venerdì, Luglio 4, 2025
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Bob Noorda: Pioniere della Segnaletica Urbana e del Branding Aziendale

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Bob Noorda, nato nei Paesi Bassi nel 1927, è considerato uno dei graphic designer più innovativi e carismatici del Novecento. Trasferitosi a Milano negli anni ’50, Noorda ha rivoluzionato il design della segnaletica urbana e il branding aziendale, diventando un’icona del design. I suoi lavori rappresentano mezzo secolo di storia del graphic design, passando dal concetto di grafica funzionale alla nascita dell’idea di “immagine coordinata”. Quest’ultima, creata per la prima volta da Noorda per la Metropolitana di Milano, era una nozione rivoluzionaria per gli anni Cinquanta, oggi considerata scontata.

Grazie a Noorda, l’Italia del secondo dopoguerra si aprì a nuove sperimentazioni grafiche, abbandonando il clima artistico e mondano della prima metà del secolo. Come racconta lo stesso Noorda, quando arrivò a Milano nel 1956, gli industriali e gli impresari affidavano ancora le campagne pubblicitarie a illustratori e pittori, legando la pubblicità alla figura dell’artista piuttosto che al concetto di brand identity. Noorda si era diplomato nel 1950 ad Amsterdam presso l’Ivkno (Instituut voor Kunstnijverheidsonderwijs, oggi noto come Academie Gerrit Rietveld), ricevendo una formazione funzionalista ispirata ai principi della Bauhaus e del Costruttivismo. Questo background architettonico lo spinse a trasportare i ragionamenti logico-razionali della progettazione di un edificio nel settore della grafica, privilegiando la funzionalità e l’eliminazione di elementi superflui. Questo processo creativo si adattava perfettamente allo sviluppo dell’immagine coordinata, che Noorda definiva come “un misto di architettura, interni, design e pubblicità”.

Durante il suo soggiorno in Italia, Noorda collaborò con altri importanti graphic designer italiani del periodo, come Bruno Munari. Nel 1961 iniziò a lavorare come art director per Pirelli e come consulente artistico per La Rinascente. Nel 1965, fondò l’Unimark International a Chicago insieme a Ralph Eckerstrom, Massimo Vignelli, James Fogelman, Wally Gutches, Larry Klein e Robert Moldafsky.

Noorda sviluppò progetti grafici per alcune delle più importanti aziende italiane, come Feltrinelli, Mondadori, e Touring Club Italiano (nel campo dell’editoria), Eni, Pirelli e Barilla (per la grande distribuzione organizzata), Coop, La Rinascente, Upim e Agip. Oltre all’immagine coordinata per la Metropolitana di Milano, realizzò progetti anche per le metropolitane di New York e San Paolo.

Noorda applicò la stessa filosofia nella creazione di loghi e identità visive per noti brand italiani come Mondadori, Agip, ENEL e COOP, trasformando i loro marchi in simboli chiari e memorabili che comunicano efficacemente i valori aziendali. Nei suoi lavori, riuscì a combinare il rigore tradizionale della cultura olandese con la fantasia e la creatività italiana, ottenendo un perfetto equilibrio tra forma e funzione in una visione laica della grafica contemporanea.

Noorda ha sempre mantenuto una visione di libertà nel suo lavoro, considerandosi un freelance anche nei ruoli istituzionali, come quando era art director per Pirelli. Questa indipendenza gli ha permesso di esplorare e innovare senza vincoli, portando a soluzioni di design che servono chiaramente il loro scopo e migliorano la vita quotidiana.

Un esempio emblematico del suo lavoro è il manifesto Pirelli per lo pneumatico Rolle del 1959. Qui, il nome “Rolle” è riportato in grigio nella parte superiore e messo in evidenza da caratteri cubitali. Lo pneumatico, rappresentato da uno spesso copertone nero, ha un cerchione composto dal marchio Pirelli che, colorato, si ripete e ruota attorno a un invisibile perno centrale, catturando l’occhio dello spettatore. Questo elemento grafico, moltiplicandosi in infinite dilatazioni spazio-temporali, conferisce all’immagine l’idea del movimento.

