aspettare che la barra di avanzamento arrivi alla fine puo essere un vero e proprio test di pazienza per molti di noi, che si tratti di pochi secondi o di ore quella barra sembra sempre metterci piu del dovuto,provocando non pochi scatti di ira e un forte senso di frustrazione.
Anche per l’artista svedese Viktor Hertz, che annovera tra i suoi clienti aziende come IKEA e Ray-Ban, è una frustrazione giornaliera. ma proprio durante una di quelle frustranti operazioni di update di illustrator gli viene in mente di personalizzare la barra di avanzamento creando cosi a suo dire ” una cosa nuova, semplicemente per divertimento,…per il mio divertimento e come sfida personale”
sul sito Worth1000 gli utenti sono invitati ad partecipare a svariati contest creativi di foto ritocco, uno dei più virali e divertenti contest é stato quello di photoshoppare (passatemi il termine vi prego) le nostre celebrità moderne e re.immaginarli nei grandi classici della pittura, e quindi ci ritoviamo con Scarlett Johansson dipinta da Bouguerauo una Charlize theron dipinta da Leonardo da vinci. Ecco una selezione dei migliori lavori
La befana non vi ha portato nulla stanotte?
Tranquilli! Ci pensiamo noi! Ecco la prima puntata del webcomic ufficiale di Roba da Grafici, le mie avventure come stagista in questo assurdo ufficio!
(pieno di matti, ma non diciamolo ad alta voce, sennò il capo poi non mi assume!)
Qual’è la cosa più importante quando impagini con InDesign? Di cosa devi realmente tener conto? Cosa fa la differenza durante il tuo flusso di lavoro? Secondo me la risposta è una soltanto. Si chiama esperienza. Con l’esperienza infatti riesci a ottenere quella flessibilità necessaria che ti permette di essere più veloce e produttivi davanti al tuo fedele amico InDesign.
Detto questo però la domanda rimane sempre quella: “Come si fa a velocizzare al massimo il flusso di lavoro su InDesign”?
Ci ho pensato un po’ ed ho deciso di mettere insieme una serie di video che ti possano dare una mano nella realizzazione di questo intento.
Flusso di Lavoro Con InDesign: Come Velocizzarlo
Qui di seguito trovi i miei video consigli di cui sopra ti ho accennato.
Tutorial InDesign: Come Usare Lo Strumento Contagocce Per Velocizzare Il Tuo Flusso Di Lavoro
Tutorial InDesign: Creare Grafici A Torta (e non solo) Con Lo Strumento Testo
Tutorial InDesign: Personalizzare Il Pannello Collegamenti
Tutorial InDesign: Velocizzare Il Flusso Di Lavoro Con Lo Strumento Applicazione Rapida
Ebbene si, a Natale siamo tutti più buoni. Preso dallo spirito natalizio questa volta ho deciso di segnalarvi un bel sito, realizzato in maniera professionale e secondo tutti gli standard di usabili…. AUHAUHAUHAUHAUHAUHAUHAUHAUHAUAH... ma veramente ci avete creduto? No, eh? Nemmeno io, cari i miei bastardi! Tanto meno potevo credere ai miei poveri occhi quando ho visto questo sito. Pare che John Carpenter l’avesse visitato quando ebbe l’idea per “La cosa” e che il pensiero di essere costretto a vedere l’home page facesse venire gli incubi a Freddy Krueger. Ma forse essendo un sito che si occupa di gare podistiche è stato fatto coi piedi, che dite? Ma pensare a correre, no? Capisco che si voglia rendere partecipe il grande pubblico di un’attività sportiva così bella come il podismo, ma mettere su un obbbbbbbbbbbbbbbbbrobrio del genere come vi si crea? Visto che a Natale siamo tutti più buoni proverò a pensare che il uebbmaster non sia del settore ma bensì cugino in seconda della zia portinaia dello studio grafico al 3° piano. E che l’abbia fatto almeno col Frontpage. Ma c’è ancora Frontpage? Rabbbbbrividiamo. Vogliam parlare di menù? Ma c’era solo quel font? Ma non era meglio realizzare i bottoni neri con le scritte in Times New Roman in blu 0 0 255?!?!? E nei periodi di festa aggiungere un bel midi di sottofondo con jingle bells e animazione di neve in overlay con, schifis in fundo, il font dei bottoni in Comic Sa… BLEEAHHH!!! Non ce la faccio nemmeno a scriverlo. COOO-MIIII-CCC… bleahhhh… niente da fare. Vabbè, avete capito. Sempre preso da questo spirito natalizio (in realtà è Centerba, e a breve credo inizierò a scrivere da sotto la scrivania) la cosa che apprezzo è il fatto che i contenuti sembrano aggiornati con una certa continuità. Elemento non da poco.
