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sabato, Luglio 27, 2024
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Italia: open to cliché, e chiusa alla creatività!

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Con la recente campagna pubblicitaria dell’Italia che utilizza l’immagine della Venere di Botticelli per promuovere il turismo nel Paese, sono sorti diversi dibattiti e opinioni contrastanti riguardo l’efficacia e la rappresentatività dell’immagine scelta.

La nuova campagna di promozione del turismo italiano “Italia: open to meraviglia” è stata presentata dal Ministero del Turismo ed Enit con il contributo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio. Il testimonial della campagna è la Venere di Sandro Botticelli, una “virtual influencer” che viaggerà lungo il Bel Paese per raccontare le bellezze paesaggistiche, le città d’arte, i borghi, la gastronomia e le offerte turistiche uniche che caratterizzano l’Italia.

L’Italia è un Paese bellissimo, non c’è dubbio,  con una cultura e una storia millenarie che affascinano il mondo intero. Peccato che spesso, invece di sfruttare al meglio queste risorse, ci si accontenti di ricorrere a luoghi comuni e stereotipi per promuovere il nostro Bel Paese (citando il professore: l’Italia è bellissima, il problema sono l’italiani)

E così, abbiamo assistito all’ennesimo esempio di questa triste abitudine con la campagna pubblicitaria che utilizza la Venere di Botticelli per promuovere l’Italia. Ma siamo seri? Non potevamo trovare di meglio? Dobbiamo davvero continuare a raccontare il nostro Paese come se fosse un museo a cielo aperto, con i soliti cliché di pizza, mandolino e monumenti antichi? verybello e italia.it non ci hanno insegnato nulla? RICORDATE? Il progetto, costato 35mila euro, sarebbe dovuto diventare il contenitore per la promozione turistica del patrimonio culturale italiano a livello globale, ma i limiti dell’operazione sono emersi ben oltre le criticità lessicali del nome. Tuttavia, nonostante il fallimento di VeryBello, il Ministero della Cultura ha deciso di investire quasi 25 milioni di euro nel sito Italia.it per la promozione turistica italiana, con altri 13 milioni di euro previsti per la creazione di un nuovo sito, pubblicità, indagini e costosi video. tutte operazioni che hanno cessato di esistere dopo nemmeno un anno.

Io sinceramente, davvero me li immagino, poverini,  quelli di armando testa chiusi in brainstorming da 7 giorni, con le ascelle pezzate, ormai stanchi e disperati, che esordiscono con “IDEA! FACCIAMO QUALCOSA DI INNOVATIVO!!!! MAI VISTO, TRASFORMAIMO LA VENERE NELLA FERRAGNI!” bella zio, e giù a darsi pacche sulla schiena, tipo terzo tempo di rugby.

Se ciò non bastasse c’è di più: il volto della Venere è stato ridisegnato con una pazienza e un senso della misura unici, che ha richiesto probabilmente anche l’uso di tecnologie 3D. Ecco perché la Venere originale, con il suo volto antico e malinconico, non sarebbe stata in grado di trasmettere i concetti che devono veicolare la nuova campagna pubblicitaria.

Chapeau, Armando Testa, proprio quando pensavamo che il mondo della pubblicità non potesse più stupirci, eccovi qui a dimostrarci il contrario e visto che le forme morbide della venere poco si confà ai canoni delle instagrammerz prendiamo solo foto stock di signorie super magre cosi da buttare al ortiche anche tutti i discorsi di body-postivity. E si, signori, ho scritto proprio “foto stock”, in quanto per una campagna di questa portata si è pensato bene di non fare un servizio fotografico ad hoc!

Gaffe nella gaffe il dominio opentomeraviglia.it non è stato neppure acquistato. Si tratta di una gaffe clamorosa, che dimostra una totale superficialità da parte dell’agenzia creativa incaricata della campagna. Ma chissà, forse è stata una scelta strategica: dopo tutto, perché acquistare un dominio che rispecchia il nome della campagna quando si può utilizzare un sito già esistente come italiantourism.com? Tuttavia, è difficile credere che una scelta simile sia stata fatta con una logica di risparmio di tempo e denaro piuttosto che con la consapevolezza della scarsezza di idee. La campagna si presenta dunque come un’occasione mancata, una delle tante che il nostro paese sembra non saper cogliere per promuovere il turismo in maniera moderna e innovativa.