 

 

Massimo Vignelli: “If you can design one thing, you can design everything”

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Massimo Vignelli, esponente di spicco del design italiano a New York, ha saputo combinare il rigore del modernismo grafico europeo con l’abilità tecnica del design americano. Nato nel 1931, Vignelli ha studiato all’Accademia di Brera di Milano e alla Facoltà di Architettura di Venezia, laureandosi nel 1957.

Durante gli anni universitari, Vignelli ha iniziato a dedicarsi alla progettazione grafica di giornali, libri e packaging, distaccandosi progressivamente dall’architettura. Come egli stesso afferma in “Vignelli: from A to Z”, “il processo architettonico era troppo lento in confronto alla velocità del processo di progettazione” grafica. Questo lo spinse a concentrarsi maggiormente sul design, pur mantenendo un forte legame con l’architettura, una passione che ha coltivato per tutta la vita.

Dopo la laurea, Vignelli iniziò a insegnare design all’Illinois Institute of Technology di Chicago. Negli anni Sessanta, insegnò all’Umanitaria di Milano e all’Istituto per il Disegno Industriale di Venezia. Durante questo periodo, Vignelli acquisì rilevanza internazionale: disegnò i manifesti per la XXXI e la XXXII Biennale di Venezia, le copertine per la Biblioteca Sansoni (1963) e rinnovò l’immagine del Piccolo Teatro di Milano (1964). Nel 1965 partecipò alla fondazione dell’ADI (Associazione per il Disegno Industriale) e fu membro del Gruppo di Studio dell’International Council of Societies of Industrial Design. Negli stessi anni, co-fondò l’Unimark International Corporation e divenne responsabile della sede di New York. Nel 1972, fondò con la moglie Lella la Vignelli Associates a New York. I suoi lavori sono esposti nelle collezioni permanenti di importanti musei come il MoMA e il Metropolitan di New York.

Durante la sua carriera, Vignelli si è occupato principalmente di corporate identity, allestimenti interni, design del prodotto e packaging, mostrando una grande versatilità nello sviluppo progettuale. Uno dei suoi principi fondamentali era: “Design is one – it is not many different ones.” Secondo Vignelli, il design è un’unica disciplina declinabile in vari ambiti, richiedendo lo stesso tipo di metodo progettuale.

Tra i suoi lavori più celebri, si possono citare il marchio ideato per l’American Airlines (1967) e la mappa della metropolitana di New York (1966) e Washington (1968). Dal 1966, Vignelli si dedicò alla corporate identity della Knoll, creando biglietti da visita, brochure, flyer, adesivi e annunci pubblicitari. Il suo lavoro per Knoll si distingue per la semplificazione visiva, il rigore geometrico e l’uso di caratteri tipografici autorevoli come l’Helvetica.

Vignelli sosteneva che “i manifesti mantengono il loro valore come elemento vitale dell’identità aziendale nonostante la proliferazione di altri media.” Un esempio è il manifesto per Knoll International del 1967, che utilizza colori primari sottrattivi e il logotipo Knoll in lettere cubitali sovrapposte. Questo manifesto dimostra la capacità di Vignelli di creare immagini intriganti e accattivanti con pochi colori, caratteri tipografici e un uso sapiente dello spazio. Sul retro del manifesto, l’intera collezione Knoll è visibile solo a poster ripiegato, mostrando un attento studio della griglia spaziale, chiara e organizzata. In tutto il manifesto, il logotipo aziendale in Helvetica bold colorato comunica splendidamente il potere e l’eleganza del marchio Knoll.

