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venerdì, Giugno 6, 2025
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La verità nascosta: Molestie e abusi sulle donne nel mondo della comunicazione

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Mentre alcuni parlano dell’apertura del vaso di Pandora, ritengo che sia più appropriato definire questa situazione come il “segreto di Pulcinella” finalmente venuto a galla. Purtroppo, il diffondersi del sessismo e dei comportamenti tossici all’interno delle agenzie non è una novità. Si tratta di una triste e nota realtà, un’oscura dimensione caratterizzata da molestie sessuali che hanno coinvolto numerose donne. Proprio in queste ore attraverso diverse fonti e testimonianze, emerge un quadro sconcertante di un ambiente di lavoro tossico e discriminatorio, in cui le donne sono costrette a subire violenze verbali, fisiche e umiliazioni. Mentre si tiene l’evento dei Leoni di Cannes, sui social sta prendendo piede un movimento simile al #MeToo, portando alla luce un problema che richiede con urgenza una soluzione. Non è neppure la prima volta che se ne parla, infatti, già dal 2019 erano state fatte gravi segnalazioni di abusi e mobbing in alcuni grandi studi.

L’ambiente di lavoro tossico nel settore della comunicazione: Secondo un sondaggio condotto dalla Fondazione Libellula, almeno una donna su due nel settore della comunicazione è stata vittima di molestie. Non si tratta di un fenomeno isolato, ma di un problema diffuso in numerose agenzie creative. Le molestie verbali, gli insulti e le allusioni sessuali fanno parte della quotidianità, creando un clima di paura, disagio e umiliazione per le donne impiegate in tali ambienti.

Le testimonianze raccapriccianti: Una delle donne coraggiose ad aver denunciato queste ingiustizie è Tania (@taniume), una copywriter che ha deciso di condividere la sua storia su Instagram. In pochi giorni, ha ricevuto centinaia di testimonianze simili alla sua, provenienti da ragazze di diverse età. Le storie raccontano episodi allarmanti, come chat misogine tra colleghi che oggettivano le donne, file Excel con valutazioni del corpo femminile e proposte sessuali da parte di superiori e direttori creativi rivolte alle giovani stagiste. Ciò dimostra che il problema non si limita a una singola agenzia, ma riguarda molte realtà nel settore della comunicazione.

 

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Un post condiviso da 🍉Tania 🍉 (@taniume)

Uno degli aspetti più inquietanti che emergono dalle recenti testimonianze riguarda la cosiddetta “Chat degli 80”. Si tratta di una chat di soli uomini, presente in un agenzie creativa, in cui si scambiavano messaggi sessisti e denigratori nei confronti delle colleghe. Questa chat rappresenta un vero e proprio microcosmo di misoginia e volgarità, in cui le donne venivano oggettificate e ridotte a oggetti sessuali. I messaggi insultanti, le allusioni oscene e i commenti denigratori costituivano una pratica comune tra gli uomini che vi partecipavano. Ciò che rende ancora più allarmante questa situazione è che la chat era spesso frequentata da manager e figure di potere all’interno delle agenzie, coloro che avrebbero dovuto garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso. La “Chat degli 80” rappresenta un esempio lampante di come il sessismo e la discriminazione di genere possano essere perpetuati all’interno delle agenzie creative, creando un ambiente tossico e dannoso per le donne. È importante sottolineare che questa chat è solo la punta dell’iceberg e che molte altre forme di molestie e discriminazioni sono state riportate da varie fonti. La sua scoperta ha scosso profondamente l’industria della comunicazione, portando alla luce un problema endemico che richiede un intervento deciso e sistematico per garantire un cambiamento reale e una cultura del lavoro più inclusiva e rispettosa.

Un’altra importante testimonianza che ha contribuito a mettere in luce l’ampia diffusione di comportamenti indecorosi nel mondo della comunicazione è emersa durante un’intervista di Monica Rossi a Massimo Guastini. In questa intervista, Massimo Guastini, noto professionista nel settore della comunicazione, ha rivelato come alcune figure di spicco del settore si siano approfittate della propria posizione per perpetrare comportamenti inappropriati e offensivi nei confronti delle donne.

Guastini ha denunciato l’esistenza di un sistema di potere consolidato, in cui figure di rilievo utilizzano il loro status per vessare e umiliare le donne, creando un ambiente di lavoro tossico e discriminatorio. Ha evidenziato come alcune di queste persone siano considerate dei veri e propri “intoccabili” all’interno dell’industria della comunicazione, grazie alla loro notorietà e influenza. Ciò ha reso estremamente difficile per le vittime denunciare tali comportamenti e ottenere giustizia.

Da anni Massimo Guastini attraverso i suoi social si batte per portare alla luce il problema, mettendo in evidenza il fatto che il sessismo e le molestie sessuali sono radicati anche tra le figure di spicco del settore della comunicazione. Questa testimonianza ha contribuito a scuotere l’opinione pubblica e a sollevare una serie di interrogativi sulle dinamiche di potere all’interno di questa industria.

Le testimonianze di queste donne lasciano un senso di nausea e indignazione. È evidente che il settore della comunicazione, così come molti altri, deve affrontare seriamente il problema delle molestie sessuali e dell’ambiente di lavoro tossico. È necessario agire immediatamente per garantire che situazioni pericolose e traumatiche come queste non si ripetano mai più. Le battute sessiste, le risatine e le allusioni non possono essere più tollerate, e l’industria della comunicazione deve assumersi la responsabilità di creare un ambiente di lavoro sicuro, rispettoso e inclusivo per tutti i suoi dipendenti.

Le conseguenze per le vittime sono profonde e durature. Molte donne hanno subito ferite emotive e umiliazioni che ancora oggi li tormentano. Alcune sono state costrette a cambiare completamente settore per sfuggire a questa realtà, mentre altre si sono trovate ad affrontare minacce di sabotaggio alla loro carriera se avessero denunciato. È cruciale sostenere e dare voce a queste vittime coraggiose, così come riconoscere che nessuna di loro ha colpa alcuna per ciò che ha subito.

si leggono di testimonianze di donne spiate dal buco della serratura del bagno a veri e propri aggressioni fisiche con tanto di mani al collo a violenza verbale con allusioni sessuali, a dimostrazione di veri deliri di onnipotenza patologica.

