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sabato, Luglio 27, 2024
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Stefania Quattropani: 2500km di design tra Catania e Londra

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Ciao Stefania benvenuta sulle nostre pagine dedicate al mondo dei designer e grazie per la tua disponibilità. Te lo aspettavi che saremmo venuti a romperti le scatole? 😉
Grazie a voi! 🙂 Mi aspetto di tutto da voi!

Presentati al nostro pubblico e parlarci un po’ di te, dicci, chi sei per l’anagrafe? Ma soprattutto dicci di dove sei e dove vivi ora!
Sono Stefania Quattropani, sicula d.o.c. Nata (quasi) 29 anni fa. Sono cresciuta in un paese di montagna in provincia di Siracusa. Ho studiato grafica a Catania e Urbino. Ho vissuto a Milano, Edimburgo e adesso a Londra 🙂

Cosa ti ha fatto maturare l’idea di trasferirti in Inghilterra?
Mi sono trasferita dalla Scozia all’Inghilterra per lo stesso motivo per cui quasi ogni giovane oggi si trasferisce dalla Sicilia al nord Italia, o dal nord Italia all’estero. Semplicemente mi stava stretto il luogo in cui vivevo.

domanda di rito è vero che a londra piove sempre?
Quasi sempre dai. Ci sono tante le belle giornate. Per me che vengo da Edimburgo, Londra è paradiso.

Quando hai lasciato l’Italia avevi già un lavoro o sei partito all’avanscoperta?
Diciamo all’avanscoperta. Il piano era trovare qualche lavoretto in ristoranti o hotel e imparare le basi d’inglese per qualche mese, ma avevo comunque voluto contattare qualche agenzia e provaci! Ho fissato due interviste dall’Italia, ed una è andata bene 🙂 Quindi piacevole cambio di programma

Come ti sei organizzato? Conoscevi qualcuno? Hai vissuto i primi giorni in ostello? Come ti sei mossa appena arrivata?
A Edimburgo conoscevo già qualcuno quindi sono stata fortunata per quanto riguarda l’alloggio. A Londra ho fissato alcune visite in anticipo informandomi prima per quanto riguarda le zone più sicure e servite dai mezzi (indipendentemente dal mio ufficio, che potrebbe sempre cambiare).

Prima di trasferirti hai lavorato in altre città? Se sì: quanto hanno influito queste diverse città nel tuo percorso professionale?
Ho lavorato un anno a Milano. Questa città ha influito positivamente e negativamente. Sicuramente sono cambiata.
Da un lato un’esperienza negativa “all’italiana” che, per diverse ragioni, mi ha portata a scappare; dall’altro un’esperienza positiva che mi ha permesso di poter costruire un minimo di portfolio e scappare.
Edimburgo mi ha cresciuta nel vero senso della parola e mi ha portata alla scoperta del digitale.

Ci spieghi meglio la tua figura professionale? quale sarebbe il tuo inquadramento?
Per ricollegarmi alla domanda precedente, la mia figura professionale è cambiata da quando mi sono trasferita all’estero.
Ho iniziato come graphic designer nel senso tradizionale: editoria, identità visiva e stampa.
La crescita e l’evoluzione è stata inevitabile. Adesso sono a tutti gli effetti quella figura professionale chiamata (Digital) Product Designer o UI/UX Designer. Il settore è pieno di Buzz-words e sub-settori per spiegare quello che facciamo. In poche parole mi occupo del design di esperienze digitali (native o web)

Che tipo di studi hai fatto per arrivare a ricoprire questa posizione?
I miei studi di Graphic Design all’Accademia di Belle Arti di Catania e Grafica Editoriale all’Accademia di Belle Arti di Urbino, mi hanno senz’altro dato le basi visive e hanno educato il mio occhio.

Ciò che faccio adesso è frutto della curiosità, della voglia di imparare qualcosa di nuovo e andare oltre la mia comfort zone. Non potevo ignorare ciò con cui interagivo ogni giorno.

Quindi gli “studi” nel senso classico del termine, sono solo una percentuale di ciò che sono diventata. Ho imparato tramite libri, corsi online, eventi ed osservando altri colleghi a lavoro. Imparare sul campo è il miglior metodo.

Con che tipo di clienti tratti?
Da poco lavoro per un’agenzia di consulenza focalizzata su applicazioni native per iOS e Android. Al momento sono su un progetto e-commerce ma, facendo consulenza, i settori sono svariati (retail, banking, lifestyle ecc.)

Che differenza c’è nel tuo lavoro in Italia e in Inghilterra? Come viene percepito il mestiere del designer li?
Neanche sto a dirlo… ma lo dico.
Basta paragonare la quantità di offerte di lavoro online.
In Italia ti devi reputare fortunato se trovi un ambiente lavorativo decente, stimolante e che ti paga… e devi tenerlo stretto. A Edimburgo le opportunità non mancano. Ma Londra… Londra è un altro mondo.
L’industria a Londra è tra le più grandi a livello globale e le opportunità sono infinite, qualsiasi direzione vuoi prendere.
Ho iniziato la mia ricerca a Edimburgo con molta calma, solo per testare: volevo solo “allenarmi” e “sciogliermi”, senza nessuna fretta, ma la quantità di risposte positive e chiamate mi ha spiazzata.