Ma per il resto non Z’AFFRONTA! Non riesco a concentrarmi per un decimo di secondo per cercare di focalizzare un pulsante che sia uno! Ma nemmeno i contatti!
Ora scusate, sto addobbando l’albero di Natale con le falangi strappate a un grafico che ha realizzato un sito brutto che più brutto non si può e non vuole saperne di essere collaborativo.
Vi lascio con i miei più bastardi auguri di Buon Natale. Che l’anno nuovo ci porti un sacco di siti brutti!
Lapo Elkann e la maglia blasfema: ''Alzati e fattura''
E’ bastata una t-shirt per far parlare (ancora) di sé. Lapo Elkann su Instagram indossa una maglietta azzurra definita da molti ”metà azienda e metà Vangelo”: Gesù e la scritta ”Alzati e fattura”. E il web si divide tra polemiche e lodi. Delusi quelli che pensavano fosse una sua realizzazione perché la firma è ”Il Deboscio”
personalmente penso che in italia il vero miracolo (almeno per la nostra categoria) non sta nel fatturare ma nel farsi pagare le fatture. c’è chi sostiene che la blasfemia invece stia nel parlare di fattura in un paese dove il nero abbonda come il mare!
Vi ricorderete la pubblicità della Volvo Trucks di Van Damme: un periodo era in ogni dove su Facebook, su Twitter.
Oggi mi sono imbattuta in un po’ di parodie e voglio far ridere anche voi. Ho scelto le migliori!
Prendetevi qualche minuto.
Ecco la versione ROMANA, il mio primo amore. M’ha fatto scompiscià:
Ecco la seconda versione: allungamento senza fine delle gambe! ahahahah
Questa versione… carina.
Versione cartone animato. Non si capisce un’acca ma ad un certo punto diventa universalmente comprensibile…
La versione con gli scooters, musichetta di voci bianche e ragazzo che non dà segni di sofferenza. O forse un po’ alla fine ma sempre con un certo portamento.
Per ultima la versione cinese. Grandi effetti speciali: non si vede per niente che l’amica sposta la sedia. La ragazzina che dopo lo “strap” cade a terra e… scompare. Non è finita qui: si apre la tenda (altri effetti speciali, la tenda si apre a mano) ed ecco un gruppo di ragazzine. Immobili. Video inutile.
Il pausarticolo è finito! Ora potete tornare a lavoro! Forzaaaaa forzaaaa!
Siete in giro per la città. Avete da consegnare le bozze di un logo ma il proprietario dell’azienda non ha ancora chiara la tonalità di azzurro da utilizzare. Decidete di uscire, una passeggiata in città vi schiarirà la mente. Fortunatamente è iniziata anche una mostra di artisti emergenti poco lontano. Durante la visita finalmente trovate il colore perfetto sul quadro di uno degli artisti. Che fate?
Siete in giro. Una bella passeggiata nel parchetto col vostro cane ci voleva proprio! Osservate intorno i colori. Ad un certo punto vi trovate davanti un albero con delle foglie bellissime… di un verde più bello dell’ Emerald Pantone. Che fate?
Fotografate il colore con lo smartphone? Cercate di fare un video? Non sarà mai lo stesso colore, mai la stessa tonalità.
Forse da oggi in poi le cose cambieranno.
È nato lo SwatchMate, il cubo cattura colori!
Cosa può fare IL CUBO in questione?
Può portare i colori del mondo reale direttamente in Photoshop garantendo alta la corrispondenza del colore. Piccolo, bello, pratico e semplice da usare.
