.

 

Simpatica la sezione del sito dove racconti i “dietro le quinte” dei tuoi lavori. Ce ne racconti uno?

Con la Tognazza Amata. Ricordo che in quel periodo ci fu il terremoto in Emilia. Io abito a Bologna da sei anni e mezzo; mi alzai la mattina dopo la prima grande scossa scombussolato. Mi telefonò un vecchio amico e cliente; mi aveva detto che si era messo in società con Gianmarco Tognazzi, attore nonché figlio del grande Ugo.Ero in pantofole e stavo facendo il caffè il giorno dopo il terremoto e mi trovai a parlare al telefono improvvisamente con “Il figlio di Tognazzi”, io che ero cresciuto a pane e Amici miei, notando come somigliasse la sua voce dietro la cornetta a quella del padre. Curioso. Lavorammo al lancio dell’etichetta “La Tognazza amata”.

 

 

Scusami Mirko, adesso vorrei passare da Kain, sei d’accordo?

Facciamo pure.

 

Ciao Kain! Per l’esattezza sei Kain Malcovich. Ma come mai questo nome? Chi sei? 

Usa questo nome per mascherare le sue figuracce” disse una volta mio fratello. Bè, in parte è vero. Se hai bisogno di dire qualcosa talvolta hai paura di coinvolgere persone che ti stanno attorno. Funzionava finchè non si sapeva chi fossi. E poi quando scelsi il nome, molti anni fa, ascoltavo gruppi musicali e cantanti inglesi con nomi pazzeschi: Freddie MERCURY, Joe TEMPEST. Wow, ne volevo anche io uno così al posto del mio lungo cognome. E “Mirko” non mi piaceva come nome.

 

32 pubblicazioni! E mica son briscolette! Come fai a produrre così tanto materiale?

Non lo so. Sono “accadute”. Mi hanno chiamato e io mi ci sono buttato. Poi passa il tempo e ti accorgi che ne hai fatte un po’.

 

Come hai scoperto di avere la passione per i fumetti?

Io ho IMPARATO a leggere con i fumetti – della Corno. Quando alla scuola elementare mi insegnarono i primi rudimenti di lettura mi buttai su quei volumetti che avevo in casa comprati da mio padre e mio fratelo. Penso che il primo che lessi fu un Daredevil disegnato da Frank Miller. L’anno dopo, a sette anni, lessi il suo “Il ritorno del cavaliere oscuro” su “Corto Maltese”; tra l’altro il primo a tradurlo in Italia fu il compianto maestro Enzo G. Baldoni se non sbaglio. Negli anni successivi, cioè tra gli 8 e i 10 anni, lessi V for vendetta e The Watchmen di Alan Moore. I miei temi in classe erano abbastanza particolari e precoci in effetti.

 

Ti ricordi il tuo primo approccio al disegno?

Sì. Disegnavo su una agenza. Avevo questo personaggio, il Super Baby o qualcosa del genere: una fusione tra Charlie Brown e un super eroe.

 

Ciao sono Yellow Kid. Come stai?

(risponde a modo suo)

YELLOW KID

 

Scusa per la domanda precedente. Non ho resistito. Ne faccio una seria adesso. Come si lavora ad un fumetto?

Si segue una storia scritta e divisa per pagine. Se te la scrivono. Quando partono da me invece improvviso la storia sui miei errori, quindi non so mai come vanno a finire quando le inizio. Improvviso.

 

Chi disegna perché lo fa? E qui chi ama disegnare come te risponderebbe “perché mi piace, perché sono pervaso dalla passione”… ma quando il bisogno di creare viene sostituito dal bisogno di guadagnare (per la legittima necessità di veder ricompensato il proprio lavoro), cosa peggiora a livello stilistico? Le scelte diventano più calcolate e meno spontanee?

Sì, manca la spontaneità molte volte. E hai anche l’ansia da prestazione. Ma questo capita a quelli come me che non hanno frequentato una vera scuola di fumetto. Un vero fumettista accademico saprebbe affrontare la cosa in maniera professionale. In entrambi i casi però e importantissimo farsi comprendere dal pubblico e non essere criptico. Essere chiari, disegnare bene alcuni particolari. Con me é accaduto che alcuni editori si sono sentiti attratti dal mio tratto, così ho provato.

 

Gli autori che hanno lasciato delle tracce dentro di te.

Frank Miller. Alan Moore. Paul Auster. Kalihl Gibran. Tarantino. I Queen e gli U2. Direi che gli stereotipi li ho presi tutti.

 

Hai mai disegnato qualcosa per conquistare una donna?