Oltre alle molestie sessuali, le donne affrontano anche un divario di genere significativo nel contesto lavorativo. Mentre gli uomini occupano posizioni di potere e carriera, le donne sono spesso confinate in ruoli minori con scarse prospettive di crescita. La maternità continua ad essere un motivo di freno per la carriera femminile, con il 65% delle donne che afferma di aver subito allusioni e commenti negativi in merito. Ciò crea un ambiente in cui le molestie e la sessualizzazione delle colleghe diventano strumenti di controllo e discriminazione.

È importante che le agenzie creative, i dirigenti e i responsabili delle risorse umane si impegnino attivamente a combattere le molestie sessuali e a promuovere un ambiente di lavoro equo e sicuro.

sembra assurdo ma è necessario ricordare a tutte le donne nel 2023 che ogni atto di violenza deve essere denunciato e punito. È necessario implementare politiche aziendali chiare contro le molestie, fornire formazione sul rispetto e l’uguaglianza di genere, e creare canali di segnalazione sicuri e confidenziali per le vittime.

è fondamentale coinvolgere l’intera industria della comunicazione in un dialogo aperto sul tema, promuovendo una cultura di cambiamento e responsabilità condivisa. Sono necessari sforzi congiunti da parte delle agenzie, delle associazioni professionali, dei clienti e dei media per porre fine a questo comportamento inaccettabile e creare un ambiente di lavoro più sano e inclusivo.È giunto il momento di agire, di porre fine a queste ingiustizie e di creare un futuro in cui tutte le persone possano lavorare in un ambiente rispettoso, sicuro e privo di discriminazioni di genere. Solo attraverso un impegno collettivo e una consapevolezza diffusa possiamo sperare di cambiare radicalmente questa situazione e creare un settore della comunicazione migliore per tutti.

123RF.com : La Nuova Frontiera della Ricerca di Immagini con l’Intelligenza Artificiale

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Copyright: aukid
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È indiscutibile che l’intelligenza artificiale stia effettivamente rivoluzionando il mondo della creatività. Ogni giorno scopriamo nuovi strumenti sorprendenti che sono in grado di trasformare il nostro modo di lavorare e rivoluzionare il nostro processo creativo.

Una delle novità più interessanti delle IA, è la capacità di liberarci dalle operazioni noiose eADV time-consuming, come la ricerca di immagini stock, e per chi ha lavorato per anni nella agenzie sa bene quanto questa operazione sia complicata e frustrante in quanto richiede dedizione ma soprattutto tempo, che spesso nei grossi progetti scarseggia.

La Nuova Intelligenza Artificiale di Ricerca di 123RF

Se lavori come designer, sai quanto sia importante trovare l’immagine giusta per un progetto, che si adatti non solo alla palette dei colori, ma anche all’atmosfera e al tono dello stesso. In questa direzione, ci viene in aiuto la nuova intelligenza artificiale di ricerca di 123RF.com

Con oltre 200 milioni di immagini disponibili, cercare l’immagine perfetta è come trovare un ago in un pagliaio. Ma grazie a 123RF, un sito di contenuti stock, ora possiamo sfruttare una nuova funzione di ricerca alimentata dall’intelligenza artificiale, che ridefinisce completamente l’accuratezza e la qualità. Con tempi di risposta rapidi, risultati pertinenti e un’esperienza di ricerca intuitiva.

Copyright: <a href='https://it.123rf.com/profile_melpomen'>melpomen</a>
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L’Innovativa Funzione di Ricerca dell’Intelligenza Artificiale

Ma ecco la parte davvero sorprendente: questa funzione di intelligenza artificiale è in grado di riconoscere non solo parole chiave, ma anche oggetti, stati d’animo e attributi visivi come etnia, età e sesso dei modelli presenti nelle immagini. Grazie a questa caratteristica innovativa, i tempi di ricerca delle immagini vengono dimezzati. Per esempio, posso cercare una foto non solo in base agli oggetti presenti, ma anche in base a concetti più astratti, come l’atmosfera o lo stato d’animo. possiamo dire addio ai giorni in cui si creava una breve ricerca con parole chiave perfette per riuscire a non perdersi nel mare magno dei possibili risultati (spesso totalmente forvianti). Con la funzione di Ricerca AI di 123RF, più il testo di ricerca è lungo, meglio è! Potete digitare un testo lungo simile a una domanda o addirittura a un intero titolo di un blog. Questo strumento AI si tuffa nel suo database di immagini e recupera risultati che risuonano con la vostra narrazione.

Vantaggi e Applicazioni dell’Intelligenza Artificiale nella Ricerca di Immagini

Non dobbiamo più perdere tempo prezioso a cercare manualmente l’immagine perfetta. L’intelligenza artificiale si occupa di semplificare il processo e ci permette di concentrarci sulla creatività, consentendoci di realizzare progetti sorprendenti in tempi più brevi. L’intelligenza artificiale sta portando una rivoluzione nel mondo della creatività, e la funzione di ricerca dell’intelligenza artificiale di 123RF è un esempio eccellente di come possiamo sfruttare questa tecnologia per migliorare il nostro lavoro. Con la capacità di riconoscere oggetti, stati d’animo e attributi visivi, ci offre un modo più efficiente ed efficace per trovare le immagini giuste per i nostri progetti.

 

Evoluzione Iconica: Il nuovo logo di Porsche, rispettosa della tradizione

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Porsche ha recentemente svelato il suo nuovo logo, il processo di rinnovamento per la celebrazione del 75º anniversario della casa automobilistica ha coinvolto una reinterpretazione degli elementi storici, combinati con un design innovativo che si esprime in una suggestiva estetica tridimensionale. Anche i colori e la tipografia sono stati rinnovati: l’oro è stato leggermente scurito, mentre i caratteri sono diventati più semplici e sottili.

