martedì, Luglio 1, 2025
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Tema: “la mia va(c)canza a Zurigo”

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Svolgimento: “Navigando su internet…”… no… “Un sito realizz…”, nemmeno. “In termini di navig…”. Uhm… nooo…

BRUUUUUUUUUUTTTOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Ma bruttobruttobruttobrutto!!!

Ora sì… E basta… Molti clienti (Un esempio su tutti: il “nostrano” Giovanni Rana) scelgono di “metterci la faccia” nel pubblicizzare la propria attività. Beh, io qui la faccia proprio non ce l’avrei messa. E voi?

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Orsù, iniziamo. Parliamo della home page. Mostra quello che dovrebbe essere l’esterno dell’hotel ma che in realtà è un obbrobrio che più obbrobrio non si può. Per i niubbi tecno-curiosoni l’immagine è ottenuta con una funzione di Adobe Flash che permette di vettorializzare le fotografie e le immagini di tipo bitmap, con risultati non sempre soddisfacenti. Beh, questo li batte tutti.

La pagina iniziale è una specie di fluid-layout “de noartri”, dovuto al fatto che Flash rimpicciolisce gli swf se cambiamo le dimensioni della finestra.

Il menù, a destra, è l’unica cosa prettamente visibile. Tralasciando lo stile grafico dei bottoni, ANCORA A USARE LE CLIPART COME GRAFICA?!?!?! Siamo nel terzo millennio, a momenti partiamo veramente verso destinazioni ignote con l’Enterprise e voi… ANCORA A USARE LE CLIPART COME GRAFICA?!?!?!?! Ma pporcptn@#[* ascfatà ayatollà ramayà (quest’ultima antica invocazione sarà riconosciuta dai più vegliardi).

Scusate, mi ricompongo. L’elenco questa volta sarebbe lungo. Cito alcune cose: l’animazione del titolare (il “metterci la faccia“ di cui sopra, che tutto risulta fuoché simpatico), l’orologio in basso a sinistra, l’utilizzo del Times New Roman (ebbene sì, avete capito bene…). E… dulcis in fundo… IL CURSORE A FORMA DI MUUUUUUUUUUUUUUCCAAAAAAAAAAAA…ho capito che è l’hotel mucca-pazza, ma il cursore a forma di mucca nooooooo!!! E’ inguardabboli!!! Metti un’opzione per attivarlo o disattivarlo!!! Dulcis in fundissimo? Lo spottone pubblicitario, dove troviamo due anime perse per quel di Zurigo alla ricerca di un posto letto. E per il gioco delle somiglianze: chi vi ricorda il tizio con l’orecchino? Tralascio commenti sullo spot in sè. E’ un comico-trash che dura quanto una visita odontoiatrica: troppo.

In compenso vorrei soggiornare in questo hotel solo per vedere lo scivolo-pupazzo-portavivande in giardino, partorito dalla (de)mente di chissàcchi.

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Tornando alla navigazione sul sito, un punto a favore tutto sommato c’è: i panorami a 360° dell’hotel. Che con un po’ di sforzo avrebbero potuto inserirli al posto di quella specie di navigazione “fittizia” che c’è ora tra i vari ambienti. A proposito, le pop-up non si usano più dai mondiali di Spagna, o giù di lì. Aggiornatevi, please!

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Chiudo, con una richiesta. Anzi, un ordine!!! Avete tempo fino al 16 per votarci sui Macchianera Awards

…altrimenti verrò a recensire orribilmentevolissimevolmente i vostri siti uèbbb!!!!!

TREEEEEEEEEMAAAAAAAAATEEEE!!!! Cioé. VOTAAAAAAAAATE!!!!

 

 

Odio dormire – Massimo Nava

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Ben ritrovati amici di robadagrafici!

Questa settimana ho il piacere di intervistare Massimo Nava: instancabile docente di digital art e web marketing, grande appassionato del proprio lavoro.

 

Ciao Massimo! Benvenuto!

Grazie grazie grazie. Sono contento di essere qui e poter partecipare a questa intervista per gli amici di RDG  🙂

 

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Inizi come fumettista e illustratore poi grafico/programmatore e docente. Raccontaci di questa metamorfosi. 

In realtà il mio percorso credo sia piuttosto comune (e forse un pò banale, ma chi se ne importa): disegno di tutto da quando ho memoria, richiamato praticamente da tutte le insegnanti di asilo, elementari e medie perchè “potevo dare di più, ma è fissato con il disegno”. Fin da piccolo ho collezionato qualsiasi cosa attirasse la mia attenzione a livello visivo e, nel corso degli anni, crescendo, ho usato tutto quel che avevo a disposizione per crescere (libri e riviste, per lo più, e tanta tanta esercitazione).

Con l’arrivo dei computer (commodore64 > amiga500 > Pc > Mac) e soprattutto con l’avvento di internet ho iniziato ad avere fame, tanta fame di conoscere, di vedere, di scoprire e  dedicarmi a tutto ciò che era “Visual”. Non ho mai abbandonato la dimensione cartacea (utilissima ancora oggi in fase progettuale) e, osservando autori, designers e illustratori mi sono buttato a capofitto nel settore, frequentando dei corsi (per lo più in giro per l’Italia) per aver la possibilità di trasformare una passione in lavoro.

Illlustrazione digitale, poi Grafica e, nei limiti di quel che so fare, programmazione (in realtà non son un programmatore ma crescendo, dovendo riparare i danni altrui, ho imparato ad interagire anche con i codici dei siti, fino a diventare -relativamente- autonomo).

Quasi per caso diventai docente, all’epoca erano appena arrivate le famose “patenti ECDL” e grazie alla direttrice di una scuola mi fu data la possibilità di ricoprire quel ruolo. Così ho scoperto che adoravo l’interazione e lo scambio che nascono in classe. Maturando ho poi avuto la possibilità di dedicarmi a ciò che facevo per lavoro, costruendo alcuni percorsi didattici un pò diversi dal consueto (dove possibile) insieme con i partecipanti di ogni classe. Uno stimolo continuo al quale non ho mai rinunciato e che infine, un paio di anni fa, è diventato quel piccolo mondo dei webinar che costruisco insieme con i partecipanti, un giorno alla volta.

 

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Nel novembre 2011 nasce il progetto Artlandis Webinar and Workshop. Questi sono i numeri: 180 seminari online gratuiti, numerosi Workshop, incontri, contest ed eventi sul territorio. Com’ è evoluto il progetto nel corso degli anni?

Il mondo di “Artlandis’webinar” è nato e si è evoluto quasi naturalmente: inizialmente era solo la “congiunzione” delle mie attività lavorative e non (un metodo di insegnamento/condivisione online che usavo per lavoro, per alcune scuole sul territorio + la mia esperienza con Grafici Creativi, di cui sono admin, attraverso il quale organizzavo e gestivo eventi sia dentro che fuori la rete). Pian pianino ci ho preso gusto e grazie all’enorme quantità di stimoli, idee e proposte che arrivano dai partecipanti è mutato in qualcosa di un diverso, coinvolgendo altri docenti che avevano voglia di condividere le loro conoscenze e organizzando pian pianino altri eventi, contest e occasioni partecipative diverse.

Collaborando con tante realtà (agenzie e scuole per lo più) ho cercato di convertire ciò che usavo per lavoro in contenuti utili alla “mission” dei webinar (conoscenza aperta, reale e condivisibile) mettendo a frutto ogni appuntamento per crescere io stesso (opportunità che nasce dallo studio che precede ogni webinar e dallo scambio con i partecipanti di cui parlavo). Ho infuso idee al progetto ed energie al meglio che potevo. Senza mai pentirmente, devo dire.

Artlandis’ webinar non ha una sua Forma, muta secondo necessità. Cambia con me, con gli utenti, con la rete. La Sostanza che mi piace. Per questo nella terza stagione, in arrivo da metà ottobre, arriveranno altre costole del progetto, alcune già annunciate (o rimandate per motivi di tempo) sempre nell’ottica della collaborazione aperta, senza la noia di sponsor dalle assurde pretese e il tedio del business a tutti i costi)

 

E-mail e web marketing, Social Media Marketing, Logo design, Corsi di Photoshop, Illustrator, Indesign, Dreamweaver, Web Design… e molti, molti altri corsi. Come fanno tutte queste conoscenze a vivere in una persona sola? Come hai potuto apprendere questa montagna di informazioni a livelli “master”?

