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sabato, Aprile 20, 2024
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Vera Wise – La nuova umana digitale made in Puglia

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Nasce nel sud Italia Vera Wise, un’umana digitale anglo-italiana di 26 anni, una ragazza con la passione per la fotografia e appassionata di moda, musica funk/rock e tech, come tante altre ragazze sue coetanee; posta i propri scatti sul suo profilo social e condivide sul web i propri interessi.

Vera Wise è stata ideata da Kabum, studio di computer grafica di Bari, fondato da Marco Testini e Teresa Romano. Un progetto di storytelling transmediale dove la computer grafica non è il fine ma il mezzo.

L’idea iniziale è nata dalla necessità di dimostrare quanto l’intelligenza della mente e l’intelligenza del corpo siano complementari e il tutto si è concretizzato con la creazione di un personaggio realizzato in computer grafica con una resa iperrealistica.

Tra gli artisti coinvolti nella realizzazione di questo progetto ci sono anche i collaboratori Federico Spissu e Francesco Dessì.

ll suo aspetto, per quanto realistico, presenterà degli sporadici glitch contribuendo al processo di sospensione dell’incredulità.

La storia di Vera è ancora tutta da scrivere e sarà influenzata dal corso degli eventi. A differenza di altri umani digitali, Vera si adatterà al mercato e ai media plasmando il proprio aspetto: potrà essere attrice in un cortometraggio, streamer in una live, ambassador di un brand, influencer per campagne marketing, personaggio di un videogioco. Praticamente qualunque cosa superi i limiti dell’immaginazione.

Vera per antonomasia, questo progetto transmediale vuole restituire il futuro all’umanità.

Oltre alla storia futura, ancora tutta da scrivere, Vera ha un passato ben definito che ne segna, inevitabilmente, il carattere e le propensioni.

Vera Wise nasce il 29/09/1996 (digitalmente il 12/06/2022) alle 2:22 da madre italiana e padre inglese. È bilingue e parla fluentemente in italiano e in inglese. Trascorre la sua infanzia a Warwik, in Inghilterra, dove incontra la sua prima fiamma Jamie. Si indentifica come una donna lesbica cisgender e i suoi pronomi sono she/her. Ha una fisicità prorompente ed è una fiera sostenitrice della body positivity.

La sua curiosità l’ha portata a sviluppare diversi interessi. È una fotografa, ma si diletta anche come modella ed è appassionata di moda, musica funk/rock e tecnologia per cui riserva una particolare fascinazione per il mondo dei videogiochi. Ha un QR code tatuato sull’avambraccio che consente a chi lo scansiona di accedere al suo mondo virtuale e a contenuti della sua vita privata.
Vera ama stare al centro dell’attenzione ed esprime sempre la propria opinione senza nascondere una certa fierezza.

Everything not saved will be lost.

– Nintendo “Quit screen” message

Sito web ufficiale del progetto: realvera.it

3D loops – ecco il nuovo trend del motion design

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In questi anni stiamo vedendo una sempre maggiore dominanza di alcune tecniche in tutti gli ambiti del design e della comunicazione visiva. Tra questi, sicuramente la modellazione 3D e il motion design, inserito nel Logo trend report 2023 da Logo Lounge.

Parliamo chiaramente di discipline sempre esistite, che negli ultimi anni trovano un sempre maggior legame con le discipline di design grafico. Non è raro scovare – soprattutto grazie ai social – manifesti, siti web e identità che sfruttano il motion o il 3D per comunicare meglio con il proprio pubblico.

E se provassimo a unire il 3D modeling al motion?

È di questo che abbiamo parlato con Salvatore Cavallaro, talentuoso 3D artist pugliese che si occupa di motion loop, ossia un’animazione (a tratti psichedelica) in loop di oggetti tridimensionali da lui modellati, con materiali che si comportano diversamente dai loro corrispettivi reali.

Il risultato è un contenuto davvero eye-catching, che ci affascina sotto tantissimi punti di vista, sia squisitamente tecnici e realizzatori, sia perchè – personalmente – troviamo queste animazioni davvero rilassanti.

Ciao Salvatore! Complimenti per il tuo progetto, quali sono gli obiettivi dietro questa composizione?

Ho realizzato lo sketch delle penne con l’intento di stupire, volevo raggiungere il realismo con qualcosa di impossibile ed è proprio questo ciò che mi affascina del 3D, poter dar vita a qualsiasi cosa.

Come trovi l’ispirazione per realizzare questi motion loop?