 

Rovagnati Svela il Nuovo Logo: moderno ma con richiami alle sue radici

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Il rinomato produttore italiano di salumi, Rovagnati, ha recentemente presentato al mondo la sua nuova identità visiva, culminando in un logo completamente rinnovato che simboleggia l’evoluzione del brand ma richiamando nella tipografia della R il marchio originale. Questo aggiornamento di immagine è frutto di un intenso anno di lavoro, che ha visto la collaborazione tra il team interfunzionale di Rovagnati e il team creativo di Connexia, una realtà leader nel settore del marketing e della comunicazione parte della MarTech Company Retex.

Dettagli del Nuovo Logo

Il cuore del redesign è focalizzato sulla lettera “R”, elemento centrale del logo che si trasforma mantenendo un legame visivo con il marchio originale del 1970. Il nuovo carattere tipografico adottato per il logo presenta linee curve e regolari, progettate per evocare la storia dell azienda Rovagnati e per conferire un aspetto più moderno e accessibile. La scelta di mantenere la “R” come elemento distintivo rispecchia una continuità visiva, pur introducendo un’interpretazione più fresca e attuale.

Il colore gioca un ruolo cruciale nella nuova identità, con l’adozione dei toni della bandiera italiana — verde, bianco e rosso — che abbracciano il nome del brand. Questa scelta non solo rafforza l’italianità del marchio, ma aumenta anche l’immediatezza visiva del logo, rendendolo più accattivante e riconoscibile su diverse piattaforme e supporti.

Il Processo Creativo e l’Innovazione nel Design

Il processo di redesign è stato guidato da una stretta collaborazione tra il team di design interno di Rovagnati e il team creativo di Connexia. Il progetto ha richiesto un approccio interdisciplinare, coinvolgendo esperti di brand identity, designer grafici, e specialisti in strategie di marketing. Questa sinergia ha permesso di esplorare diverse direzioni creative, assicurando che il nuovo logo non solo rispecchiasse l’identità storica di Rovagnati, ma anche le sue ambizioni future.

L’obiettivo era creare un logo che trasmettesse i valori di qualità, tradizione e sostenibilità, elementi fondamentali per Rovagnati. Il nuovo pay-off, “Il Buono fatto Bene”, sottolinea questi valori, con un focus particolare sulla qualità superiore dei prodotti e sulla produzione sostenibile. Questo messaggio è ora visivamente rappresentato nel design del logo, che unisce estetica e etica in un unico simbolo potente.

Implicazioni per il Branding e la Comunicazione

La nuova identità visiva di Rovagnati non è solo un cambiamento grafico, ma rappresenta un rinnovato impegno verso la sostenibilità e l’espansione internazionale. Il Managing Director e Board Member Gabriele Rusconi ha sottolineato come il nuovo logo faciliti la comunicazione di questi obiettivi, migliorando la percezione del brand sui mercati globali e rafforzando la sua presenza nei punti vendita e nei canali digitali.

L’aggiornamento del logo sarà implementato gradualmente su tutti i touchpoint del brand, dai packaging ai materiali promozionali e online, segnando una nuova era nella storia di Rovagnati, con un occhio sempre attento alle origini italiane e uno sguardo deciso verso le nuove sfide del mercato globale.

Il nuovo logo di Rovagnati rappresenta una fusione perfetta di tradizione e innovazione, consolidando l’immagine di un’azienda che continua a crescere e a innovarsi, senza mai dimenticare le radici che l’hanno resa famosa. Questo restyling non solo rafforza la sua identità di marca ma segna anche un passo significativo verso un futuro sostenibile e internazionale, dimostrando come il design possa essere al servizio di strategie aziendali più ampie e complesse.

 

 

font del giorno: Kate

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Kate, di Jérémie Gauthier, è un elegante carattere serif ispirato al mondo del lusso. Il carattere tipografico Kate include 3 pesi di carattere, legature fantastiche, numeri e molte alternative.
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Canva Acquisisce Affinity

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In un annuncio che ha colto di sorpresa il mondo del design digitale, Canva ha rivelato la sua recente acquisizione di Affinity, la suite di software di design professionale nota per la sua potente suite creativa dedicata a editing fotografico, illustrazione, graphic design e impaginazione da sempre la scelta di milioni di utenti che non volevono sottostare al modello di abbonamento di casa ADOBE. Mentre la notizia segna un momento significativo nell’ambizione di Canva di diventare la piattaforma di comunicazione visiva all-in-one per ogni tipo di designer, ha anche sollevato onde di scetticismo tra gli utenti fedeli di Affinity.