A livelli “master” non so (ma grazie per il complimento :D) semplicemente nel corso degli anni, un pò per quella fame di conoscenza e per passione, un pò perchè gestendo team di persone avevo bisogno di aver padronanza di alcuni argomenti, ho sempre voluto sperimentare/usare/approfondire tutto ciò che tornava utile per il mio lavoro.

Di conseguenza, lavorando tanto senza guardarmi mai indietro, giorno dopo giorno ho imparato a coniugare ogni strumento ed a non “aggirare” l’ostacolo ma tentare di superarlo, cercando di usare tutti gli strumenti alla mia portata nei progetti che gestivo. Avendo quella passione estrema per questo lavoro mi viene spontaneo dedicare momenti “liberi” all’approfondimento, all’uso e allo studio nei miei progetti di tante risorse diverse (e considerando che detesto dormire da quando ero piccino, la notte mi offre tante ore in più da usare al meglio). Ultimo ingrediente: la curiosità, fondamentale non accontentarsi mai di ciò che si è, essere sempre curiosi e accettare tutte le sfide che la rete ci mette a disposizione.

 

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Quali sono i corsi più gettonati? Con che criterio scegli i corsi da proporre?

Fin dall’inizio i corsi più richiesti sono quelli dedicati al Social Media Marketing (la formula che propongo è più creativa che “accademica” e forse questo piace più del solito discutere retorico su argomenti triti e ritriti) seguito a ruota dagli argomenti “Visual” e “Digital Arts” che danno libero sfogo alle tecniche più diverse. Infine le lezioni su WordPress che attirano tutti quegli utenti desiderosi di essere anche semplicemente più autonomi rispetto al passato. Tutti gli altri argomenti attirano un pubblico dedicato, caso per caso.

Per la scelta dei corsi da proporre mi affido molto a chi mi segue, attraverso sondaggi frequenti e accettando i consigli di tanti che mi aiutano a far crescere il progetto dei Webinar. Credo che Ascoltare (con la “A” maiuscola dei Social Media) sia fondamentale e, nei limiti degli argomenti che conosco e degli strumenti online, cerco di accontentare tutte le richieste. Magari coinvolgendo chiunque abbia voglia di condividere la propria esperienza, come già succede.

 

Le tue lezioni si svolgono, come abbiamo già accennato, completamente online. Ho avuto modo di seguire sia dei corsi a pagamento che corsi free e sono rimasta piacevolmente sorpresa dall’ efficienza del mezzo. Lezioni professionali a costi contenuti. La domanda nasce spontanea: quali sono secondo te i limiti delle lezioni online?

Limiti formali secondo me non ce ne sono. Dipende, semplicemente, dal numero di ore previsto e dagli strumenti collaterali che il docente sfrutta. Organizzando bene le attività, anche tramite la condivisione (in entrata ed in uscita) di files, documentazione, streaming video e collegamenti, si può sviluppare (quasi) ogni tipo di argomento. Certo, l’esperienza in aula è qualcosa di diverso, ma una volta “abituatisi” al mezzo, tutto risulta più facile.

 

Preferisci un corso full immersion in aula ad un webinar o per te sono sullo stesso livello?

 

 

Per me l’aula resta il primo amore, devo dirlo. L’interazione fisica e reale è sempre più coinvolgente (e meno dispersiva) ma cerco di portare il mio “metodo” anche all’interno dei webinar dove la non-formalità e un sorriso possono rendere più leggera una lezione da seguire.

 

Cosa hai in serbo per la prossima stagione di Artlandis?

Stiamo per lanciare il nuovo sito e la nuova “veste” funzionale dei canali Sociali attraverso i quali diffondo ogni contenuto/informazione, raccogliendo l’esperienza (e gli errori) del sito attuale per canalizzare al meglio tutti i contenuti rilasciati di appuntamento in appuntamento. Ci saranno inoltre contest/sfide creative mensili, senza premio, solo per il gusto di partecipare/esercitarsi/condividere offrendo poi ai partecipanti di mostrarsi adeguatamente attraverso un nuovo progetto il “co-magazine” lanciato qualche mese fa che partirà ufficialmente in ottobre.

Anche il format dei webinar sta cambiando e l’esperienza formativa godrà di nuovi strumenti e nuove modalità perchè ogni lezione diventi parte di un insieme più grande per chi ha voglia di crescere (e, come sempre, di condividere).

 

Chat, forum e community: strumenti che usi moltissimo per diffondere il nome di Artlandis e per tenere alta l’attenzione dei tuoi seguaci. Che ruolo hanno avuto nella diffusione dei tuoi corsi e delle tue attività? 

In realtà devo tutto a loro 🙂 A parte qualche mini-campagna su Facebook che uso per accogliere nuovi utenti, uso moltissimo i Socials, in tutti i modi che posso: dalla condivisione alla raccolta degli strumenti, dalla pubblicazione delle slides alle “gallery”. Usare la rete, magari senza prendersi troppo sul serio, ci aiuta e stimola tutti, docenti inclusi 🙂

 

Visto che per reperire tue informazioni esistono decine e decine di link (che tra l’altro inserirò in fondo all’articolo) ho deciso di farti qualche domanda speciale. Sei contento?

Una Pasqua 😀

 

PASSIONE – SAPER FARE – FANTASIA – DEDIZIONE. Mettili in ordine di importanza (dal più importante al meno importante). 

PASSIONE (il miglior stimolo per allontanare la stanchezza) – SAPER FARE (necessario studiare e crescere. Mai accontentarsi) – DEDIZIONE (Perchè un albero forte e robusto non cresce in un giorno. Quanto tempo serva non lo decide nessuno. Quindi, avanti tutta, finchè soffia il vento della Passione) – FANTASIA (importante ma, ne sono convinto, la Fantasia non è per forza una dote naturale. E’ una capacità che va alimentata, giorno per giorno. E la rete ti offre tutto ciò che serve per essere nutriti e soddisfatti)

 

Cosa ne pensi di piattaforme come Freelancer.com, Twago, Starbytes e simili? Li consiglieresti ad un tuo studente?

Consigliarlo o meno credo dipenda dal caso singolo. In generale queste piattaforme, come tante altre, svolgono un ruolo che può essere utile per qualcuno, soprattutto all’inizio o per farsi le ossa. L’argomento è ostico e ci sono tanti “pro” quanti “contro” ma, ne sono convinto, nell’ecosistema della rete tutto può servire.

 

Molti ragazzi hanno seria difficoltà a reperire clienti. Che consiglio ti sentiresti di dare per aumentare il pubblico e quindi riuscire a vivere – finalmente– del proprio lavoro di grafici e/o web designer?

Quel che consiglio spessissimo è di organizzare bene la propria Identità (dentro e fuori la rete), curando bene tutti gli aspetti del profilo personale, senza abusare degli strumenti disponibili (un classico: il portfolio di tanti con mille lavori diversi distribuiti senza che ne possa emergere un tratto distintivo). Fondamentale guardarsi bene allo specchio e decidere CHI essere e COME trasmettere le proprie capacità, avendo coscienza dei propri limiti o, per lo meno, dei punti di forza di cui ci si dota.

Inutile presentarsi in modo indistinto e dispersivo. Gli stessi “socials” secondo me non sono adeguatamente sfruttati da tanti grafici e web designers che si mostrano come “cloni” di tanti altri. Meglio concentrarsi, magari sui settori specifici e, perchè no, focalizzare l’attenzione concentrando le proprie energie e presentarsi, appunto, come “specialista” di un dato segmento commerciale (es. food, musica, cinema, corporate, ecc..).

Inutile poi avere un mega-sito portfolio che nessuno magari visita, meglio sfruttare i vari Behance, Linkedin, Pinterest per raccogliere i lavori partecipando a quelle community e, fondamentale, mostrare anche i “dietro le quinte” (WIP), che a volte comunicano molto sul metodo di lavoro scelto, differenziando i “mercenari” da chi questo lavoro lo fa sul serio e ci crede.

 

Hai avuto mai dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e partire per la legione straniera?

Mollare il mio lavoro e le mie passioni no. Abbandonare l’Italia si. Per i motivi che conosciamo e viviamo tutti i giorni.

 

Quante volte sei dovuto scendere a compromessi per amore del lavoro?

Tantissime volte. Fa parte del gioco.