All’interno del cubo c’è una sfera. La sfera contiene una fonte di luce e un sensore a colori ed ha un piccolo foro campione attraverso cui catturare il colore. Una sequenza controllata di luce viene irradiata sulla superficie, prima di essere trasferita nuovamente dentro la sfera verso il sensore a colori.
Si può catturare il colore di qualsiasi cosa, indipendentemente dalla lucentezza della superficie.
Mi chiedevo: ma come avrà fatto Kyle Lambert a fare i PELI sull’ iPad? Ha le mani piccole come quelle dei puffi? Ma è possibile che abbia passato più di 200 ore per un immagine di Freeman? Che c’ha nella testa?
L’app che ha reso possibile il “miracolo” si chiama ProCreate (un app per la pittura col le dita) e costa appena 5,49 €. Un software leggero e potente che “cattura ogni pennellata automaticamente e che permette di esportarla nel Rullino Fotografico. Ma davvero si può arrivare a livelli di perfezione TOTALE?
Ho riguardato il video più di una volta. Non mi ha mai convinto ma vedevo tutti sorpresi e meravigliati davanti a cotanta bravura. Ad un certo punto ho iniziato a crederci. Tutti i giornali, tutti che postavano questa facciona piena di puntini.
Guardavo anche la foto.
Credo di aver capito come ha fatto a realizzare il video e PERCHÈ, soprattutto. Ieri neanche sapevo cosa fosse Procreate, oggi so dove si compra, quanto costa e a che serve.
Date un’occhiata al VIDEO DI FREEMAN ALLA ROVESCIA, magari troverete le mie stesse risposte! 😀
Questa settimana ho il piacere d’intervistare una persona poliedrica. Una personalità unica nel suo genere. Fantasista del colore. Domatore di caratteri. Funambolo della comunicazione.
Massimo Sirelli!
Ciao Massimo!
Nasci a Catanzaro nel 1981, influenzato non dagli streptococchi come i bambini normali ma dal mondo dei graffiti e dalla street art. Come hai conosciuto queste due forme d’arte?
In casa si è sempre respirata la passione per la pittura. Mio Papà era un collezionista, amava i quadri, amava averli in casa e amava regalarmi agli amici. Quindi sin da piccolo sono sempre stato abituato ad entrare negli atelier degli artisti e nelle gallerie d’arte.
Nel periodo pre-adolescenza un tragico evento familiare mi ha portato a scaricare la mia rabbia verso la vita nel disegno. Così incontrare i graffiti che ero poco più alto di un soldo di cacio. Era il 1995 e avevo 14 anni.
Cosa senti quando hai uno spray in mano e sei davanti ad un muro bianco?
Oggi, usare lo spray per me è come salire sulla macchina del tempo. Un viaggio nel mio passato, nella mia adolescenza artistica. Da lì è partito tutto e senza uno spray non avrei mai incrociato il resto.
Come ad esempio il graphic design…
Si. Ho seguito studi tecnici… la grafica e la mia vena artistica non è mai stata alimentata se non attraverso la spray art. Che era istintiva e selvaggia. Nessuno studio. Istinto ed emozione.
Avere sempre e costantemente la voglia di vedere le cose sotto nuove prospettive: quanto è importante?
Importantissimo. La necessità di mettersi in gioco sempre. L’esigenza di conoscere nuove tecniche e sperimentare, offre nuovi punti di vista a quello che pensavi di saper fare e scopri che puoi farlo diversamente. Questo è fantastico. Si chiama ESPERIENZA.
Ti diplomi allo Ied di Torino nel 2003 in Digital e Virtual Design. Il passo successivo sarà operare come freelance per agenzie di comunicazione. Come mai questa scelta? Perché partire dal freelancing?
Più che decisione direi condizione… alle volte non scegli un percorso, ma semplicemente ti capita.
Non credi che per lavorare nel mondo della grafica sia necessario fare esperienza in un’agenzia di comunicazione, in una tipografia, toccare carta, osservare i macchinari, come si montano le insegne… insomma, in un luogo dove apprendere la parte tecnica e pratica del mestiere?
Assolutamente… io ho fatto tutto ciò nel tempo, curiosando e provando io con mano a fare 1000 mestieri diversi legati alla creatività sin dai tempi dei graffiti…confrontandomi con molte situazioni differenti, committenze e richieste sempre nuove e mai porsi il problema del “non lo so fare, ma trovo il modo di farlo”.