Immagino che tutti gli artisti, ad un certo punto, si chiedano “ e ora che faccio “?
Questo è ciò che accade anche a me quasi ogni giorno.

Le idee non nascono dal nulla, vanno seminate e nutrite e quando ti va bene si materializzano senza controllo, stupende, avvincenti e mozzafiato. Per me l’ispirazione può arrivare con qualche scroll tra i feed instagram o con un giro su Pinterest, anche se preferisco immergermi della natura.

Sostanzialmente le idee non mancano, il difficile sta nel farle coincidere con le proprie abilità.

Interessante l’uso delle cromie! A cosa ti ispiri per la scelta del colore?

In buona parte dei miei lavori personali mi servo di una contrapposizione tra colori freddi e colori più vivi, scelta cromatica ereditata dal fascino per i film di Tim Burton dove accostamenti tra nero e blu si scontrano con verde e rosso.

Cosa ti ha portato a questo tipo di modellazione 3D?

Mi sono sempre chiesto chi sarei voluto essere nella vita, sono stato spesso indeciso perché avrei voluto fare ogni mestiere esistente, questa condizione mi ha portato a non eccellere in alcun campo e penso che in molti si rispecchino. C’è però qualcosa che sin da piccolo mi ha sempre affascinato, la grafica 3D. Quando ho avuto il mio primo videogioco, Crash Bandicoot, ho cercato di capire come funzionasse il 3D ma l’ho sempre visto come qualcosa di irraggiungibile, troppo difficile.
Poi ho deciso di studiare in maniera approfondita, con dedizione. Ora, ciò che da ragazzino mi sembrava impossibile prende forma!

Froggy – Salvatore Cavallaro

 

Ringraziamo Salvatore per l’interessante approfondimento e vi consigliamo il suo profilo IG ricco di 3D motion loops: @tore_cavallaro_3d

Adobe acquisisce Figma con un accordo del valore di 20 miliardi di dollari

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E così è la fine di un’era. L’era in cui avevamo opzioni di scelta per progettare esperienze utente migliori (UX) o software di progettazione dell’interfaccia utente (UI). Ora le due più grandi scelte sul mercato si riducono a una.

Adobe acquista un rivale chiave

Non è un segreto che Adobe XD e Figma siano i due software di design più popolari al mondo per la creazione di tutto ciò che tocca l’esperienza utente e interfaccia. I professionisti del design li usano per progettare interfacce utente e prototipi per applicazioni Web e mobile. Ma con la recente acquisizione di Adobe di FIGMA, le cose stanno per cambiare.

Adobe non ha ancora comunicato i suoi piani per Figma, ma è probabile che entrerà a far parte della Creative Cloud e sarà offerto come parte di un abbonamento. Ciò significa che, a meno che non si disponga di un piano di abbonamento, non sarà più possibile acquistarlo. E questo e quello che preoccupa di più giovani freelance che per la maggior parte usano figma nella sua versione gratuita. Ciò potrebbe non essere un problema per molti professionisti del design, ma per coloro che non possono permettersi un abbonamento, potrebbe essere un grosso problema.

Inoltre, Adobe offre già un software di progettazione delle interfacce utente chiamato Adobe XD. È gratuito per gli studenti e gli insegnanti e costa $ 9,99 al mese per tutti gli altri.

figma è un software molto popolare tra i professionisti del design ed è sempre stata la scelta numero uno per coloro che non possono permettersi un abbonamento alla Creative Cloud.

Non è poi cosi strano pensare al fatto che adobe abbia voluto a tutti i costi acquisire Figma.

Scegliere Figma rispetto ad Adobe XD significa avere un miglior flusso di lavoro, un’esperienza complessiva migliore e una migliore collaborazione con i clienti.

Figma è un’ottima scelta per i designer di UX che cercano uno strumento potente, ma facile da usare. Figma offre una serie di vantaggi rispetto ad Adobe XD, tra cui un miglior flusso di lavoro, un’esperienza complessiva migliore e una migliore collaborazione con i clienti con molte app accessorie

Figma ha trascorso diversi anni in modalità invisibile prima di introdurre strumenti basati su browser che consentono ai progettisti di software di lavorare insieme in tempo reale. I suoi prodotti consentono ai collaboratori di aggirare il processo, a volte goffo, di salvare e inviare il proprio lavoro ai colleghi utilizzando una raccolta di app disparate come we transfer et similari.