 

Un essere umano “no limits” e su questo siamo d’accordo. Come fai a conciliare tutte le tue attività? Insomma, le giornate sono composta da 24 ore e, a meno che tu non dorma, non trovo siano abbastanza per fare tutto quello che fai! Ma la tua ragazza la vedi? 🙂 

Di la verità, questa te l’ha suggerita la mia ragazza 😀 In realtà non ci vediamo quanto vorrei (ma questa cosa sta per cambiare, spero :P) ma ho la fortuna di stare con una persona molto comprensiva, quindi se a volte capita di dover rinunciare a qualcosa per necessità di lavoro in qualche modo si riesce a parlarne. Santa donna. (Ovviamente le farò leggere questa parte così faccio bella figura con lei. Forse però questo non dovevo scriverlo. Uhm…)

Scherzi a parte, premesso che odio dormire, come ho scritto prima, la mia fortuna è che il lavoro che faccio coincide con quel che mi piace fare. La Tv non la guardo mai, se non in sottofondo. L’X-box mi ha mandato un sms per dirmi che le manco. La Wiifit ha telefonato alla dietologa, preoccupata della mia salute. Quindi per rilassarmi spesso continuo a fare quel che faccio per lavoro. Sembra strano ma…beh, ognuno è fatto a modo suo.

Una cosa però ci tengo a dirla: per riuscire a fare tante cose è importante organizzarsi bene. Non mi riferisco solo alla dimensione “oraria” (che spesso non dipende da noi) ma alla pianificazione delle attività ed all’ottimizzazione degli strumenti. Come sa chi segue i miei webinar parlo spesso di come usare gli strumenti per creare rapidamente e bene i nostri progetti, senza rinunciare a nulla in termini di qualità. Le possibilità ci sono ed io che non sono un “idealista” del settore, ma prediligo usare quello che funziona, funziona bene e rapidamente, punto ad ottimizzare ogni risorsa.

Infine, nel mio caso, aiuta molto avere uno Staff che sa cosa voglio e come lo voglio. Un aiuto prezioso soprattutto sul fronte lavorativo. Organizzarsi in gruppo, dialogando e confrontandosi continuamente, non può che far bene alle nostre attività.

 

Un saluto agli amici di RDG!

Ciao mitici, siete una grande e bella famiglia. La spontaneità che serve in rete (e che non è così frequente come sembra). Grazie di questa intervista, dell’opportunità e di avermi fatto notare che dovrei lavorare un pò meno e portare un pò più spesso fuori la mia ragazza 😛

 

 

Vuoi conoscere meglio Massimo Nava? Ecco i link!

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Di seguito qualche foto per conoscerlo meglio!

 

 

 

 

 

 

Sospetto che il comune di napoli si fumi la cicoria…non vogliono i lavori gratis… ma che io paghi per lavorare per loro…..#lavisibilitànonèuncompenso

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io non ci credo.
leggo e rileggo e continuo a non crederci. Io non posso credere che l’intera giunta di Napoli sia composta da incompetenti e che diano cosi poco credito a una professione, a una categoria e che manchino in maniera meticolosa e certosina di rispetto a tutta la categoria dei creativi!!! Io non posso credere che per un evento come il Vomero Notte 2013 evento che ha come scopo quello di promuovere il buono e la Napoli “bene” abbiano avuto  la bellissima pensata di chiedere, non solo il lavoro di una immagine coordinata gratis ma vogliono anche  che chi prende il lavoro ci spenda  soldi . Spiego meglio: il Vomero è uno dei quartieri più belli di Napoli,  vi sono i palazzi delle famiglie nobiliari dei Carafa, dei Conti di Acerra, dei Ruffo di Sicilia e  altri palazzi tutti storicamente importanti, è il quartiere più densamente popolato,  che nel 1980 presso il City hall café ospitò l’incotro tra Joseph Beuys e Andy Warhol ; cioè il Vomero ha una storia e una humus storico – artistico – culturale enorme e che ha un enorme peso nel panorama artistico nazionale. tanto vero che anche nel FANTASTICO bando di concorso è scritto “un ulteriore occasione di aggregazione sociale non convenzionale con contestuale attenzione e considerazione per i presidi turistico-culturali, espositivi, commerciali e produttivi  del Quartiere.” e si pone degli obbiettivi ammirevoli come: “promuovere e valorizzare risorse e patrimonio del territorio, agevolare i flussi turistici e non, contribuire al rilancio dell’economia, consolidare il legame del cittadino con il territorio, allargare l’offerta culturale, sociale e multiculturale” e intende farlo con un folto programma spalmato in 13 location del quartiere; tutto fantastico se non fosse che a un certo punto il bando scrive ” la realizzazione della manifestazione la Municipalità intende individuare, senza alcun onere e/o costo a carico dell’ente, un soggetto che curi la comunicazione e la promozione degli eventi ” va bene la crisi va bene che forse non avete la stessa liquidità del museo MADRE che si è sputtanato 20 mila euro in un logo.. però un MINIMO compenso sarebbe gradito… va beh sarei pure potuto passare oltre e pensare che un poter firmare un logo per un evento del genere possa essere un grande onore… ma non  credo proprio che faccia bene alla visibilità  di chi lo fa, al massimo la sera al pub con gli altri colleghi grafici te la puoi tirare, ma voi non vi limitate a richiedere un logo.. voi volete un intera immagine coordinata con tanto di gestione del sito… va bhe, ingoio il rospo e dico ci puo stare  “Borderline” ma ci puo stare ma appena dopo leggo che:

“””Il concorrente dovrà altresì fornire ed allestire a propria cura e spese un numero minimo di:

  1. n. 5 striscioni microforati bifacciali di dimensioni m.6 x m.1;
  2. n. 20 manifesti di dimensioni m.6x m.3;
  3. n. 100 manifesti di dimensioni m.1x m.1,40;
  4. n. 1000 locandine, formato A3;
  5. n. 100 vetrofanie adesive, formato A4;
  6. n. 50.000 programmi brochures della manifestazione,
  7. n. 10.000 flyers pubblicitari.

Nessun corrispettivo è dovuto per la fornitura. “””

COSAAAAAAAAAAAAA???? COS’é CHE VUOIIII??????  nooo … e uno scherzo…una trollata… qualche utente di rdg mi sta palesemente prendendo per il cu**….No… sito vero… bando vero…. tutto vero… MAPOrKK&%/&$/%&/|=!/**
e la presa in giro è ancora più palese dal fatto che scrivono ”

“Un’apposita Commissione vaglierà le proposte pervenute sulla scorta dei seguenti criteri: la valorizzazione dei talenti emergenti.” ma scrivono anche ” Dovrà essere prodotta una relazione sull’attività svolta nell’ultimo triennio” oltre che” una autocertificazione, corredata dal documento del legale rappresentante, che contenga la denominazione e sede  della ditta/impresa/società, il nominativo del legale rappresentante, gli estremi della iscrizione alla CCIAA e/o dell’atto costitutivo, la regolarità degli obblighi contributivi e previdenziali e del versamento dei tributi, l’insussistenza delle condizioni ostative”

Cioè tutte cose che un freelancer emergente non può avere, quindi quale ricerca di talento emergente state facendo??? Perché  poi un professionista o presunto tale dovrebbe regalare un lavoro al comune comune di Napoli che in qualsiasi altro comune verrebbe pagato minimo diecimila euro?

Caro comune di Napoli io sinceramente sono di Salerno e non ho la dialettica per poterti rispondere ma credo che i ragazzini di “io speriamo che me la cavo” si:

la visibilità non è mai un compenso adeguato e mai lo sarà. Abbiate almeno la compiacenza di non millantare un bando che non è un bando bensi un bella e buona presa in giro verso tutti coloro che della grafica e della comunicazione ne hanno fatto la loro ragione di vita. Utenti indegnetivi al hastag #lavisibilitànonèuncompenso

Viaggiare, lavorando (e viceversa) – Francesco Paciola

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Salve amici di “Soft chat interview”. Oggi intervistiamo per voi Francesco Paciola, direttore creativo calabrese, cresciuto a Cosenza ed emigrato prima a Roma per poi viaggiare in tutta Europa: noto come Franky Manocchio.

Attualmente è fermo ad Amburgo ma non sappiamo bene quanto tempo resterà.

 

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Chi è Franky Manocchio?

Franky Manocchio è un “personaggio-brand” misto tra fantasia e reale, diciamo un alias, un AKA, un quello che ve pare.

Nasce casualmente dalla combinazione di due fattori: Franky è “l’americanizzazione” del mio nome, mia madre da piccolo mi chiamava così a “mò di sfottò”, Manocchio è il nome dato dalle persone che compravano le t-shirt (con il marchio e le grafiche Manocchio ndr.), di conseguenza hanno iniziato a chiamarmi anche me che le disegnavo, credo più che altro per necessità di identificarmi. Involontariamente da persona sono diventato “personaggio”. Tutto è nato così senza volerlo.