La Visione di Canva

Cliff Obrecht, co-fondatore e COO di Canva, ha espresso entusiasmo riguardo all’acquisizione, sottolineando l’importanza di questa mossa per la visione futura dell’azienda. ”

La comunicazione visiva è ormai onnipresente sul posto di lavoro e investire in strategie che migliorano le nostre offerte B2B è fondamentale per il futuro della nostra attività,

” ha affermato Obrecht. Sottolineando l’obiettivo di Canva di democratizzare il design, ha aggiunto, “Dalle vendite al marketing, dal marchio ai team creativi, la necessità di creare contenuti visivi efficaci e coinvolgenti è costantemente in aumento.”

Canva, già un colosso nel campo della comunicazione visiva, con oltre 175 milioni di utenti in tutto il mondo, ha fatto il grande passo per integrare le capacità di design professionale di Affinity, riconosciute e premiate globalmente, con la sua piattaforma. Questa mossa è vista come un tentativo di espandere il suo raggio d’azione non solo tra i designer amatoriali ma anche tra quelli professionali, cercando di offrire una gamma completa di strumenti che soddisfino le esigenze di tutti.

Ashley Hewson, CEO di Affinity, ha condiviso l’entusiasmo per l’acquisizione, sottolineando come l‘unione con Canva apra a nuove possibilità e orizzonti per i prodotti Affinity, grazie alle risorse aggiuntive e alla visione condivisa di democratizzare il design. Tuttavia, nonostante l’ottimismo ufficiale, la reazione della community non è stata univocamente positiva.

Il Dubbio degli Utenti

La notizia ha scatenato preoccupazioni tra gli utenti di lunga data di Affinity, in particolare riguardo alla possibilità che l’acquisizione porti a un cambiamento nel modello di business, da un acquisto una tantum a un abbonamento ricorrente. Questa potenziale mossa ha sollevato questioni sulla sostenibilità e l’accessibilità degli strumenti di design professionale.

dal forum di affinity, LunchMoney_Matt, un membro della community, esprime il proprio disappunto per non aver ricevuto la notizia direttamente dall’azienda e critica “tutto quello che ha fatto (di male NDA)” Canva all’industria del design. Pur riconoscendo le potenziali implicazioni positive dell’acquisizione nel dare a Adobe una competizione significativa, teme l’introduzione di un modello basato su abbonamento e un possibile aumento dei prezzi.

Un altro utente, obscuremetaphor, riflette una preoccupazione simile, suggerendo che un passaggio a un modello di abbonamento li spingerebbe a tornare ad Adobe, percependo tale mossa come un “chiodo sulla bara” per l’indipendenza che Affinity ha rappresentato finora.

Tra i numerosi post espressi in segno di dissenso, emerge una preoccupazione comune tra gli utilizzatori della suite Affinity: la netta riluttanza a passare a un modello di abbonamento. Attualmente, con la versione in vigore di Affinity, non ci sono motivi immediati per temere un tale cambiamento, come stabilito nei termini di acquisto della attuale licenza; tuttavia, è possibile che a partire dalla versione 3, il modello di business di Affinity possa subire delle modifiche.

Analisi e Prospettive Future

L’acquisizione di Affinity da parte di Canva rappresenta indubbiamente un punto di svolta nell’industria del design, con il potenziale per riscrivere le regole del gioco e a diventare un vero e proprio antagonista di ADOBE. Mentre Canva punta a espandere il suo arsenale di strumenti per abbracciare una più ampia varietà di utenti, compresi quelli professionali, la preoccupazione principale tra la community di Affinity riguarda la preservazione dei valori che hanno reso la piattaforma tanto apprezzata: accessibilità, qualità e un modello di pagamento equo.