Il nuovo logo di Porsche è rispettosa della tradizione.

Il celebre marchio automobilistico noto per le sue prestigiose vetture sportive, ha recentemente svelato il suo nuovo logo dopo un attento processo di ridisegno durato ben tre anni. Questo nuovo stemma rappresenta un’evoluzione rispettosa della tradizione e riflette l’unione tra la storia del marchio e la sua visione di futuro.

Il marchio tedesco ha scelto un approccio di rinnovamento evolutivo anziché rivoluzionario, mantenendo intatti i classici elementi visivi che da sempre contraddistinguono Porsche. Nonostante alcune modifiche, il nuovo logo conserva una continuità evidente con l’identità visiva nata nel 1954, anno in cui lo stemma attuale venne introdotto.

L’obiettivo principale di questo processo di ridisegno era celebrare il 75º anniversario di Porsche, fondendo elementi storici con un design innovativo. Il risultato è un logo immediatamente riconoscibile che conserva l’essenza del passato pur guardando avanti. La reinterpretazione degli elementi storici si combina armoniosamente con una suggestiva estetica tridimensionale, conferendo al logo una nuova vitalità.

Il nuovo stemma presenta alcune novità significative. Le strisce rosse che circondano lo stemma assumono ora una struttura a forma di nido d’ape, creando un effetto tridimensionale dinamico. Le sfumature delicate di rosso intensificano l’effetto visivo, conferendo una sensazione di movimento e vitalità.

Un altro elemento distintivo è l’iconico cavallo che sovrasta lo stemma, che è stato ripensato per trasmettere un senso di dinamismo e determinazione. Il cavallo incarna un aspetto più imponente ed elegante, simboleggiando la potenza e la grinta delle auto Porsche.

Inoltre, nella parte superiore dello stemma, la scritta “Stuttgart” è stata reintegrata in nero, riaffermando l’origine geografica del marchio e conferendo maggiore rilevanza alla città che ha dato i natali a Porsche.

Mentre altri marchi automobilistici hanno adottato cambiamenti radicali nei loro loghi, Porsche ha scelto di mantenere un collegamento forte con la sua eredità. Come segno di rispetto per il suo patrimonio, Porsche offre ora tutti i suoi stemmi storici in vendita come “Acessori” sia per le auto d’epoca che per le auto nuove. Questa decisione testimonia l’importanza che Porsche attribuisce alla sua storia e all’identità di marca che si è costruita nel corso degli anni.

Come alcuni utenti di Twitter hanno notato, è curioso che il processo abbia richiesto tre anni, considerando che il design non è poi così diverso dal suo predecessore. Come marchio di lusso, ha senso che Porsche opti per un rinnovamento evolutivo piuttosto che rivoluzionario. D’altra parte, lo stemma ha subito alcune modifiche dalla sua introduzione nel 1952, con aggiornamenti nel 1954, 1963, 1973, 1994 e 2008, tutti iterativi come questo.

Il nuovo logo di Porsche rappresenta un’evoluzione rispettosa della tradizione, che unisce il passato e il futuro del marchio. Con un design rinnovato che conserva l’essenza di Porsche, il nuovo stemma incarna l’identità di marca e rappresenta la visione della casa automobilistica per il futuro. Un omaggio all’eredità di Porsche e una dichiarazione di intenti per continuare a guidare l’innovazione nel settore automobilistico di lusso.

Nvidia Soffoca la Regolamentazione sulle IA

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Le leggi per una regolamentazione dell’intelligenza artificiale sono morte prima di nascere, e Nvidia ne è l’assassino.

Negli Stati Uniti, ogni possibilità di regolamentazione a breve termine è stata definitivamente spazzata via con l’annuncio dei risultati finanziari da parte di Nvidia. Per tutti coloro che non seguono con assiduità  rendiconti per gli investitori, Nvidia ha riportato sorprendentemente alti profitti nel primo trimestre grazie alle vendite delle loro GPU per data center. Queste GPU sono fondamentali per l’addestramento e l’esecuzione di complessi sistemi di intelligenza artificiale. Durante la stessa conferenza per gli investitori, è stato dichiarato che i profitti stanno accelerando anche nel secondo trimestre.

Sin dall’inizio dell’anno, il valore delle azioni di NVIDIA è aumentato di oltre il 160%, portando l’azienda a diventare la più recente società statunitense a raggiungere una capitalizzazione di mercato di un trilione di dollari. Questa situazione certamente ostacolerà qualsiasi tentativo di regolamentazione.

Attualmente, le azioni legate all’IA sono l’unico elemento che mantiene il mercato a galla. I tassi di interesse sono invertiti di più di un punto percentuale, gli Stati Uniti sono in crisi a causa del limite di debito e le opportunità di lavoro, sebbene ancora elevate, hanno subito una riduzione del 25%. Gli investitori stanno acquistando oro come misura di protezione dal collasso economico, mentre si affidano alle azioni legate all’IA per non rimanere indietro. Come cita un titolo su Bloomberg, “L’IA sta diventando la risposta del mercato azionario a tutto”.

Il mercato finanziario sta impazzendo per le azioni legate all’IA. L’intelligenza artificiale rappresenta un tesoro circondato da enormi costi di ricerca e sviluppo. E la risposta del mercato finanziario statunitense ai problemi è semplicemente gettare denaro in questa direzione. Questo approccio funziona meglio per problemi che possono essere risolti investendo ingenti somme di denaro, come lo sviluppo dell’intelligenza artificiale dove nei breve termine i risultati sono tangibili.

I mercati finanziari statunitensi sono i più grandi del mondo, progettati per generare profitti attraverso l’aggregazione di considerevoli somme di denaro. Se viene presentato un problema in cui l’unico ostacolo tra gli investitori e i profitti è un grande investimento, il mercato si impegna appieno in quest’impresa. Ed è esattamente ciò che sta accadendo ora. Considerando l’enorme aumento di valore di mezzo trilione di dollari delle azioni legate all’IA nella prima metà del 2023, sembra evidente che i mercati possano continuare a investire uno o due trilioni di dollari in questo settore, per un tempo indefinito.