 

I tuoi studi, le tue “influenze artistiche” (che iniziano in famiglia). Gli autori che porti nel cuore. 

Ho sempre odiato studiare, sincero, ho studiato (E studio) sempre solo quello che mi interessava veramente. Di sicuro ho sempre amato disegnare, il contatto della mina con il foglio bianco, i colori, i pennarelli. Ricordo che alle medie aspettavo le ore di educazione artistica e educazione tecnica con ansia. Gli altri giorni potevo fare anche “sega” a scuola, ma quando c’erano materie artistiche di mezzo, ore 8:00 ero già davanti al cancello della scuola. Poi Liceo Artistico, con le materie di Ornato, Figura, Modellato, Storia dell’Arte (si usa ancora l’Argan come testo?), era un flippare continuo. Inutile dire che seguivo con smodato interesse tutto questo filone di materie mentre snobbavo le altre. Cioè mi piaceva, ero stimolato, non sapevo dove mi avrebbe portato questo percorso, però lo seguivo e basta, una fede. Poi dopo il diploma capii perfettamente quale era la strada e mi iscrissi allo IED a Roma. Un bel periodo veramente.

Autori o artisti che “porto con me”, in verità non ne ho uno in particolare mi piace su tutto la corrente Futurista e qualche gradino più giù la POP ART.

Ma se dovessi farti dei nomi, così a bruciapelo ti direi Fortunato Depero ed Erberto Carboni, quando vedo i manifesti Campari o Barilla capisco cosa è l’Arte. Questo per quello che riguarda il lato più artistico del nostro mestiere, ma ve ne sarebbero così tanti da fare di nomi, che ne so, Bodoni il primo vero Type Designer italiano, il genio di B R U N O M U N A R I, Neville Brody, Aldo Novarese, Milton Glaser, Armando Testa, Vabbè ho capito, mi fermo qui.

 

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Nel 1998 nasce  “LOGOTYPE – branding design boutique”, creazione del “vestito perfetto per un’azienda”.

Il Core business dello studio è la progettazione e realizzazione marchi, logotipi e Pack. Tra i servizi anche web design. Sei sempre e solo tu che ti occupi di tutto oppure c’è qualcuno che collabora con te? 

No, no assolutamente, io curo gran parte della direzione creativa dei progetti, poi di volta in volta mi avvalgo di figure che siano il più vicino possibile alle esigenze e allo stile scelto per quel determinato cliente. Mi piace sempre conoscere e confrontarmi con professionisti che operano nel settore della comunicazione. Anche se per quanto riguarda il discorso dell’immagine corporativa è una cosa che seguo gran parte delle volte in prima persona. Si è una droga.

 

Sai perché ho deciso di intervistarti? Perché lavori viaggiando (o viaggi lavorando?). Esporti, riporti, diluisci, combini. Un buon metodo per stimolare la creatività. Credo il migliore. Cosa ti porta, in realtà, a cambiare spesso ambiente?

Senza ombra di dubbio la routine. La routine mi uccide, è una cosa più forte di me. E ti sono sincero, invidio tutti quelli che riescono ad essere sistematici anche a distanza di anni. Questo mi porta spesso a cambiare spesso ambienti e situazioni. Però è un’ottima scusa per vedere cosa fanno “gli altri”. Come si muovono, che formazione culturale hanno. Perché una font, un colore, un tipo di pack. Il nostro lavoro è fatto anche in gran parte di curiosità. La curiosità crea stimolo, smuove, secondo me è importante essere curiosi. La risposta è entrambi, approfitto del mio lavoro per viaggiare e viceversa.

 

Nella domanda precedente scherzavo. Ti intervisto in quanto sei un ottimo creativo e graphic designer. Osservo i tuoi lavoro da anni e non ti manca una certa dote di simpatia, ironia, anticonformismo.

Allora, tanto per cominciare quando dici “un ottimo creativo” prenditi le responsabilità di quello che dici. Io non l’ho mai detto (risate)…

La simpatia aiuta sempre, aiuta sempre a far arrivare il messaggio in un modo indiretto, in seconda battuta, ma arriva. Diciamo che quelli sui social sono come dire più giochi di stile dedicati a strappare un sorriso alle persone. Sorridere fa bene, mette di buon umore, aiuta ad avere una propensione positiva alla vita, alle cose. Dovremmo sorridere di più secondo me, oggi siamo un po’ tutti incazzati con qualcuno o qualcosa. Non è uno dei migliori periodi, Ok! Ma lamentarsi non fa altro che peggiorarci. Peggiora noi e il mondo che ci sta intorno.

Quando studiavo allo IED mi sentivo dire spesso che avevo “una mano felice” e io rispondevo sempre: scusa, com’è “una mano triste?”.

Credo sia un’attitudine. Non saprei dirti, non è una cosa che cerco, mi viene naturale, mi piace. È come spiegarti come si fa ad essere anticonformisti? Boh, uno mica lo sa che è anticonformista, magari se ne accorge perché non è conformista, ma essendo in un modo non sai che quello è anticonformismo. Ma se lo dici tu, mi fido.

 

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Quanta influenza ha avuto nella tua vita e nel tuo lavoro il tuo “nomadismo”?

FON DA MEN TA LE! Inutile nasconderlo, viaggiare apre la mente, ci sta ben poco da fare. Fa scattare tutta una serie di processi, di sensazioni, emozioni che magari fino a quel momento non avresti pensato. Poi ci sono luoghi che ti ispirano di più, altri meno, però ogni posto in cui vai ha sempre qualcosa da raccontarti, bisogna avere orecchio per ascoltarlo, poi questo si riflette anche nella tua professione. Ti arricchisce, ti valorizza come persona, ti aiuta a pensare in modo diverso (inconsciamente). L’unico problema del “nomadismo” è che se poi ci prendi gusto è difficile smettere. Però anche vero che prima o poi bisogna mettere radici da qualche parte. Ma forse forse anche No. Vedremo in futuro, chi lo può dire.

 

E Manocchio? Da dove viene fuori? Quando?

Il marchio Manocchio fece la sua prima comparsa il 9 Agosto 2002, data dell’inaugurazione dello studio. Il marchio in verità fu progettato per identificare Logotype Design (oggi Paciola Design ndr.). Di fatto rappresenta gli elementi base della comunicazione visiva. La mano, quindi il disegno, il tatto, la creazione (old school). E l’occhio, ovvero lo “scanner”, la vista, l’osservare. Tanto è che le prime t-shirt recavano la scritta Logotype Design e non Manocchio. Il giorno dell’inaugurazione, pensammo bene di regalarne un centinaio come gadget. Andarono a ruba, vabbè so gratuite è normale ci dicemmo. Ma distanza di tempo la gente continuava a chiedere le t-shirt con la “manina”. Ne ristampammo altre 100 e dopo pochi giorni finirono di nuovo. Ok! È un gadget gratuito, ci ripetemmo. Così decidemmo di andare in fiera a venderle (quell’anno 2000 pezzi), addirittura senza nome per vedere cosa accadesse. Il risultato fu che la gente usava tutte le declinazioni della parola “mano” e quindi prima che prendesse un’altra piega feci la cosa più semplice. Guardai il marchio e da qui nacque il naming Manocchio.

 

Ho notato molte tavole da snowboard nel tuo profilo. Se non sbaglio alcune sono fatte proprio da te! 

Ho scoperto queste malattia per lo Snowboard qualche anno fa. Porta dipendenza sai? Si è una collaborazione che va avanti da un paio di anni insieme a un amico di Roma che fa Wrapping, Gabriele (Bichiri nda.). Ex collega e compagno di corso allo IED di Roma. Sono stati tra i primi a farlo nel centro sud Italia. Oggi trovi “grafiche già impacchettate” nei più disparati Brico. Il rischio è che una casa, un’auto o una tavola da snow sia uguale ad un’altra, mentre con la customizzazione è tutto un altro discorso. È tua, punto.

Il bello della grafica è che la puoi “spalmare” dappertutto, dalle passioni a tutti quegli oggetti che quotidianamente ti accompagnano in tutto quello che fai. Anzi ne approfitto per fargli pubblicità, Gabriè poi ti mando numero di Conto Corrente, wrapitup.it

 

Cosa ti piace nel tuo lavoro e cosa, invece, non ti piace affatto?