L’azienda, guidata dal co-fondatore Dylan Field, ha visto aumentare la domanda durante la pandemia con l’aumento del lavoro a distanza. I clienti includono Airbnb Inc., Google, Netflix Inc. e Twitter Inc., secondo il suo sito web. I sostenitori di Figma includono società di venture capital Kleiner Perkins, Index Ventures e Greylock Partners.

Adobe, d’altro canto, una delle preferite di Wall Street da oltre un decennio, è stata colpita dalla recessione tecnologica con le sue azioni che hanno perso più di un terzo del loro valore dall’inizio dell’anno. Gli investitori sono diventati sempre più scettici sul predominio del software creativo di Adobe e l’azienda ha cercato di espandersi in offerte più a misura di consumatore.

Adobe Inc ha dichiarato che acquisterà Figma con un accordo in contanti e azioni valutando questi ultimi circa $ 20 miliardi.

Si tratta di fatto di una delle più care acquisizioni da parte di abobe dai tempi di MACROMEDIA.

Adobe ora prevede di combinare la propria community con Figma ed è probabile che in futuro ciò implicherà il raggruppamento di prodotti e servizi Figma in Adobe Creative Suite.

Fino ad allora, Figma rimarrà intatta per ora. “Abbiamo in programma di continuare a gestire Figma nel modo in cui abbiamo sempre gestito Figma, continuando a fare ciò che riteniamo sia meglio per la nostra comunità, la nostra cultura e il nostro business”, spiega Dylan Field , co-fondatore e CEO di Figma. “Adobe è profondamente impegnata a far funzionare Figma in modo autonomo.” Field continuerà a ricoprire il ruolo di CEO e riporterà al presidente di Adobe David Wadhwani.

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Figma vuole anche sfruttare l’esperienza di Adobe in 3D, video, vettoriali, imaging e caratteri per migliorare notevolmente la progettazione dei prodotti sul Web. Field afferma che la società combinata costruirà “nuovi strumenti e spazi per consentire ai clienti di progettare prodotti più velocemente e più facilmente”.

Adobe non ha ancora dettagliato la sua visione o i suoi piani a lungo termine, ma la società terrà una teleconferenza con gli investitori questa mattina, quindi potremmo avere un’idea migliore dei piani di Adobe più tardi oggi.

RDG presenta Bill Gardner live allo IED MILANO

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IED Milano e ROBA DA GRAFICI.net hanno il piacere di invitarvi al live talk di Bill Gardner “BRAND TREND”, che si terrà il 10 settembre 2022 alle ore 17 presso l’aula magna s10 dell’Istituto Europeo di Design di Milano in via Sciesa 4. Bill Gardner, fondatore di Logolounge.com e Gardner Design USA, presenterà il “2022 Logo Trends: The Good, The Badass, and The Ugly”.

Preparatevi per una live event di design dal ritmo veloce, intenso e conciso. Il mondo dell’identity design sta continuando ad evolversi, portando con sé cambiamenti inaspettati. Mentre osserviamo che i marchi si stanno sempre di  piu liberando dalle regole convenzionali, è inevitabile che ci saranno alcuni passi falsi lungo la strada, Tuttavia, i designer che sono disposti a osare e sperimentare saranno quelli che creeranno le identità più memorabili e durature.

Bill Gardner, uno dei più grandi esperti di tendenze stilistiche al mondo, condividerà la sua vasta esperienza allo IED Milano.

Il Logo Trend Report di Bill Gardner è un evento imperdibile per tutti i designer. Scopri cosa significa “Trends Good” e “Trendy Bad” e come l’attuale traiettoria del design potrebbe influenzare il lavoro che svolgi per i tuoi clienti. questa è una occasione che nessun designer può perdersi.

Una panoramica dei migliori trend nel logo design aggiornato con le ultime tendenze  e novità ma con un monito a quello che sta diventando un abuso stilistico; guidati nel mondo del marchio da Bill Gardner uno dei più famosi designer di branding e comunicazione al mondo, con lavori per aziende come Pizza Hut, Google e Facebook. È inoltre l’autore di diversi libri bestseller sul design di marchi e loghi, tra cui la serie di libri LogoLounge, il Logo Trend Report e Logo Creed.

Il talk di Bill Gardner è imperdibile per chiunque lavori nel settore del design e della comunicazione.

a seguire un Talk Moderato da Marco Lombardo, fondatore di Roba Da Grafici in cui interverranno BOB Liuzzo, Brand Designer e coordinatore del corso internazionale di Graphic Design IED Milano, Manuel Alvaro, ambassador di Zetafonts e esperto di progettazione tipografica, Simone Checchia blueorangedesign studio, dando agli spettatori una prospettiva unica e spesso contraddittoria sul design.