Per una donna sì, ma per farmi perdonare. O per un biglietto di augurio. O per dimostrare la mia vicinanza. Ma non per conquistarla. Penso che una donna la devi conquistare da uomo, non da artistoide. Se lo fai da artistoide, stai cercando di giocare con il suo cervello. La verità è questa, sono stronzate quando dicono che l’artistoide fa parte di te in questo caso: la verità è che non bisognerebbe mai fidarsi di uno scrittore. Va bene per un’avventura e per chi cerca una fuga, anche se in questo caso sei tu che alla fine vieni usato come un vibratore on off, ma non per una compagna. Con lei devi camminare con la stessa velocità ed essere tangibile, non sognabile.

 

Quali sono i disegni che hai fatto “di getto” e perché li hai fatti “di getto”.

Le tavole scritte da me sono state tutte fatte di getto. Perchè ero arrabbiato. Perchè desideravo. Perchè ridevo da solo. Perchè come un primitivo che si era emozionato durante la caccia avevo bisogno di dipingere nella mia caverna. Poi magari portavo fuori l’operato.

 

But Mirko is Kain? Or Kain is Mirko? Cosa avete in comune?

Le ex.

 

Chi dei due ha una gran passione per la musica?

Mirko è l’ascoltatore e lo scrittore. Kain è la rockstar fallita ma divertita.

 

Uno dei due è un ottimo scrittore. Chi dei due sa scrivere meglio?

Penso Mirko. Kain è odiosamente cinico a volte. Impulsivo. Mirko si sofferma su molte cose, anche sulla scelta delle parole. Ma sono due ignoranti al prezzo di uno.

 

Un consiglio e un saluto per gli amici di RDG?

Che dirvi. Siate delle rockstar, non delle groupie. Nella vita bisogna fare questa scelta. E un’altra cosa: il mondo si divide tra chi ha mollato e chi non ha mollato mai. Non mollate mai, siete belli.

 

 

Volete saperne di più su Mirko o su Kain? Cliccate qui!

 

Di seguito una galleria di immagini!

 

 

 

10 cose da sapere sulla creatività

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Navigando sul web mi sono imbattuta in un articolo della bravissima Gioia Gottini una life coach & map maker. ( se ne volete sapere di più cliccate qui ) .

Gioia ha tenuto una workshop dal titolo “La mente creATTIVA” e ha riassunto il tutto in 10 punti:

 

1. Creatività non vuol dire manualità, o almeno non necessariamente, quindi si può essere creativi anche se si è negati per il bricolage e privi di pollici opponibili.

2. La creatività ce l’abbiamo tutti, è una capacità innata che è alla base della nostra evoluzione come specie: è così che abbiamo iniziato a usare degli strumenti.

3. I bambini non hanno nessun problema a essere creativi, gli adulti, spesso, vanno “rieducati” a prendere confidenza con la propria creatività. Il motivo per cui i bambini riescono a essere creativi e gli adulti meno, è che i primi non hanno paura di sbagliare.

4. Una mente creativa quando si imbatte in un ostacolo è capace di trovare soluzioni nuove, invece che ostinarsi a sbatterci contro oppure rinunciare: sviluppa il pensiero laterale, che è quello innovativo, capace di abbracciare nuove prospettive.

5. La creatività è ecologica, perché fa risparmiare tempo, soldi e fatica.

6. La premessa della creatività è il piacere. Se si parte dal dovere (ossia dover essere creativi) non funziona. Non ti senti creativa? Comincia con dare spazio al piacere nella vita di tutti i giorni.

7. Devi immaginare la tua creatività come un pozzo, ma un pozzo magico: più acqua attingi, più ce n’è. La creatività non diminuisce con l’uso, ma anzi aumenta, perché puoi abituarti ad usarla e quindi renderla sempre disponibile.

8. I limiti non sono un problema per chi è creativo, anzi: è proprio nelle difficoltà e nella scarsità (di tempo, di soldi, di azione) che la tua capacità di risolvere i problemi si potenzia e dà il meglio di sé (se glielo permetti).

9. Il motore per passare all’azione è l’entusiasmo: perché senza entusiasmo anche la creatività si spegne e non riesce a superare l’inerzia. Quindi l’azione creativa che hai individuato va messa in pratica proprio sull’onda dell’entusiasmo che questa scoperta ha generato.

10. Il fine della creatività è il successo, che corrisponde con la realizzazione personale. Se sei te stessa ed esprimi la tua individualità, sei creativa. E questa creatività ti fa sentire realizzata, ossia una persona di successo

 

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