In un settore in rapida evoluzione, dove la comunicazione visiva diventa sempre più centrale, la fusione tra Canva e Affinity potrebbe offrire opportunità senza precedenti per i designer di ogni livello.

La mia speranza, in qualità di utilizzatore della suite Affinity, è che le direzioni di Canva e Affinity prestino attenzione e diano risposte concrete alle preoccupazioni sollevate dalla loro base di utenti. È fondamentale che le novità introdotte nel futuro non si limitino a espandere le funzionalità offerte, ma si impegnino altresì a preservare quei principi di accessibilità e convenienza economica che hanno contribuito al successo di queste piattaforme fino ad oggi. Questo aspetto assume un’importanza cruciale considerando l’utilità e la versatilità di un prodotto crossmediale come Affinity, che garantisce un alto livello di professionalità sia su computer che su dispositivi mobili, quali l’iPad. La capacità di lavorare con efficienza in mobilità, sfruttando lo stesso strumento sia in ufficio che in viaggio, rappresenta una libertà che molti utenti, me incluso, hanno imparato a valorizzare e considerare indispensabile. La flessibilità e l’efficacia di Affinity in contesti diversi ne hanno sancito il valore per una vasta gamma di professionisti, e non credo di essere l’unico a sperare che queste caratteristiche rimangano invariate, consentendoci di continuare a usufruire del software con la stessa grande libertà e mobilità a cui siamo abituati.

l’acquisizione di Affinity da parte di Canva rappresenta un momento di notevole interesse per il settore del software di design, offrendo una potenziale alternativa all’egemonia di Adobe. L’introduzione di Canva tra gli strumenti creativi a disposizione evidenzia una tendenza verso soluzioni più flessibili e accessibili, una caratteristica che Canva ha dimostrato di possedere in misura maggiore rispetto a Adobe Express. Tuttavia, mentre Canva si distingue per la sua semplicità d’uso e l’approccio intuitivo al design, manca degli strumenti di progettazione avanzata che caratterizzano invece Affinity.

L’ipotesi di future integrazioni tra Canva e Affinity, soprattutto in relazione ai flussi di lavoro aziendali, solleva questioni interessanti. Canva, per quanto efficace come piattaforma di design web, non ha ancora raggiunto il livello di professionalità nei suoi strumenti di progettazione offerti da Affinity. D’altra parte, Affinity, pur essendo rinomato per la precisione dei suoi software di design, non offre servizi cloud o strumenti collaborativi, punti di forza di Canva.

La possibilità che queste due entità possano unirsi per creare un insieme di strumenti che combinano qualità professionale e collaborazione apre a riflessioni sulle potenziali evoluzioni del settore. Una tale fusione potrebbe offrire ai professionisti del design una gamma di opzioni più ampia, coniugando la precisione tecnica di Affinity e la flessibilità collaborativa di Canva. Ovviamente Restano da valutare le implicazioni di questa integrazione, sia in termini di accessibilità sia di adattabilità ai diversi flussi di lavoro, con la speranza che il risultato finale sia benefico per la comunità di utenti e professionisti del settore.

 

Altro che 5 minuti! ecco quanto ci vuole per un progetto grafico

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Vi state chiedendo quante ore dovreste dedicare a quel progetto?

Il tempo necessario per realizzare progetti grafici può variare notevolmente a seconda della complessità, delle esigenze del cliente e dell’esperienza del designer. In questo articolo abbiamo cercato di stilare una stima approssimativa delle ore necessarie per diversi tipi di progetti grafici, tenendo conto delle fasi di concettualizzazione, sviluppo e revisione.

queste stime di tempo ti saranno utili anche quando utilizzerai il nostro calcolatore online per capire Quanto far pagare i tuoi servizi freelance.