Del mio lavoro mi piace quasi tutto, mi piace svegliarmi la mattina con la voglia di fare, disegnare, accendere il computer, creare, sporcarmi le mani con i pennarelli, pennelli, colori, ma anche bestemmiare quando qualcosa non va per il verso giusto. Non è una professione in cui fila sempre tutto liscio, però il più delle volte mi trovo a fare qualcosa che mi piace.

Quando metto mano su una nuova commessa lavorativa, mi emoziono, si mi emoziono. Sento allo stesso tempo il peso della responsabilità (ci sta sempre un cliente da servire non lo dimentichiamo), l’adrenalina del creare, insomma per farla breve quel misto di emozioni che ti rendono vivo durante tutta la fase del progetto. Sono fortunato? Non lo so, ma non è che uno si alza la mattina e grida al mondo “sono un grafico e fare il grafico fa figo” e le commesse lavorative sono lì che aspettano te. La gente nemmeno immagina la lunga gavetta che ci sta dietro questa professione. Veramente tanta e tanta merda da spalare, soprattutto all’inizio. Non è semplice, credimi.

Cosa non mi piace? Non mi piace questo approccio del grafichetto italiano medio, sempre con il lamento in bocca, poco propenso al sacrificio, ad apprendere, che passa tutto il tempo sui social network e non aspetta altro che un collega, un’istituzione, una grossa azienda pubblichi qualcosa per dargli subito (a priori) addosso. Senza aver letto brief, obiettivi, posizionamento, senza sapere il perché e il per-come sia nato quel progetto o meglio logo. Ecco questo è un atteggiamento distruttivo a priori per chi in questo caso giudica. Sembra più un vizio che abbiamo appreso (poi da chi?) che una vero modo costruttivo di esporre una critica. Questo mi da veramente fastidio.

 

Perché ami il tuo lavoro? 

Beh è una passione innata, me la sono ritrovata piacevolmente “addosso”. Mio padre era professore di applicazioni tecniche presso l’industriale  (ora in pensione nda.), mentre mia madre era maestra di asilo nido (anche lei in pensione nda.) con spiccate doti di illustratrice. Mi piace pensare che io sia la conseguenza, il prodotto di qualcosa di tecnico e gestuale allo stesso momento. Una combinazione delle loro esperienze e delle loro professioni. Ma soprattutto mi piace pensare che sono un loro “prodotto”.

 

Che ruolo hanno avuto internet e i social network nel graphic design? Ci sono pareri molto contrastanti a riguardo.

Beh si, essenzialmente noi veniamo dalla carta, nasciamo come figura professionale in tipografia. Non lo so in tutta sincerità. Io credo che ognuno di noi debba muoversi a seconda di quello che si sente di fare. New media? New media! Carta? Carta! Però è anche vero che internet ha snellito molto il nostro lavoro. Negli anni 90 giravamo tutti con un lettore e una cartuccia Zip nello zaino, oggi premi invio ed il file sta nella posta del cliente o del fornitore anche a migliaia di chilometri di distanza. Questa è una comodità. Poi come mezzo per comunicare, beh è immediato no.

 

Progetti in corso?

Al momento sto lavorando su un nuovo brand, qui ad Amburgo. È una falsariga di quanto già prodotto in passato con Manocchio (t-shirt), meno street e urban e più (appunto) trasversale e meno dinamico. Si chiama Meine Perle (Clothing and Apparel), che per intenderci è il modo di apostrofare da parte degli amburghesi la propria città, come se un romano dicesse “core mio”. È in fase embrionale ma si muove bene. Mentre in Italia sto lavorando side by side con la Intertonno (alias Tonno Sardanelli), un cliente con il quale abbiamo stretto fin da subito ottimi rapporti. Ci siamo conosciuti e piaciuti quasi subito. Non capita spesso. È un lavoro interessante perché è un cliente di caratura nazionale in primis e poi abbiamo cominciato un discorso dal basso: restyling logo, packaging, campagne pubblicitarie e tutto il resto. Non credevo che una azienda del genere, di questo spessore, potesse darmi tanta libertà d’azione. Veramente figo come lavoro, stimolante.

 

Progetti per il futuro? 

Scrivere un libro, come uccidere un account e una enciclopedia dal titolo: “ma chi lo dice che il cliente ha sempre ragione?”. La prefazione spiega anche come avvelenare il nipote del cliente prima che ti rubi il lavoro e faccia fallire l’azienda dello zio (risate).

Scherzo, ma per dire che i progetti sono tutti in essere. C’ho molta carne sul fuoco nel presente…

 

Questa è la domanda d’obbligo in ogni intervista: cosa consigli agli amici di RDG?

Ecco, questo è la domanda che mi fai per buttarmi nell’arena e darmi in “in pasto ai leoni” (risate).

Convivono così tante anime in RDG che è difficile dare un consiglio. Ma se proprio devo, eccone due. Uno, li inviterei ad essere più riflessivi e più dentro il nostro mestiere con professionalità e passione. In fondo questo è una professione che si fa perché NOI GRAFICI abbiamo prima di tutto una funzione sociale e poi commerciale. Meno GraphicStar più “sociali” (e non social) e più utili.

Due, una cosa che leggo spesso è che ci tuteliamo poco quando iniziamo a lavorare su una commessa lavorativa. È un problema comune, però sarebbe meglio fare dei passi importanti prima di mettere mano su un lavoro. Ovvero, preventivo, approvazione con firma (è un documento legale che può valere in futuro), anticipo etc etc… lo so è difficile ma è l’unico modo per tutelarci da eventuali “guai” futuri. Meglio avere 10 clienti buoni e non 50 che ci provano. Non prendere tutto, ma fare selezione fin da subito.

 

Un consiglio per chi ha appena deciso di fare del graphic design il proprio lavoro?

Di sdoppiare fin da subito il proprio cervello in prima battuta. Ovvero distinguere i lavori commerciali che solitamente sono “il pane” per i Grafici da quelli sperimentali, che sono la massima espressione del proprio IO. Difficilmente le due cose confluiscono in un’unica direzione. Sarebbe il caso di sentirsi meno artisti quando si ha una committenza sulla quale lavorare. Nel primo caso non siamo “dei geni incompresi” bensì bisogna capire che se si opera in un mercato la giusta misura sarebbe un punto di incontro tra la nostra professionalità e le richieste del cliente. Nel secondo caso, possiamo esprimerci in proprio come vogliamo. Magari montare un progetto in cui il cliente siamo noi stessi così possiamo esprimerci al massimo delle nostre potenzialità.

Ad ogni modo, avvicinarsi a questo settore/campo con passione e dedizione, altrimenti si finisce a diventare il solito GRAPHIMINCHIA con un Mac tra le mani: deprimente.

 

Vuoi saperne di più su Franky? Clicca su questi link!
Di seguito una galleria di immagini! Buona visione!!!

Inspirational – Foto meravigliose dalla natura

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Ciao Amici di Robadagrafici!

Come al solito prima di iniziare il lavoro e dopo aver dato un’occhiata alle mail per controllare le urgenze, dedico la prima mezz’ora della giornata alla lettura delle notizie e alla ricerca di fonti di ispirazione.

Se proprio dobbiamo rimanere seduti sopra una sedia, rispondere tutto il giorno al telefono, strimpellare la tastiera del computer come una chitarra elettrica in un pezzo di Death Metal e abusare del mouse (il mio sarà arrivato a 50 miliardi di click) dobbiamo anche dare un’occhiata al mondo esterno. Non possiamo uscire? Beh, allora abbiamo internet, la nostra finestra sul mondo.

Spulciando in giro ho trovato un articolo de LINKIESTA con delle foto favolose. Da lì ho iniziato a cercare altre immagini, un po’ per bisogno personale, un po’ perchè avevo voglia di condividere con voi un articoletto tempestato di colori.

 

COLORI VERI. 

 

Queste immagini ci fanno comprendere l’immensità della natura, delle sue forme, della sua incomparabile bellezza: una gran fonte di ispirazione. In questo “viaggio” ho incontrato posti meravigliosi con colori così sgargianti, così intensi che sembrano davvero ritoccati con photoshop.

 

Buona visione!