Nessun politico sano di mente oserebbe mettersi contro due trilioni di dollari di investimenti annuali di mercato.

Fino ad oggi, il dibattito sulla regolamentazione dell’IA è stato un argomento discusso in maniera molto limitato, a volte, in maniera sporadica coperto dai media. le uniche deboli dimostranze erano da parte degli artisti che si sentivano defraudati, ma anche queste proteste hanno lasciato il passo visto anche le scelte delle diverse piattaforme di accogliere queste tecnologie, non per ultima anche la casa madre di tutti i programmi di grafica ADOBE.

Tutto questo potrebbe essere una bolla, ma fino a quando la bolla non esploderà, sarà difficile regolamentare l’IA. le stesse regolamentazioni EU nate prima del boom degli ultimi mesi e basate e redatte prima dei modelli di linguaggio estese hanno subito cosi tanti disposizioni da rendere facile scappatoie grazie alle varie incongruenze. Mentre nel contesto americano, ciò significa che gli hedge fund e altri grandi attori finanziari potrebbero considerare qualsiasi tentativo di regolamentazione come un potenziale cavallo di Troia che minaccia i loro interessi.

Se la politica non cercherà di regolamentare il mercato delle ai è possibile, ma improbabile, che si verifichi una qualche forma di regolamentazione dei social media.

lo scenario più probabile e “temuto” da tutti (anche gli stessi creatori di open ai) e che di colpo ci troveremo davanti a un evento cosi catastrofico in termini di perdita massiccia di vite, da dover agire. Sperando ovviamente che non succeda, non è definibile in maniera chiara, in un contesto realistico e non fantascientifico, quale potrebbe essere la situazione o l’avvenimento da provocare una presa di posizione globale che necessiti un intervento immediato per cambiare la traiettoria della regolamentazione.

la mancanza di regolamentazioni sull’intelligenza artificiale è una realtà preoccupante che potrebbe avere conseguenze imprevedibili. La regolamentazione potrebbe essere l’unico modo per assicurare che l’IA venga sviluppata in modo sicuro, etico e in linea con gli interessi delle persone e della società nel suo complesso. Altrimenti, rischiamo di lasciare l’intelligenza artificiale nelle mani del mercato finanziario, privando così la nostra capacità di influire sul suo futuro e di mitigare i potenziali rischi che potrebbe comportare per plasmare il futuro dell’intelligenza artificiale in modo responsabile.

Amadori Rivela il Nuovo Logo: Simbolo di Innovazione e Qualità

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Il Gruppo Amadori ha deciso di affidare al suo nuovo logo il compito di rappresentare il suo corporate brand nel futuro, sottolineando così l’importante trasformazione che l’azienda ha intrapreso. Confermando la storia e l’identità del marchio, il nuovo logo testimonia la volontà di evolversi al di là dei confini in cui Amadori si è sviluppata nel corso degli anni, diventando uno dei simboli della filiera avicola italiana e dell’eccellenza alimentare nel paese.

Nel progettare la nuova identità visiva del corporate brand, il marketing strategico di Amadori, in collaborazione con Goodmind, un’agenzia torinese di design del marchio, ha seguito le linee guida della semplicità, immediatezza, riconoscibilità e freschezza.  Ogni elemento di significato è stato attentamente considerato per mettere in evidenza l’autenticità dei prodotti firmati da Amadori e la loro italianità. L’aspetto visivo rappresenta il primo impatto che si ha di un marchio e determina l’immagine aziendale fin dal primo istante. È per questo motivo che un cambiamento nel logo, soprattutto per un marchio storico, può avere un significato profondo, come nel caso di Amadori. L’azienda, una delle principali nel settore agroalimentare italiano, fondata alla fine degli anni ’60, sta adottando una nuova identità visiva per rappresentare il suo marchio.

Il nuovo simbolo grafico si presenta con una sensazione di “libertà”, a dimostrazione dell’ambizione di superare i limiti, grazie a prodotti di alta qualità e innovativi, inclusi quelli a base vegetale, Amadori mira a diventare un punto di riferimento per le proteine in Italia.

Il nuovo logo farà il suo debutto a partire dal mese di giugno, accompagnando la nuova campagna pubblicitaria. Sarà poi applicato a tutta la Corporate Identity e diventerà l’elemento distintivo dell’imponente rinnovamento grafico dei prodotti a marchio Amadori.

“Amadori rappresenta da sempre più di un marchio: è un’azienda fondata su valori forti e condivisi, che si contraddistingue per la passione, la sincerità, la trasparenza, la qualità e la capacità di innovare”, afferma Matteo Conti, Direttore Centrale Marketing Strategico. “Il nuovo logo incarna questi valori, facendo ‘parlare’ il nome dell’azienda, senza aggiungere né togliere nulla. Il carattere tipografico e i colori mantengono la continuità con l’identità originaria del marchio, esprimendo qualità, naturalezza e freschezza, ma anche, a un livello più profondo, serenità e speranza. Il puntino sopra la ‘i’, che spicca grazie al colore rosso e alla sua forma leggermente ovale posizionata orizzontalmente, diventa un pittogramma che allude sia alla passione, sia all’elemento base della filiera integrata, ovvero l’uovo. Quest’ultimo rappresenta l’architrave e l’orgoglio del nostro sistema produttivo”.

Con il nuovo logo, Amadori si prepara a intraprendere una nuova fase del suo percorso aziendale, mantenendo sempre saldo il proprio impegno per l’innovazione, la qualità e l’autenticità dei prodotti che offrirà ai suoi consumatori.