È importante ricordare che le stime di tempo sono molto approssimative e ogni creativo ha un processo di lavoro praticamente unico. C’è chi attende l’ispirazione giusta e in un’ora realizza un lavoro che potrebbe richiedere 5 ore, e chi invece si dedica a bozzetti su carta e penna fino a trovare l’idea giusta. Tuttavia, indicativamente, ogni progetto è composto dalle fasi di ideazione, progettazione, realizzazione e consegna, e queste sono delle stime di tempo che possono aiutare i freelancer più giovani a orientarsi su quante ore preventivare per ogni progetto:

  1. Logo: Da 10 a 40 ore.
  2. Identità e strategia di Marca Completa: Da 60 a 90 ore.
  3. Illustrazione: Da 8 a 40 ore. Il tempo varia notevolmente in base allo stile e ai dettagli richiesti.
  4. Progetto Web: Da 30 a 80 ore per siti base, e 100 ore o più per siti più complessi.
  5. Post Social: Da 1 a 3 ore per post.
  6. Pianificazione Piano Editoriale: Da 5 a 20 ore.
  7. Poster: Da 8 a 24 ore.
  8. Packaging: Da 20 a 50 ore.
  9. Brochure/Depliant: Da 15 a 40 ore.
  10. Animazioni semplici per i social o siti web: Da 5 a 10 ore.
  11. Rebranding: Da 40 a oltre 90 ore.
  12. Fotoritocco: Da 30 minuti a diverse ore per immagine.
  13. Photobashing: Da 2 a 10 ore o più.
  14. Consulenza Creativa per Progetto UX/UI: Da 10 a 40 ore.
  15. Naming: Da 2 a 20 ore.
  16. Copywriting: Da 1 a 3 ore per testi brevi, e da 3 a 8 ore per contenuti più lunghi.
  17. Landing Page: Da 10 a 40 ore.
  18. Impaginazione Brochure: Da 4 a 8 ore per brochure di piccole dimensioni a 20-40 ore o più per brochure complesse.
  19. Impaginazione Libri:Da 30 a 60 ore o più per libri di lunghezza media (circa 200-300 pagine), variando in base alla complessità della formattazione, numero di immagini e tabelle da integrare.

NB:Queste stime sono indicative e possono variare notevolmente a seconda di molti fattori, inclusi i requisiti specifici del cliente e la velocità di lavoro del professionista. È sempre consigliabile discutere in dettaglio le aspettative e le scadenze con il cliente o il fornitore di servizi prima di iniziare un progetto. Queste stime sono intese per aiutare, in particolare i freelancer più giovani, a orientarsi su quante ore potrebbero preventivare per ogni progetto, tenendo conto delle fasi di ideazione, progettazione, realizzazione e consegna.

Potresti pensare che tante ore per quel preciso compito siano troppe o troppo poche, ma la verità è che ogni progetto ha la sua complessità unica e richiede una dedizione specifica. La creatività non è una scienza esatta e non può essere misurata in termini di tempo con precisione matematica.

C’è chi, nel flusso dell’ispirazione, può compiere miracoli in meno di un’ora, e chi invece necessita di giorni per affinare e perfezionare la propria opera. Queste stime non sono dunque leggi incrollabili, ma piuttosto punti di riferimento da cui partire.

Ricorda: la qualità del tuo lavoro non si misura in minuti o ore, ma nell’impatto che esso ha sui tuoi destinatari. Non farti scoraggiare o frenare da numeri e stime. Concentrati piuttosto sulla passione e sull’intento che metti in ogni tua creazione.

Ascolta un cretino che fa questo lavoro da 20 anni, sii flessibile. Adatta i tuoi tempi alle esigenze del progetto e non avere paura di superare le tue stime se ciò significa raggiungere un risultato di cui puoi essere veramente orgoglioso, i clienti si rendono conto quando faccio quel miglio in più per noi e per loro. La strada verso l’eccellenza creativa è un viaggio senza orari, e ogni passo, grande o piccolo che sia, è un passo verso la realizzazione della tua visione.

font del giorno: Funkybara

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davvero credevate che avreste trovato una descrizione del font qui?

download link: https://www.behance.net/gallery/191346801/Funkybara-font