 

2015001065_9864191a43_b
Spiaggia Rossa, Panjin, Cina
Autore: JIAMI
Zhangye Danxia Landform 01
Zhangye Danxia, Cina

 

Harmattan - Etiopia
Harmattan – Etiopia

 

Vulcano Dallol - Etiopia
Vulcano Dallol – Etiopia

 

Zhangye Danxia, Cina
Zhangye Danxia, Cina

 

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Campo di lavanda a Shoreham, Kent, Gran Bretagna
Autore: Erasmus T

 

Lago Retba, Senegal

 

Lago Hillier, Australia. Autore: Ockert Le Roux
Lago Hillier, Australia.
Autore: Ockert Le Roux

 

 

Hitachi Seaside Park, Giappone Autore: Nipomen2
Hitachi Seaside Park, Giappone
Autore: Nipomen2

 

 

http://www.flickr.com/photos/rachelyin/5757671299/sizes/l/in/photostream/
Coltivazioni di Colza, Luoping, Cina
Autore: +Lanzi

 

http://mindphoto.blog.fc2.com/blog-entry-31.html
Tunnel di glicine al Kawachi Fuji Garden, Kitakyushu, Giappone

 

https://www.robadagrafici.net/wp-content/uploads/2013/09/5DMark2-2268.jpg
Tunnel di glicine al Kawachi Fuji Garden, Kitakyushu, Giappone
Shibazakura (muschio rosa), Takinoue Park, Giappone
Shibazakura (muschio rosa), Takinoue Park, Giappone

 

Shibazakura (muschio rosa), Takinoue Park, Giappone
Shibazakura (muschio rosa), Takinoue Park, Giappone
Campi di Tulipani in Olanda Fields of Gold by Allard Schager
Campi di Tulipani in Olanda
Fields of Gold by Allard Schager

 

 

Caño Cristales: il fiume arcobaleno - Colombia
Caño Cristales: il fiume arcobaleno – Colombia

 

Caño Cristales: il fiume arcobaleno - Colombia
Caño Cristales: il fiume arcobaleno – Colombia

 

Cascata a Caño Cristales: il fiume arcobaleno - Colombia
Cascata a Caño Cristales: il fiume arcobaleno – Colombia

 

Rocce Rosse di Arbatax, Sardegna.
Rocce Rosse di Arbatax, Sardegna.

 

 

La cascata rossa - Alberta, Canada.
La cascata rossa – Alberta, Canada.

 

Grand Canyon - Colorado
Grand Canyon – Colorado

 

Tunnel of Love -  Klevan - regione Rivne - Ucraina
Tunnel of Love – Klevan – regione Rivne – Ucraina

 

 

Salar de Uyuni - Bolivia - Uno dei più grandi specchi al mondo.
Salar de Uyuni – Bolivia – Uno dei più grandi specchi al mondo.

 

Grotta dei cristalli - Messico.
Grotta dei cristalli – Messico.

 

Hitachi Seaside Park, Japan.
Hitachi Seaside Park, Japan.

 

 

Foresta di bambù - Giappone
Foresta di bambù – Giappone

 

 

 

 

 

Non solo Teknosauri!

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Ciao Amici di Soft Chat Interview!

Oggi intervistiamo un amico di RDG: Davide DAZA Zamberlan! Illustratore, grafico, cartoonist, autore di “Advercomics!”. È proprio lui che disegna le famose e divertenti strip dei “Tecnosauri” che quest’anno compiono 4 ANNI!

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Ma chi è Davide Daza Zamberlan? Illustratore, grafico, cartoonist… c’è dell’altro?

 

Perché? Non basta ancora? 😛

 

Cos’è che ti ha spinto a disegnare fumetti? Secondo te è necessario essere predisposti?

Ho sempre avuto una necessità quasi fisica di raccontare storie, e sono troppo incasinato per far parte di un gruppo per cose come film & C mentre il fumetto si può fare da soli e il suo linguaggio tra parole e disegno mi “cadeva” addosso bene. Se per predisposizione intendi una grande voglia di farlo, allora sì.

 

Ho osservato alcuni tuoi disegni e noto con piacere una certa versatilità. Hai un tuo stile ma di certo non disdegni il cambiamento!

Beh sì, entro certi confini mi piace cercare di provare cose diverse. Ma la “linea” rimane sempre al centro del mio lavoro.

 

Si sa che agli “inizi” siamo portati a prendere spunto dagli autori che amiamo o comunque siamo portati a seguire uno stile in cui ci riconosciamo. Quali sono stati, quindi, gli autori che hanno innescato “la tua bomba”?

Ah, questo non è un segreto. I manga e in particolare Rumiko Takahashi. Ma essendo “vecchio” ormai mi sono allontanato molto nella caratterizzazione dei personaggi da quella fonte ^__^
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Quanto tempo impieghi per disegnare una strip dei teknosauri?

Dipende, ma in genere una mezza giornata lavorativa (3-4 ore), qualche volta di più qualche volta di meno. Io sono stato nominato “grande maestro ninja dell’arte segreta del copy ‘n’ paste” e quindi se non ci sono molte cose nuove da disegnare ci metto poco.

 

Dopo quattro anni a disegnare dinosauri non senti il bisogno di evolvere la specie?

Sì , ma non posso anticipare nulla 😛

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Nei tuoi fumetti c’è un “homo” quasi sapiens:  si tratta di un’auto critica personale oppure di una critica all’umanità?

È una caricatura del sottoscritto. Nel mondo di Teknosauri l’homo sapiens, chiamato “scimmia rosa superevoluta”, è una leggenda alla stregua del bigfoot o dello yeti. Anche nel mondo reale è una leggenda solo che ci si crede quasi tutti 😛

 

È vero che ti sei fatto pagare profumatamente per disegnare il boss della KK molto piu bello di quanto sia in realtà?

No. Del resto non si vede mai la sua faccia per proteggere l’incolumità lavorativa di chi mi segnala gli aneddoti…

 

Ti senti più tirannosauro o triceratopo?

Brontosauro (da brontolone)

 

Advercomics! Guida al Fumetto nella comunicazione Commerciale. Manuale scritto da te per conoscere e sfruttare le potenzialità di questo mezzo. Scaricabile FREE! Ma che sei impazzito?

No, lo psichiatra mi ha assicurato di no, devo solo ricordarmi di prendere la mia medicina. Del resto c’è chi si è lamentato del tweet per scaricarlo, altri di doversi registrare allo store Apple… se lo facevo a pagamento chi lo leggeva? 😛 È un investimento per far conoscere le potenzialità del mezzo, e poi io spero di lavorare facendo gli advercomics non “insegnando” a farli.

 

Ecco, ora voglio che mi parli un po’ di Advercomics: perché dovremmo leggerlo?

Il fumetto è un linguaggio sottovalutato relegato all’intrattenimento (perlopiù infantile), che può invece offrire interessanti applicazioni in molti ambiti compresa la comunicazione commerciale. Se siete sempre curiosi di cose nuove e/o volete avere qualche freccia in più al vostro arco, allora dategli un’occhiata.

 

cover

 

Il graphic design, invece, che ruolo ha nella tua vita?

È un lavoro che ho fatto. Anche se oggi con la crisi la necessità di emergere in una vasta offerta mi ha spinto più verso l’illustrazione e, appunto, un prodotto più “particolare e mio” come gli Advercomics.

 

Questa è una delle domande tipiche di Soft Chat Interview: quanto è importante interagire sui social per farsi conoscere?

Non saprei quantificarlo esattamente, però è evidente che ha una sua importanza. Per la visibilità di Teknosauri approdare su FB con una fan page è corrisposto a un’impennata di visite allo stesso blog ufficiale, in costante crescita per la possibilità di essere segnalata su gruppi e altre fanpage come RobaDaGrafici.

 

Un consiglio per gli amici di RDG?

Tenete sempre a portata di mano un asciugamano 😛

 

Ora che sei stato intervistato da robadagrafici ti senti arrivato? 😀

Al capolinea? 😛

 

Ultimissima domanda richiesta direttamente dalla redazione di RDG comprese le parentesi: come si sentono i tuoi personaggi a stare su robadagrafici.net? (viene richiesto elaborato grafico a piacere dal signor davide daza zamberlan se vuole farlo… altrimenti ciccia)

(Davide risponde con foto. Nota di pAt)

 

 

 

 

Vuoi saperne di più? Ecco i link!

 

Il blog di Teknosauri

La fanpage facebook di Tecnosauri

Advercomics!

Il sito di Davide Daza Zamberlan

 

 

Di seguito una galleria di immagini!

 

Il logo me lo puoi fare piu grande? ovvero il meglio del peggio detto dai nostri clienti!