“Era necessario un rinnovamento estetico, ma anche una freschezza strategica che si estende ai prodotti proteici”, spiega Conti. Entrare nel mondo vegetariano rappresenta un segnale importante: “I primi mesi di lancio non sono stati facili”, continua. “La domanda è presente ed è molto forte, ma si tratta principalmente di consumatori flessitari, in quanto il nostro target non è solo il consumatore veg, ma anche coloro che iniziano a alternare o combinare. Per questo motivo, Amadori punterà molto sulla linea plant-based, che verrà utilizzata nella prossima campagna per esprimere il nuovo posizionamento basato su due produzioni: la tradizione del campese e l’innovazione della linea vegetale”.

Il nuovo logo farà il suo debutto a partire da giugno con la nuova campagna pubblicitaria e successivamente verrà applicato a tutta l’identità aziendale, diventando l’elemento distintivo del prossimo restyling grafico dei prodotti a marchio Amadori.

Lo Voglio Subito: Hub09 Invita le Aziende Italiane a Riflettere sulla Qualità del Tempo quando si Parla di Lavoro

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Le aziende italiane sono chiamate a riflettere sulla qualità del tempo dedicato al lavoro grazie all’iniziativa di HUB09 BRAND PEOPLE LO VOGLIO SUBITO. Questo manifesto, pubblicato oggi su La Stampa e La Repubblica, sarà anche diffuso attraverso i principali canali social.

Il Tempo è Denaro, ma le Agenzie di Comunicazione Offrono Molto di Più

Le agenzie di comunicazione non vendono solamente tempo, ma idee, strategie, empatia, fantasia, emozione e addirittura amore. Esse si dedicano appassionatamente ai marchi, lavorando con responsabilità ed entusiasmo sui prodotti e servizi. Spesso, le aziende richiedono rapidità, ma siamo sicuri che la velocità sia un valore aggiunto? Per creare un packaging, ideare una campagna sui social media o realizzare uno spot, è necessario del tempo. Lavorare in fretta non permette di dedicare l’attenzione adeguata alle idee, alle strategie e ai pensieri.

La Sostenibilità Passa attraverso i Rapporti Umani

In questi ultimi tempi, si parla molto di sostenibilità, ma è importante ricordare che essa si basa innanzitutto sui rapporti umani e sulla capacità di lavorare insieme, con organizzazione, rispetto e fiducia reciproca. Dobbiamo amare i nostri brand e farlo in modo sostenibile.

Prendere Posizione per Conservare la Bellezza del Nostro Lavoro

“Stiamo svolgendo il lavoro più bello del mondo”, ripeto sempre ai ragazzi di HUB09, “ma a volte dobbiamo prendere posizione e ricordare a tutti il valore di ciò che facciamo. In ogni agenzia, soffriamo per la mancanza di tempo, siamo diventati schiavi della velocità, sia come creativi che come clienti. Non è facile sfuggire a questa logica, ma credo che sia giusto almeno provarci. Un vecchio direttore creativo, molti anni fa, interrogato da un giovane brand manager su quanto tempo ci avesse impiegato per realizzare una determinata creatività, rispose: ‘trent’anni’. Vorrei invitarvi tutti a riflettere su questo. Il tempo ha valore. E questo vale sia per le agenzie che per i clienti. Dobbiamo dedicare il tempo necessario per fare le cose bene, perché ciò migliora anche la qualità della nostra vita e porta a risultati migliori”, conclude Marco Faccio, fondatore di HUB09.

Italia: open to cliché, e chiusa alla creatività!

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Con la recente campagna pubblicitaria dell’Italia che utilizza l’immagine della Venere di Botticelli per promuovere il turismo nel Paese, sono sorti diversi dibattiti e opinioni contrastanti riguardo l’efficacia e la rappresentatività dell’immagine scelta.

La nuova campagna di promozione del turismo italiano “Italia: open to meraviglia” è stata presentata dal Ministero del Turismo ed Enit con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio. Il testimonial della campagna è la Venere di Sandro Botticelli, una “virtual influencer” che viaggerà lungo il Bel Paese per raccontare le bellezze paesaggistiche, le città d’arte, i borghi, la gastronomia e le offerte turistiche uniche che caratterizzano l’Italia.

L’Italia è un Paese bellissimo, non c’è dubbio,  con una cultura e una storia millenarie che affascinano il mondo intero. Peccato che spesso, invece di sfruttare al meglio queste risorse, ci si accontenti di ricorrere a luoghi comuni e stereotipi per promuovere il nostro Bel Paese (citando il professore: l’Italia è bellissima, il problema sono l’italiani)

E così, abbiamo assistito all’ennesimo esempio di questa triste abitudine con la campagna pubblicitaria che utilizza la Venere di Botticelli per promuovere l’Italia. Ma siamo seri? Non potevamo trovare di meglio? Dobbiamo davvero continuare a raccontare il nostro Paese come se fosse un museo a cielo aperto, con i soliti cliché di pizza, mandolino e monumenti antichi? verybello e italia.it non ci hanno insegnato nulla? RICORDATE? Il progetto, costato 35mila euro, sarebbe dovuto diventare il contenitore per la promozione turistica del patrimonio culturale italiano a livello globale, ma i limiti dell’operazione sono emersi ben oltre le criticità lessicali del nome. Tuttavia, nonostante il fallimento di VeryBello, il Ministero della Cultura ha deciso di investire quasi 25 milioni di euro nel sito Italia.it per la promozione turistica italiana, con altri 13 milioni di euro previsti per la creazione di un nuovo sito, pubblicità, indagini e costosi video. tutte operazioni che hanno cessato di esistere dopo nemmeno un anno.

Io sinceramente, davvero me li immagino, poverini,  quelli di armando testa chiusi in brainstorming da 7 giorni, con le ascelle pezzate, ormai stanchi e disperati, che esordiscono con “IDEA! FACCIAMO QUALCOSA DI INNOVATIVO!!!! MAI VISTO, TRASFORMAIMO LA VENERE NELLA FERRAGNI!” bella zio, e giù a darsi pacche sulla schiena, tipo terzo tempo di rugby.