Dal 2006 sei ART DIRECTOR e fondatore dello studio creativo DIMOMEDIA che non è una semplice agenzia di grafica ma un “laboratorio creativo di ricerca e sperimentazione incentrato su grafica, comunicazione e multimedia design”. Cos’ha di meglio rispetto ad una “normale”agenzia di comunicazione?
Che ci sono io come Capitano, Marinaio e Commodoro!
No scherzo. Non so cosa possiamo avere di più, forse nulla. Sicuro passione e l’illusione di restare sempre quelli da poco usciti dallo IED.
… quindi mantenendo la stessa spontaneità creativa del principio ma diventando grande, acquisendo maggiore esperienza e sicurezza.
Dal 2008 diventi DOCENTE all’Istituto Europeo del Design di Torino. Materie: Interior design, Trasportation Design, Fashion e Textile Design, Design del gioiello e dell’accessorio, Car Design. Non ho mai visto una tua lezione ma ti immagino come un docente diverso. Sei giovane, sveglio, pieno di energie… com’è il rapporto con i tuoi studenti? Qual è il consiglio che dai più spesso a loro?
Il rapporto con i ragazzi è bello. Mi diverto molto anche io. Non c’è mai una lezione uguale all’altra. Improvviso sempre a seconda dell’argomento, della classe e del momento. Alle volte servono metafore folli per attirare l’attenzione del gruppo che è assopito dalla lezione precedente e far passare il concetto. Così ridiamo e nel frattempo ho spiegato loro il concetto di “griglia alternata”.
Come riesci a conciliare il lavoro in agenzia con il tuo impegno di docente?
Pianifico settimanalmente le lezioni e di conseguenza i giorni di agenzia, ora è un pò che lo faccio e pian piano ho capito che tanto non serve far programmi e spero sempre che non accadano imprevisti!
Ti ho conosciuto tramite “Io sono un creativo, tu no”. Ho acquistato anche la maglietta qualche anno fa (viola con la stampa gialla). La semplicità della forma (un quadrato) e la forza di una frase. Io sono un creativo, tu no è un progetto finalizzato ad avvicinare e radunare tutti gli operatori del settore della comunicazione e del design con l’intento di generare un punto di contatto tra persone e professionisti, al fine di favorire lo scambio e la libera circolazione delle idee. Dare visibilità a chi voglia mostrare il proprio spirito creativo. Com’è nata l’idea? Perché è nata? Come riesce a produrre energia?
L’idea nasce dalla mia stessa esigenza di voler dire al mondo il lavoro che facevo, che tanto sognavo di fare e che finalmente stavo facendo.
Penso che crei energia perchè convergono l’ironia e la spocchiosità di quel tu no. Il quadratone colorato in contrapposizione alla t-shirt rende evidente la maglietta e attira lo sguardo fino a leggere il testo… il gioco è fatto. O la ami o la odi. Quel tu no o ti strappa un sorriso o un bel “vaffan…” ma a quel punto il gioco è fatto l’interazione volontaria è scattata. Questo penso abbia trasformato l’idea in un progetto che ha funzionato.
Stiamo parlando di messaggi e creatività ma a volte penso che il mondo della grafica stia diventando troppo standardizzato. Va il flat, tutti col flat. Non pensi che a volte i progetti manchino di creatività quasi per paura di osare?
Penso che alle volte si sia costretti a non pensare troppo al progetto, effettuando tutte le prassi che stanno dietro alla creazione dello stesso: raccolta e analisi del brief, target, ricerca, ispirazioni, gestazione, bozze, e bla bla bla… molti vanno su istock comprano una libreria di vettoriali e consegnano. Ma purtroppo è il mercato che costringe il più delle volte a questo modus operandi. Ormai la prassi è: “Fallo bene, fallo in fretta e fallo che costi poco, anzi meno”. Come fai in questi termini a fare innovazione???
Hai toccato un argomento delicato. Delicatissimo. Spesso molti clienti hanno fretta e non ci fanno dedicare il tempo che richiede il progetto. Si accetta perchè non si vuole perdere il lavoro, i soldi. Cosa potremmo dire a chi ci impone tempi improponibili?