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è da un po di tempo che pensavo di raccogliere tutte le frasi arrivate sulla pagina facebook di robadagrafici del meglio del peggio delle frasi dette dai nostri clienti. Ovviamente a questo articolo sicuramente ne seguiranno altri che verranno arricchiti dalle vostre esperienze. perché al peggio del cliente non c’è mai fine. quindi se volte essere presenti nel prossimo articolo scriveteci le vostre disavventure  sulla pagina facebook o inviatocelo come messaggio privato a robadagrafici
cliente davanti a una proposta da firmare: noo ma siete pazzi?? mi volte far fallire!
prende una penna e comincia a decuratre il prezzo del preventivo
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cliente:io il sito te lo ho pagato quindi pretendo di essere in prima pagina di google!
Io: chiamo google e risolvo.
cliente: ecco e vedi di muoverti!
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cliente entra per la prima volta nello studio e vuole fare il simpatico:Ma che bello! Abbiamo la stessa pancia!
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CLIENTE: ciao potresti farmi una locandina veloce veloce che devo stampare urgentemente domani mattina?
IO: veramente sono le 21.30 starei per chiudere tutto, ed andarmene.
CLIENTE: ah, quindi non la puoi fare
IO:direi di no.
CLIENTE: i io ho chiamato perchè so che voi grafici creativi, lavorate ad ore strane.
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cliente alla consegna di un lavoro cominca a parlarmi di un altro lavoro da fare, tira fuori la patente edal suo portafoglio e chiede: ho degli “amici” che cercano documenti, ma non riescono a copiare una semplice patente….
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Scusa ma l’hogan lo mettiamo giusto???
non metti solo le info ma anche l’hogan (logo Tipo)…
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SCUSA, MA IL FILE è IN gechegè…..
no! credo! nn ricordo… FORSE IN PDF
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del sito non ti preoccupare… CI PENSA MIO NIPOTE
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ci sarebbe da fare giusto un ritocchino… o qualcuno in piu
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…tanto che ci vuole? tu in due o tre minuti hai fatto!
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Ma perchè ti devo pagare tuttiquesti soldi se è il computer che fa tutto il lavoro?
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so che voi grafici odiate i file in word cosi ti ho inviato le 20 pagine di testo in .jpg
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il logo me lo puoi fare piu grande?
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ma perche mi costa tanto se c’è tutto questo bianco
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quando un tipografo dice che ha capito, dopo che hai finito la spiegazione di cosa vuoi con “come fosse antani”, capisci che ci saranno dei problemi
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l’altro giorno mi hanno chiesto di fare una locandina per un locale.. il compenso sarebbe stato cito testualmente la mail… “INGRESSO DRINK (e fai il padrone nel locale)..”

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Cliente: Ho fotografato la macchina che ha tamponato la mia nel parcheggio… sai ero appena uscito dal supermercato e l’ho vista!

Io: ah.. bene! (quindi?)

Cliente: Prendi la foto dalla chiavetta (e mi porge una di quelle chiavi USB talmente ingombranti che nemmeno si infilano!!!)

Io: ok, ma che ci devo fare?

Cliente: Ecco guarda, quella quella! Vedi?

Io: si si vedo… (quindi?!?)

Cliente: ecco, mi puoi far vedere chi è che guida?

Io: ma… uhm… (intuendo dovo voleva arrivare!)… è presa da dietro…

Cliente: e tu girala no???!!!! (scocciato anche!)

Io:…………………………………………………………!

——————————————-

Cliente: Ma sul monitor i colori erano molto piu belli…
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Cliente: Ma chi è Lorem ipsum?
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Le foto sono sfocate. Me le metti a fuoco con Photoshop?
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Cliente alla vista della bozza per la locandina: ok voglio questa modifica, questa e quest’altra.
Io: ok
Cliente: bene mettiti qui che stai comoda, per le due dobbiamo avere anche il volantino

per la serie: grafici in ostaggio O_O
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Foto al ristorante per una locandina…
Cliente: Facciamo le foto alla sala, così le mettiamo sulla locandina!
Io: Ok! Devi sistemare qualcosa?
Cliente: No, non ti preoccupare… magari dopo mi apparecchi un pò i tavoli, qualche fiore, qualche bottiglia di vino, etc…!
Io: Hey, mica faccio il cameriere?!?
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Cliente: “ok questa è la foto del macchinario in funzione. Sarebbero da togliere questi coperchi di protezione per far vedere gli ingranaggi in movimento”
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cliente: i nostri concorrenti ci possono rubare il sito!!!!!(incazzatissimo via telefono)
io: come? scusa? che vuol dire??? ma no!
cliente: come no??? guarda se faccio tasto destro c’è visualizza codice sorgente! questi ci rubano il codice sorgente!
io: haaaa ma e normale..
cliente: spegni tutto! non ti ho pagato perché tutti abbiano il mio sito gratis….
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sciuramaria: hooo ma da quanto tempo, sei cresciuto ormai sei un uomo! e dimmi che fai, che fai dimmi?
io:he ho uno studio faccio comunicazione integrata.
sciuramaria: HE?
Io: faccio siti internet e grafica.
sciuramaria: HE?
Io: DISEGNO AL COMPUTER SIGNORA!!
sciuramaria: haaa… e per lavoro cosa fai?

per chi non avesse confidenza la signora maria “sciuramaria” è la classica signora che incontri per caso e che riesce tranquillamente e farti girare gli zebedei in meno di 60 secondi sopratutto tirando in ballo la frase “mi ha detto mio cugggino / nipote / sciurmario “….il maschio della sciuramaria e il sciurmario se ve lo stesse chiedendo
——————————————-
cliente: c’è qualcosa che non mi convince nel sito
io: mi dica cosa che valutiamo insieme
cliente: non lo so
io: come non lo sa?! (provo a fare 100 domande)
cliente: forse il colore di sfondo, possiamo fare un rosa trasparente?…. “”click….””…
pronto??? pronto????
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cliente: vorrei fare un sito, una cosa semplice. Mi serve SOLO per vendere on line, di quelli che posso gestire però niente di complesso che io non sono capace. Ah..se gestisse anche le carte di credito sarebbe meglio.
io: semplice eh..
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Cliente: mi servono 8 volantini diversi. Tranquilla, io ho tutto, logo disegnato da me,immagini e scritte! Sono semplici, mi servono tra 2 giorni, sono urgenti.
Io: 2 giorni? vedo cosa posso a fare!
Cliente: Ma si sono semplici, ci metti poco. Sono cose che alla fine potrei benissimo fare anche io, ma non le so fare. (testuali parole)
Io: Ah. ok.
(immagini e logo in un documento word, tralascio il resto!)
Mappporc….

volete evitare incontri del terzo tipo con questi clienti???? votatici come migor sito a questa pagina! diffonderemo per voi il verbo 😉

colorazione delle vecchie foto in bianco e nero parte 2 : le foto storiche

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questa e la seconda parte del articolo colorazione delle vecchie foto bianco nero  in questo articolo ho deciso invece di raccogliere foto storiche e di personaggi famosi del passato … vi site mai chiesto come fosse la bellissima Audrey Hepburn a colori? il disastro del hidenburg? e il famoso bacio del V-J Day?

 

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Audrey Hepburn
Colorata da Dana Keller | History in Color on Facebook

 

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Foto originale di Toni Frissell
Colorata da HansLucifer | valdigtmycketfarg.wordpress.com

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Il disastro dell’Hindenburg – 6 maggio 1937
Colorata da Dana Keller | History in Color on Facebook

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Arcieri giapponesi, circa 1860
Colorata da Jordan J. Lloyd (photojacker on Reddit) | Photo Chopshop on Facebook

 

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Vista dal Campidoglio di Nashville, Tennessee Durante la Guerra Civile, 1864
Colorized by Sanna Dullaway | forrifarg.se | Facebook | Prints available

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Lavoratori delle segherie disoccupati, circa 1939
Colorata da zuzahin on Reddit | Website | Colorizedhistory on Facebook

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Incidente a Washington D.C, 1921 Colorata da Sanna Dullaway | forrifarg.se | Facebook

 

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Big Jay McNeely, 1953 Fotografia originale di Bob Willoughby Colorata da traquea on Reddit

 

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Albert Einstein, estate 1939 Nassau Point, Long Island, NY

Colorata da Edvos on Reddit | Paul Edwards

 

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‘Old Gold’, emporio, 1939

‘Old-Gold’,-Country-store,-1939-photo-chopshop
Fotografia originale di Dorothea Lange
Colorata da Jordan J. Lloyd (photojacker on Reddit) | Photo Chopshop on Facebook

 