Come viene invece retribuito il mestiere del designer a londra? ci sono dei benefici? O, comunque, conviene per qualche motivo?
Neanche sto a dirlo… ma lo dico.
Adesso non so se qualcosa è cambiato in Italia ma se sempre più gente decide di spostarsi all’estero, un motivo ci sarà.
Personalmente, precarietà economica, ricerca del posto fisso e incertezza del futuro nel nostro Paese hanno ceduto il posto a tanta positività, voglia di crescere e di cambiamento nel Regno Unito.

Secondo te che ruolo ha il posto in cui vivi nel tuo mestiere?
Fondamentale. Ti parlo della mia esperienza personale, magari qualcuno ha avuto esperienze opposte.

Per la mia poca esperienza italiana, la differenza è culturale. Nel Regno Unito ho avuto la possibilità di lavorare in diverse aziende e non mi sono mai sentita una schiava o una macchina. Qui rendono il concetto di lavoro piacevole, nonostante spesso impieghi un’ora per arrivare in ufficio.

In generale, nel Regno Unito tengono al benessere dei dipendenti e capiscono che stare al computer 40 ore settimanali non è produttivo.
In Italia pensiamo che più lavoriamo, più produciamo, più creiamo posti di lavoro, più il nostro Paese sta bene e la gente non ha bisogno di andare all’estero. Come vedi non è così.

Puoi avere tutta la passione del mondo, ma certe cose non funzionano in Italia (eg: lavoro da casa, attività sociali durante le ore lavorative, attività formative)
Non sto dicendo che in Italia non esistono aziende del genere. Ma sono come mosche bianche.

Devo ammettere che in alcune aziende, tutto ciò è anche portato all’estremo. Bisogna bilanciare le due cose.

Non esiste il Paese perfetto. Qualcosa che non va c’è sempre, ma se sto ancora qui vuol dire che sugli aspetti negativi, tutto sommato, posso solo riderci su.

ti senti a casa o ti manca l’Italia?
Mi mancano i supermercati italiani, i prodotti italiani, la frutta e la verdura italiana. Ma mi sento più a casa rispetto ad Edimburgo perché stiamo comunque parlando di Londra dove è impossibile non sentire parlare italiano per strada. E vorrei anche sfatare il luogo comune che non ci sono buoni ristoranti italiani a Londra 🙂

Che consiglio vuoi dare ai nostri lettori che magari stanno pensando di andare a lavorare all’estero? Cosa consiglieresti a chi vuole seguire i tuoi passi?
Non è tutto in discesa. Le opportunità non piovono dal cielo il giorno che metti piede qui. Ci vuole una dose di fortuna, una dose di pazienza e una dose di ambizione. Non sottovalutate la lingua e non circondarti di italiani, soprattutto se il tuo livello di inglese è basso.

Ho sentito spesso di gente scappata da Londra, ma non ho ancora capito il motivo 🙂 Se scegli Londra rispetto a qualsiasi altra città del Regno Unito, devi preparati mentalmente a un costo della vita più alto e a ritmi quotidiani più frenetici, come in qualsiasi metropoli del mondo.

Oggi come vedi il tuo futuro?
Vedo un futuro di crescita, sento che ho ancora tanto da imparare e che ho ancora tanta strada da fare. Non vedo un punto di arrivo.

Stefania quattropani

C’è qualcosa che avresti preferito ti avessero detto prima di andare a lavorare all’estero?
No. Nessun avviso negativo.

È mai successo qualcosa di davvero assurdo, qualche stranezza o qualche aneddoto che ti va di raccontarci?
Niente di cosi assurdo o strano.
Potrei raccontarti tante figure di m***a a causa di misunderstanding di lingua/pronuncia, ma penso sia capitato a tutti 😛

C’è qualche luogo comune che si e rivelato purtroppo vero?
Tutti. Tutti veri. Ma non sto qui a parlare male di loro :p
Un luogo comune su tutti è l’ironia inglese: non ci capiamo. Spesso loro non capiscono quando scherziamo e si offendono e noi non cogliamo le loro battute… semplicemente perché non sono divertenti -_-

Un consiglio a caso per i nostri lettori
Non affidatevi a gruppi Facebook tipo “Italiani a Londra”, “Italiani a Edimburgo” e simili, per domande e informazioni “serie”

Siamo curiosi, ci dai qualche link dove poter vedere i tuoi lavori?
http://sqitalic.com

Grazie per il tuo tempo, ora andiamo in qualche pub a farci una birra?
Vi aspetto a Londra ovviamente <3

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Lombardo Marco
Lombardo Marcohttp://wiredlayer.com
Marco lombardo è il fondatore di robadagrafici.net Si occupa di aiutare i marchi a crescere. Crea identità memorabili grazie a strategie che ne rafforzano l'identità. marcolombardo@wiredlayer.com info@robadagrafici.net
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