Se ciò non bastasse c’è di più: il volto della Venere è stato ridisegnato con una pazienza e un senso della misura unici, che ha richiesto probabilmente anche l’uso di tecnologie 3D. Ecco perché la Venere originale, con il suo volto antico e malinconico, non sarebbe stata in grado di trasmettere i concetti che devono veicolare la nuova campagna pubblicitaria.

Chapeau, Armando Testa, proprio quando pensavamo che il mondo della pubblicità non potesse più stupirci, eccovi qui a dimostrarci il contrario e visto che le forme morbide della venere poco si confà ai canoni delle instagrammerz prendiamo solo foto stock di signorie super magre cosi da buttare al ortiche anche tutti i discorsi di body-postivity. E si, signori, ho scritto proprio “foto stock”, in quanto per una campagna di questa portata si è pensato bene di non fare un servizio fotografico ad hoc!

Gaffe nella gaffe il dominio opentomeraviglia.it non è stato neppure acquistato. Si tratta di una gaffe clamorosa, che dimostra una totale superficialità da parte dell’agenzia creativa incaricata della campagna. Ma chissà, forse è stata una scelta strategica: dopo tutto, perché acquistare un dominio che rispecchia il nome della campagna quando si può utilizzare un sito già esistente come italiantourism.com? Tuttavia, è difficile credere che una scelta simile sia stata fatta con una logica di risparmio di tempo e denaro piuttosto che con la consapevolezza della scarsezza di idee. La campagna si presenta dunque come un’occasione mancata, una delle tante che il nostro paese sembra non saper cogliere per promuovere il turismo in maniera moderna e innovativa.

Ma non è finita qui, cari lettori. Se già il fatto che il dominio opentomeraviglia.it non sia stato acquistato è piuttosto imbarazzante, la situazione diventa ancora più paradossale se consideriamo il modo in cui sono state gestite le immagini sul sito del Ministero del Turismo. Infatti, come hanno sottolineato vari utenti, le immagini utilizzate sul sito sono state scaricate e trasferite via WhatsApp. Sì, avete letto bene: WhatsApp. Non c’è stato nemmeno l’impegno di trasferire le immagini in alta qualità. No, si è preferito fare le cose in modo frettoloso e poco professionale.

“e poi chi di noi non usa WhatsApp per scaricare immagini, no?”. E infatti, le foto scelte sembrano più adatte a una gita tra amici che a una campagna promozionale di un paese a cui non si è prestata nemmeno l’attenzione di raddrizzare li sfondi, la mia ocd mi sta uccidendo nel vedere il lago storto!

E questo, ancora una volta, non fa che mettere in luce la mancanza di attenzione e di impegno nella promozione del nostro patrimonio culturale e turistico. Una mancanza di impegno che, purtroppo, sembra essere una costante in molte delle politiche culturali del nostro Paese.

L’idea di utilizzare la Venere di Botticelli come virtual influencer vestita da ciclista, mentre mangia una pizza in riva al lago o mentre si fa un selfie in piazza San Marco, sembra essere stata presa senza alcuna considerazione per il valore artistico del dipinto originale. Si tratta di un meta-racconto di uno stereotipo che rappresenta la ragazza che si apre alla meraviglia (???) con fotomontaggi, deepfake e un paese vuoto e vacuo un po’ come le idee per questa campagna.

Non solo la campagna è inutile dal punto di vista artistico, ma sembra anche essere completamente fuori dal tempo. non parla ai millenals, ne parla alla gen z.  Come ha fatto notare Mario Moroni (autore del podcast il caffettino), questa campagna fa boomer da tutte le parti. È come se fosse stata pensata da una cinquantenne con la panza che va su TikTok per cercare di capire cosa fanno “i giovani”, Insomma, mi sento di poter affermare che la campagna del Ministero del Turismo sembra una delle più grandi “start-up di merda” degli ultimi anni. (Mario qui prepara il  bonifico per la marchetta!)

Ma quanti soldi sono stati spesi per questa campagna? Secondo le dichiarazioni ufficiali, la cifra si aggira sui 9 milioni di euro. Un bel gruzzolo, considerando che l’immagine della Venere è stata modificata al punto da risultare irriconoscibile rispetto all’originale, La Venere di Botticelli è stata ridotta a una caricatura di se stessa, e l’Italia a un luogo finto e privo di autenticità.

E’ stato dichiarato che L’ente Enit spenderà nove milioni di euro per promuovere l’Italia durante le stagioni primavera/estate e autunno/inverno, sui principali mercati internazionali. L’investimento si concentrerà sui paesi con flussi turistici esistenti e attesi, come Europa, Paesi del Golfo, USA, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australia. La metà dei soldi andrà ai principali hub aeroportuali e stazioni ferroviarie europee che hanno collegamenti diretti con l’Italia. Un video promozionale sarà trasmesso sui voli Ita Airways e sulle stazioni ferroviarie, mentre un QR code localizzato per paese richiamerà i visitatori al portale Italia.it. Circa 4 milioni di euro saranno destinati a campagne digitali internazionali per aumentare il traffico sul sito.

Non si può che rimanere senza parole di fronte a una spesa così ingente per un risultato così povero.  Parafrasando il noto autore di marketing Seth Godin, “il marketing non è più una questione di soldi. È una questione di idee” e anche per la creatività è cosi!

Ebbene, in questo caso sembra che non ci sia stata alcuna idea dietro questa campagna, solo una serie di scelte superficiali e fuori luogo che hanno portato a un risultato che non promuove l’Italia, ma la rende solo ridicola agli occhi del mondo.