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Joseph Goebbels scuro in volto dopo aver scoperto che il fotografo (Alfred Eisenstaedt), è ebreo, 1933
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Fotografia originale di Time & Life Pictures
Colorata da zuzahin on Reddit | Website | Colorizedhistory on Facebook

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Nikola Tesla, 1893

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Fotografia originale di Napoleon Sarony
Colorata da Dana Keller | History in Color on Facebook

 

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W.H. Murphy e un suo collega mostrano la resistenza dei loro giubbetti antiproiettile, 13 ottobre 1923

W.H
Fotografia originale National Photo Company
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Ragazzo negli slum di Baltimora, luglio 1938

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Fotografia originale di John Vachon
Colorata da Jordan J. Lloyd (photojacker on Reddit) | Photo Chopshop on Facebook

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Soldati britannici partono per il fronte, 20 settembre 1939

Colorata da BenAfleckIsAnOkActor on Reddit

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Oscar II, Re di Svezia e Norvegia, 1880
Colorata da Sanna Dullaway | forrifarg.se | Facebook

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Walt Whitman, 1887
Colorata da Dana Keller | History in Color on Facebook

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Mark Twain in giardino, circa 1900
Colorata da zuzahin on Reddit | Website | Colorizedhistory on Facebook

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Charlie Chaplin a 27 anni, 1916
Colorata da BenAfleckIsAnOkActor on Reddit
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Elizabeth Taylor ne Il gigante (film del 1956)
Foto originale di Frank Worth Photo | Prints available
Colorata da malakon on Reddit

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lfred Hitchcock Portrait – Colorized by Sanna Dullaway

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Dorothy Counts by Douglas Martin
Colorized by Sanna Dullaway

 

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Operation Crossroads Event Baker Explosion Colorized by Sanna Dullaway

 

 

 

 

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Abraham Lincoln
Colorized by Sanna Dullaway

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Winston Churchill by Yousuf Karsh
Colorized by Sanna Dullaway

 

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V-J Day in Times Square by Alfred Eisenstaedt
Dorothy Counts – Colorized by Sanna Dullaway

 

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Migrant Mother by Dorothea Lange
Colorized by Sanna Dullaway

 

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August Strindberg Portrait
Dorothy Counts – Colorized by Sanna Dullaway

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Fridtjof Nansen
Dorothy Counts – Colorized by Sanna Dullaway


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Albert Einstein
Colorized by Sanna Dullaway

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Charles Darwin
Colorized by Sanna Dullaway

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Theodore Roosevelt
Colorized by Sanna Dullaway

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Self-Immolation of Thich Quang Duc by Malcolm Browne
Colorized by Sanna Dullaway
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Anne Frank
Colorized by Sanna Dullaway

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colorazione delle vecchie foto in bianco e nero

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una nuova moda che si sta diffondendo da un po di tempo e quella della colorazione delle vecchie foto antiche in bianco e nero, i risultati sono spesso sorprendenti e la loro antica bellezza non viene intaccata da questa moda, d’altronde un bello scatto rimane tale sia a colori che in bianco e nero. L’utente TheHatersalad su youtube mostra la colorazione in un video in timelaps mostrandoci tutto il processo che porta al finale di questo lavoro.

 

6 trucchi per avere piu clienti in periodo di crisi

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Alcune di queste cose le ho imparate a mie spese e sulla mia pelle, avrei pagato per sentirmele dire e forse quando mi sono state dette, non pensavo fossero cosi importanti; ma fidatevi: sono oro che cola se volete trasformare il vostro mestiere da amatoriale a professionale. quindi ecco a voi la top 6 dei miei trucchi per avere un buon numero di clienti in periodo di crisi e non impazzire del tutto e vivere felici! in caso nemmeno questo funzionasse datevi all’ agricoltura.

1) Organizzate il vostro spazio di lavoro

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in modo che sia vivibile, fate in modo di avere giornali, riviste, libri ,cd, dvd,mp3 che possono ispirarvi a portata di mano; organizzate gli strumenti in base al loro utilizzo durante la giornata, se avete una tavoletta grafica che spostate di continuo perche i lavori di illustrazione prendono solo qualche ora alla settimana allora è meglio che non stia in mezzo ai piedi no? lo so e difficle metterla da parte, magari in un posto all ombra e non in bella vista, ma è tutta questione di organizzazione. Se siete dei tipi con la testa tra le nuvole un bel quaderno con una “cheklist” di roba da fare e il miglior compagno d’armi… altro che post-it fidatevi. Organizzate sempre lo spazio immaginando le richieste della giornata e i reali utilizzi degli strumennti di lavoro a secondo della vostre specializazzioni; ad esempio i vostri clienti vi portano spesso il materiale su pennette e flash drives? un bel hub usb sulla scrivania vi salverà da tanti piegamnti sotto la scrivania a cercare un buco usb libero… il mantra è ottimizare i vostri tempi.

2) Imparate un sistema,

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io sono specializzato in joomla ad esempio, non vi nascondo che ci sono alcune cose che ancora oggi ogni tanto mi sfuggono, ma con il giusto tempo a mia disposizione riesco a fargli fare tutto, inoltre essermi specializzato in joomla mi ha portato parecchie aziende come clienti ,essendo uno dei cms piu utilizzato tra le aziende italiane, ovviamente non è l’unico ed infatti ci sono aziende che si appoggiano ad altre piattaforme, come wordpress e simili e quindi una piccola infarinatura in caso vi dobbiate cimentare è bene averla, ma se un cliente nello specifico cerca ad esempio un bravo creatore di template in joomla e molto probabile che venga a bussare alla mia porta… la stessa cosa poi si applica ai designer, focalizzatevi su un programma che vi dia lo stile che piu vi si addice in maniera tale da sbucare tra i risultati di ricerca

3)Scegliete tra lo sviluppo e l’immagine;

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spesso quando si creano siti internet è facile confondere le due cose , e pensare che l’una comprenda l’altra, ma non è cosi. se si fa la grafica e si pensa anche allo sviluppo della struttura del sito, è vero che si puo fare entrambe le cose e farle bene, ma questo vi rallenta tantissimo nella produzione artistica e vi ruba tantissimo tempo che spesso utilizzate per imparare qualcosa di nuovo nel campo della programmazione che poi non vi servirà più, mentre potreste concentrarvi già sulla grafica del prossimo cliente e fare il vostro lavoro. Delegate i lavori di programmazione a dei buoni programmatori, diminuirete il vostro compenso ma avrete il doppio dei clienti ;non e tanto male , no?

4) Nicchie di mercato

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le nicchie di mercato possono essere la vostra arma vincente in campo lavorativo. per nicchia si intendnde un determinato settore, una volta che avrete fatto qualche lavoro di buona fattura nella stessa nicchia di mercato è molto probabile che alcuni clienti vi cerceranno di rimando. Se siete bravi nei siti minimal allora clienti come scrittori che vogliono far risaltare i propri testi saranno clienti ideali per voi. Ricordate che le nicchie sono infinite quindi specializzatevi il piu possibile in alcune di esse , come ad esempio siti per animali, siti per ristoranti, siti per programmatori ,per aziende meccaniche e chi più ne ha più ne metta, questo farà in modo che dopo alcuni siti, risultino chiare quali sono le vostre capacità e competenze.

5) migliorate il vostro seo,

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la cosa migliore della specializzazione nelle nicchie di mercato è che anche il vostro seo ne benificerà in maniera veloce. Sarete in grado di distinguervi dalla massa che offre “un sito internet” ad “il tuo futuro sito internet esattamente incentrato sulla tua attività”, infatti la maggior parte dei clienti che ha un attivià ricercherà una persona in grado di capire le proprie necessità e chi meglio di voi che curate magari il sito di un suo concorrente? ebbene specializzarvi in una nicchia fa in modo che queste informazioni siano subito veicolate atteraverso il vostro sito internet e che un probabile cliente , vedendo un portfolio di lavori simili a quello che vi vorrebbe richiedere, vi contatti.

6) Ricordatevi in fine che la giornata lavorativa è composta di otto ore,
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in queste 8 ore si sta al pc, si telefona, si studia, si scrivono e ricevono mail. Scadute queste ore, ci si alza dalla scrivania e si fa altro. Spesso alcuni clienti chiedono lavori urgenti o da consegnare nel fine settimana; è importante imparare a dire di no subito; per mantenere sempre la creatività e l’efficienza lavorativa è fondamentale riposare bene e concedersi almeno un giorno a settimana di riposo e svago; mantenendo costante questa regola la vostra mente ne gioverà e avrete sempre energie per accogliere nuovi clienti.