Che purtroppo non è chiaro che non basta schiacciare i tasti del computer per fare un bel lavoro… bisognerebbe noi tutti “educare la clientela” ma non è facile…
Ma torniamo a te: te l’hanno anche rubata più di una volta l’idea del “tu no”. Come reagisci di fronte ad un’idea rubata?
Bhe concorderai con me che dopo “Io sono un Creativo. Tu no.” Sono venuti fuori centinaia di esempi di ogni tipo: progetti, campagne, pay off, etc etc che in maniera non troppo velata si erano rifatti o per grafica o per sintassi al mio progetto. Prima di “Io sono un Creativo” quanti esempi ti vengono in mente con una struttura simile? A me nessuno. Ma sicuramente mi sbaglio ed esisteva già! mah…
Nei tuoi disegni speso osi, dai dei messaggi forti in modo ironico. Parti da poster, copertine di giornali. Non hai paura di comunicare a modo tuo. Tematiche anche molto particolari. Raccontaci un po’ come vengono fuori, come li realizzi, le tecniche
La pittura è la mia valvola di sfogo. Qui non ho regole, non ho brief non ho obiettivi. Sono io e la mia follia. Se in quel periodo mi va di lavorare a marker allora che marker sia… altrimenti è la volta degli smalti industriali spalmati a pennello, dipingendo come un primitivo. Poi i messaggi… sicuramente le tematiche sono il risultato di quello che assimilo nel periodo. Gli artisti sono le spugne del genere umano. Sono catalizzatori di quanto accade e trasformano in creazioni le sensazioni e le visioni che si portano dentro. Quindi è per questo che trovi molte cose diverse tra i miei lavori di pittura, perchè affido all’istinto e all’emozione la guida della creazione.
Anni fa mi diedero un consiglio: ricordati che per diventare brava devi necessariamente copiare. Copiare per imparare, copiare per affinare la tecnica, per poi farla tua modificandola e applicandola al tuo stile. È stato un consiglio utile?
Secondo è il consiglio migliore che potessero darti. Ai miei allievi dico sempre che devono rubare, copiare, ispirarsi… e pian piano far loro un metodo di lavoro, una struttura grafica.
Ma parliamo di cose serie. Hai una passione molto singolare: i robot! Progetto adottaunrobot: sensibilizzare la gente al ri-uso. Dare vita ad oggetti utilizzando materiale caduto in disuso. Il design rifiuta il rifiuto! Ma questo è un progetto davvero affascinante! Com’è venuto fuori?
Io adoro i robot, il vintage, il modernariato, il design del passato e odio buttar via le cose. Ho messo tutto insieme ed è nato AdottaunRobot.com
Un progetto dove metto insieme un sacco di cose: le mie passioni per l’arte, la creatività e il reciclo. Avevo già in passato fatto qualcosa di simile con il progetto D-Droid.com, ma qui è un progetto tutto mio, dove forse per l’età o non so cosa sono riuscito a metterci il cuore. Nelle storie dei personaggi, nello storytelling di come e perchè è nato questo progetto, io lo considero davvero un progetto sincero.
Cosa posso fare per avere un tuo robot? Sono bellissimi!
Per avere un Robot bisogna dal sito mettersi in lista d’attesa. Sono pochi Robottini e tanti li vorrebbero, quindi non è solo una questione di soldi, ma anche di storia… Quando si richiede l’adozione del Robottino, sarebbe meglio se mi viene raccontata la storia che spinge a voler un Robot piuttosto che un altro… per me sono come i miei bimbi e non ho intenzione di darli a chiunque, ma solo a chi ha un cuore!
I tuoi progetti migliori? Progetti in corso?
I miei migliori progetti? Tutti!!!!
Dalla Corporate di Bakeca.it a Io sono un Creativo. Ultimo progetto www.adottaunrobot.com
Un saluto e un consiglio agli amici di RDG?
Non smettere mai di provare emozione.
Vi è piaciuta l’intervista di Massimo? Adesso guardate un po’ il suo video!
Vuoi saperne di più su Massimo Sirelli? Ecco i link!