Evoluzione Iconica: La Storia del Marchio Stella Artois e il Nuovo Brand

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il marchio di birra Stella Artois è conosciuto in tutto il mondo per la sua lunga storia, il suo gusto raffinato e la sua identità visiva iconica. Difatto il logo di Stella Artois è uno dei marchi più antichi ancora in uso nel mondo delle birre. Con una storia che risale al 1366, quando la birreria Den Hoorn fu fondata in Belgio, il marchio è stato successivamente acquisito da Sebastian Artois nel 1708. Da allora, il marchio ha subito diverse evoluzioni, ma il logo originale del corno, simbolo di abbondanza e celebrazione, è rimasto un elemento distintivo del marchio. Tuttavia, il marchio come lo conosciamo oggi è stato creato negli anni ’20, quando la birra è stata reintrodotta sul mercato come “Stella” in onore della stella a otto punte sul logo. Nel corso degli anni, il marchio ha subito diverse evoluzioni nel design del logo, passando da uno stile più elaborato e dettagliato negli anni ’20 a uno stile più minimalista e moderno negli anni successivi. Negli anni ’60, il logo di Stella Artois è stato ulteriormente semplificato, con l’introduzione del caratteristico logo rosso e bianco con la stella a otto punte al centro.

Nel corso dei secoli, Stella Artois è cresciuta fino a diventare una delle birre belghe più conosciute a livello internazionale, distribuita in oltre 80 paesi. Nonostante i cambiamenti nella gestione e nell’immagine di marca nel corso degli anni, il logo del corno di Stella Artois è rimasto fedele alle sue radici storiche, conferendo al marchio un’identità iconica e riconoscibile a livello globale.

La storia aziendale:

Fondata nel 1366 nella città di Leuven, in Belgio, Stella Artois ha una tradizione di oltre 650 anni nella produzione di birra di alta qualità, diventando un marchio di riferimento nel settore delle birre premium. Nel corso degli anni, Stella Artois ha evoluto il suo marchio e la sua identità visiva per rimanere rilevante e attraente per i consumatori moderni.

Di recente, il marchio ha presentato il suo nuovo Brand, un progetto di redesign del marchio sviluppato in collaborazione con lo studio di design JKR Global, con la consulenza del rinomato designer di lettering Alec Tear.

interpretazione del brief:

Il nuovo Brand di Stella Artois è il risultato di un’attenta riflessione sulla storia e le origini del marchio, nonché sulla sua evoluzione nel contesto contemporaneo. In collaborazione con i partner di AB InBev, Stella Artois e lo studio JKR Global hanno lavorato per creare un sistema di design contemporaneo che si estenda a tutti i punti di contatto del marchio, offrendo un’esperienza di marca distintiva e riconoscibile.

Uno degli aspetti chiave del nuovo Brand di Stella Artois è l’ispirazione tratta dai moderni codici del lusso e della moda. Questo si riflette nell’uso di materiali di alta qualità, finiture raffinate e dettagli eleganti in tutti gli elementi del marchio, dalle etichette alle lattine, dalle bottiglie alle scatole e ai calici. Il marchio mira a offrire un’esperienza premium e sofisticata ai suoi consumatori, sia nel prodotto stesso che nell’estetica del marchio.

Il lettering:

Alec Tear, noto designer di lettering, ha giocato un ruolo chiave nella redesign del logo di Stella Artois. Nel suo lavoro, Tear ha affrontato la sfida di reinterpretare il logo esistente in modo da rispettarne la storia e l’eredità. L’obiettivo era di offrire un logo che fosse moderno e distintivo, ma che allo stesso tempo richiamasse la longeva tradizione del marchio. Il nuovo Brand è stato progettato per catturare l’attenzione dei consumatori e per evocare un senso di orgoglio ed eleganza ma allo stesso tempo renderlo più pulito e armonioso con il suo contesto circostante.

la strategia:

Secondo lo studio JKR Global, il nuovo Brand di Stella Artois è stato progettato per essere “visibile e condivisibile”. Questo significa che ogni aspetto del marchio, dai materiali di imballaggio alle etichette, è stato creato per catturare l’attenzione dei consumatori e promuovere la condivisione su diversi canali di comunicazione, compresi i social media. Il design contemporaneo e sofisticato del Brand è stato pensato per essere distintivo e riconoscibile, permettendo al marchio di distinguersi dalla concorrenza e di rimanere impresso nella mente dei consumatori.

Le immagini

Una delle caratteristiche chiave del nuovo Brand di Stella Artois è l’uso di lifestyle photography realizzata da Cait Oppermann. Attraverso il suo obiettivo, Oppermann cattura momenti di bellezza intorno al tavolo, con storie intriganti e inaspettate in cui si incontrano cultura alta e bassa, e una qualità cinematografica che eleva il quotidiano. Queste immagini sono state integrate nel nuovo Brand di Stella Artois per trasmettere l’esperienza di consumo del marchio in modo coinvolgente ed emozionale. Le fotografie ritraggono persone che condividono momenti di convivialità intorno a un bicchiere di Stella Artois, sottolineando l’importanza delle connessioni sociali e dell’ospitalità nella cultura del marchio. il logo di Stella Artois è stato sottoposto a un restyling per renderlo più contemporaneo e coerente con il nuovo sistema di design del marchio. Il risultato è un logo pulito e riconoscibile, con un carattere tipografico distintivo che richiama l’estetica del lusso e della moda. Il logo è stato progettato per funzionare su diversi canali di comunicazione, dai social al packaging alle etichette, per adattarsi alle diverse dimensioni e ai diversi materiali su cui viene applicato.

Il design system:

Inoltre, lo studio JKR Global ha svolto un ruolo di primaria importanza nella creazione del nuovo Brand di Stella Artois. In collaborazione con AB InBev, lo studio ha sviluppato un sistema di design contemporaneo che si estende a tutti i touchpoint del marchio, compresi packaging, etichette, materiale pubblicitario e altro ancora. L’obiettivo era di creare un’esperienza di marca coesa e distintiva, che riflettesse l’identità e i valori di Stella Artois in modo contemporaneo e attraente per i consumatori di oggi.