Ma non è finita qui, cari lettori. Se già il fatto che il dominio opentomeraviglia.it non sia stato acquistato è piuttosto imbarazzante, la situazione diventa ancora più paradossale se consideriamo il modo in cui sono state gestite le immagini sul sito del Ministero del Turismo. Infatti, come hanno sottolineato vari utenti, le immagini utilizzate sul sito sono state scaricate e trasferite via WhatsApp. Sì, avete letto bene: WhatsApp. Non c’è stato nemmeno l’impegno di trasferire le immagini in alta qualità. No, si è preferito fare le cose in modo frettoloso e poco professionale.

“e poi chi di noi non usa WhatsApp per scaricare immagini, no?”. E infatti, le foto scelte sembrano più adatte a una gita tra amici che a una campagna promozionale di un paese a cui non si è prestata nemmeno l’attenzione di raddrizzare li sfondi, la mia ocd mi sta uccidendo nel vedere il lago storto!

E questo, ancora una volta, non fa che mettere in luce la mancanza di attenzione e di impegno nella promozione del nostro patrimonio culturale e turistico. Una mancanza di impegno che, purtroppo, sembra essere una costante in molte delle politiche culturali del nostro Paese.

L’idea di utilizzare la Venere di Botticelli come virtual influencer vestita da ciclista, mentre mangia una pizza in riva al lago o mentre si fa un selfie in piazza San Marco, sembra essere stata presa senza alcuna considerazione per il valore artistico del dipinto originale. Si tratta di un meta-racconto di uno stereotipo che rappresenta la ragazza che si apre alla meraviglia (???) con fotomontaggi, deepfake e un paese vuoto e vacuo un po’ come le idee per questa campagna.

Non solo la campagna è inutile dal punto di vista artistico, ma sembra anche essere completamente fuori dal tempo. non parla ai millenals, ne parla alla gen z.  Come ha fatto notare Mario Moroni (autore del podcast il caffettino), questa campagna fa boomer da tutte le parti. È come se fosse stata pensata da una cinquantenne con la panza che va su TikTok per cercare di capire cosa fanno “i giovani”, Insomma, mi sento di poter affermare che la campagna del Ministero del Turismo sembra una delle più grandi “start-up di merda” degli ultimi anni. (Mario qui prepara il  bonifico per la marchetta!)

Ma quanti soldi sono stati spesi per questa campagna? Secondo le dichiarazioni ufficiali, la cifra si aggira sui 9 milioni di euro. Un bel gruzzolo, considerando che l’immagine della Venere è stata modificata al punto da risultare irriconoscibile rispetto all’originale, La Venere di Botticelli è stata ridotta a una caricatura di se stessa, e l’Italia a un luogo finto e privo di autenticità.

E’ stato dichiarato che L’ente Enit spenderà nove milioni di euro per promuovere l’Italia durante le stagioni primavera/estate e autunno/inverno, sui principali mercati internazionali. L’investimento si concentrerà sui paesi con flussi turistici esistenti e attesi, come Europa, Paesi del Golfo, USA, Centro e Sud America, Cina, India, Sud Est Asiatico e Australia. La metà dei soldi andrà ai principali hub aeroportuali e stazioni ferroviarie europee che hanno collegamenti diretti con l’Italia. Un video promozionale sarà trasmesso sui voli Ita Airways e sulle stazioni ferroviarie, mentre un QR code localizzato per paese richiamerà i visitatori al portale Italia.it. Circa 4 milioni di euro saranno destinati a campagne digitali internazionali per aumentare il traffico sul sito.

Non si può che rimanere senza parole di fronte a una spesa così ingente per un risultato così povero.  Parafrasando il noto autore di marketing Seth Godin, “il marketing non è più una questione di soldi. È una questione di idee” e anche per la creatività è cosi!

Ebbene, in questo caso sembra che non ci sia stata alcuna idea dietro questa campagna, solo una serie di scelte superficiali e fuori luogo che hanno portato a un risultato che non promuove l’Italia, ma la rende solo ridicola agli occhi del mondo.

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Lombardo Marco
Lombardo Marcohttp://wiredlayer.com
Marco lombardo è il fondatore di robadagrafici.net Si occupa di aiutare i marchi a crescere. Crea identità memorabili grazie a strategie che ne rafforzano l'identità. marcolombardo@wiredlayer.com info@robadagrafici.net
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