Oltre al logo, il nuovo Brand di Stella Artois include anche un sistema di design unificato per l’imballaggio dei suoi prodotti. Le lattine, le bottiglie, le scatole e i calici sono stati progettati con una nuova estetica contemporanea. I materiali di imballaggio sono di alta qualità, con finiture raffinate e dettagli eleganti che conferiscono al marchio un aspetto sofisticato e premium. Il sistema di design unificato consente una facile riconoscibilità del marchio sui diversi formati di imballaggio e promuove una coerenza visiva in tutti i touchpoint del marchio. Una delle caratteristiche chiave del nuovo Brand di Stella Artois è anche l’enfasi sulla sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa. Il marchio ha posto una grande attenzione all’utilizzo di materiali riciclabili e all’adozione di pratiche sostenibili nell’intera catena di produzione. Questo impegno verso la sostenibilità è evidenziato anche nel design dell’imballaggio, con un’attenzione particolare all’utilizzo di materiali eco-friendly e a una gestione responsabile dei rifiuti.

Il mercato globale:

Inoltre, il nuovo Brand di Stella Artois riflette anche l’approccio globale del marchio. Stella Artois è una birra con una storia di successo a livello internazionale, e il nuovo Brand è stato progettato per essere riconoscibile e rilevante in diversi mercati di tutto il mondo. Il design pulito e sofisticato del marchio si presta bene a una comunicazione visiva efficace a livello globale, permettendo al marchio di espandersi ulteriormente e di raggiungere nuovi consumatori in diverse parti del mondo esprimendosi in maniera mirata alle macro categorie dei clienti.

Inoltre, il nuovo Brand system di Stella Artois è stato creato per essere versatile e adattabile a diverse occasioni di consumo. Che si tratti di un momento di relax a casa, di una cena con gli amici o di una serata in un bar alla moda, il marchio si adatta a diverse situazioni di consumo e si integra perfettamente in diverse esperienze di consumo. Questa flessibilità nel design del marchio permette a Stella Artois di essere rilevante per una vasta gamma di consumatori in diverse occasioni di consumo, mantenendo al contempo una forte coerenza del marchio.

La presenza social

Con la crescente presenza dei social media e la velocità con cui le informazioni si diffondono online, è essenziale che i marchi siano riconoscibili e coerenti in tutti i canali di comunicazione. Il nuovo Brand è stato progettato con questa consapevolezza, creando un’identità di marca distintiva e facilmente riconoscibile che si presta bene a una comunicazione digitale efficace. lo studio JKR Global ha sottolineato l’importanza di creare un marchio “visibile e condivisibile”. Nell’era dei social media, la condivisione di esperienze e di contenuti online è diventata una parte integrante della cultura del consumo. Il nuovo marchio di Stella Artois è stato progettato per essere visibile e condivisibile sui canali digitali, con un design accattivante che si presta bene a essere condiviso sui social media e a generare interazioni e coinvolgimento da parte dei consumatori.

Il nuovo Brand è stato accolto positivamente dai consumatori e dalla comunità del settore delle bevande oltre che dagli stakeholder dove il design contemporaneo e sofisticato del marchio è stato apprezzato per la sua distintività e riconoscibilità, mentre l’attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa ha ottenuto elogi per l’impegno di Stella Artois nei confronti dell’ambiente e della società. Questo nuova immagine  va considerato come un passo avanti importante nella costruzione di un marchio moderno e allineato alle aspettative dei consumatori attuali. Stella Artois continua a essere un marchio di riferimento per gli amanti della birra in tutto il mondo, e il suo nuovo Brand rappresenta una testimonianza della sua volontà di adattarsi ai tempi e di affrontare le sfide del futuro. Con una combinazione di tradizione, innovazione e responsabilità sociale d’impresa, Stella Artois si posiziona come un marchio di birra premium all’avanguardia, pronto a soddisfare le aspettative dei consumatori moderni e a prosperare nel competitivo mercato delle bevande alcoliche.

Premier League, presentato un nuovo font: più leggibile a distanza

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La Premier League sta per introdurre un nuovo tipo di carattere per le maglie delle squadre a partire dalla stagione 2023-2024. Il font è stato creato in collaborazione con Avery Dennison, che ha sostituito Sporting ID come fornitore ufficiale della Premier League nel 2019.

Secondo la Premier League, il nuovo tipo di carattere è stato progettato per migliorare l’esperienza dei tifosi, rendendo più facile per loro identificare i giocatori e seguire la partita. Il font sarà utilizzato per i nomi dei giocatori e i numeri sulle maglie, nonché per i distintivi delle maniche delle maglie.

Il nuovo tipo di carattere sarà disponibile in una vasta gamma di colori, che consentirà alle squadre di personalizzare le loro maglie in base ai propri colori sociali. Ciò garantirà che ogni squadra abbia un look unico e riconoscibile.

Il nuovo tipo di carattere è stato testato in campo dai commentatori della Premier League Martin Tyler, Jim Proudfoot e Joe Speight, presso lo stadio della squadra del Brentford, il Gtech Community Stadium. Secondo i commentatori, il nuovo font è molto leggibile e facile da identificare, il che lo rende ideale per i tifosi che seguono la partita da casa.

Il nuovo tipo di carattere è stato creato per sostituire il font attuale, che è stato introdotto nel 2017. Il font attuale ha ricevuto alcune critiche da parte dei tifosi, che lo hanno trovato difficile da leggere e poco attraente. Il nuovo tipo di carattere è stato progettato per risolvere questi problemi e migliorare l’esperienza generale dei tifosi.

Il Chief Commercial Officer della Premier League, Will Brass, ha dichiarato: “Il tipo di carattere è diventato parte integrante dell’identità della Premier League. Siamo felici di poter lavorare con Avery Dennison per creare un nuovo tipo di carattere che sia moderno e leggibile, ma che mantenga anche l’identità della competizione.”

Il nuovo tipo di carattere della Premier League è un esempio di come la tecnologia possa essere utilizzata per migliorare l’esperienza dei tifosi. Offrendo un design moderno e leggibile, la Premier League sta dimostrando il proprio impegno per l’innovazione e l’eccellenza.

Sarà interessante vedere come i tifosi reagiranno al nuovo tipo di carattere quando le nuove maglie verranno presentate in vista della stagione 2023-2024. Tuttavia, la Premier League è fiduciosa che il nuovo tipo di carattere riceverà un’accoglienza positiva da parte dei tifosi e delle squadre.