 

Una portfolio review riservata al logo e identity design:

Non perdere l’occasione di ottenere feedback da professionisti del settore sui tuoi lavori di branding e design.

I relatori della conferenza saranno disponibili dalle ore 14 alle 16.30 per una portfolio review riservata al logo e identity design. Potrai prenotare gratuitamente anche questa attività e sottoporre i tuoi lavori ai feedback del fondatore di LogoLounge Bill Gardner, a BOB Liuzzo e ai fondatori di RDG.

La portfolio review avrà una durata di 15 min per ogni partecipante quindi si richiede di arrivare con i migliori progetti di branding realizzati.

Per prenotare la portfolio Review insieme alla partecipazione al Talk scegli l’opzione PORTFOLIO REVIEW

per partecipare è indispensabile iscriversi al evento via eventbrite:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-brand-trend-con-bill-gardner-406202010147

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-brand-trend-portfolio-review-411491330647

robadagrafici @fuffighters Roma dal 27 al 29 maggio

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“Il primo evento pensato per chiamare a raccolta la più grande community di professionisti della creator economy, creativi brillanti e appassionati del digital!”

E noi di Roba da Grafici non potevamo certamente rifiutare l’invito del nostro buon amico Mario Moroni: Conduttore, Creatore di Contenuti e Autore di “Startup di Merda”.

L’intento di Fuffighters – che si terrà a Roma dal 27 al 29 maggio – è quello di educare e spiegare la creator economy, il digital e condividere i migliori strumenti a disposizione per generare contenuti di valore. Insomma un evento che raccoglie formazione, ispirazione, scoperta e crescita.

A livello mondiale si contano oltre 50 milioni di creator attivi, di cui almeno 2 milioni definibili come professionistiAd oggi il 46% degli utenti che ha costruito la propria audience negli ultimi quattro anni, guadagna in media più di 20 mila dollari annui. Solo in Italia i creator sono 350mila, ma si arriva a 450mila figure coinvolte se consideriamo anche chi opera nel settore a supporto dei creator stessi.

Gli ospiti attualmente annunciati sono Michele Scai Franzese, Germano Lanzoni, Rossella Pivanti, Luca Mastella, Luca La Mesa, Chiara Piotto, Luca Altimani, Bianca Del Balzo, Daniele Cassioli, Germano Milite, Renato Franchi, Massimiliano Dona e tanti altri che verranno presentati nei prossimi giorni. Ovviamente ci saremo anche noi di Roba da Grafici sia sul palco che in mezzo a voi.

Fuffighters contiene dentro di sé la parola Fighters, perché è dedicato ad ogni creativo che si sente un vero Guerriero Digitale.

E ora la parte veramente interessante! Solo per voi lettori di RDG uno sconto esclusivo del 60% sul costo totale dell’evento, ma occhio i biglietti sono già in esaurimento soprattuto per l’academy a posti limitati, quindi affrettatevi!

Interverranno: Marco Lombardo e Simone Checchia di Roba da Grafici!

il codice sconto è FUFFADAGRAFICI da inserire sulla pagina eventbrite del evento.

APPLICA IL CODICE SCONTO

Come è strutturato l’evento:

28 Maggio | plenaria
Più di 500 posti in presenza e un programma intenso dalle 9.30 alle 17.30.

27 e 29 Maggio | academy
L’academy è un’esperienza di 2 giornate immersive destinata solo a 70/80 persone che vogliono approfondire e mettere in pratica dal giorno dopo metodologie e strumenti per la la content creation.

ISCRIVITI SUBITO CON IL CODICE SCONTO FUFFADAGRAFICI

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Star Wars Super Graphic!

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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana ci sono tante informazioni, avvenimenti e dati che sono stati analizzati e distillati in grafici a torta, diagrammi e altre infinite infografiche.

Il guru del design grafico Tim Leong (direttore creativo di Entertainment Weekly) ha raccolto, catalogato e infodagrammizato (passatemi il termine vi prego .nda) tutta l’epopea di Star Wars in un modo completamente nuovo! Da un diagramma di Venn delle idiosincrasie di Yoda a un organigramma grafico dell’Impero con tutta la linea di comando fino ad arrivare al Grand Moff Tarkin, Star Wars Super Graphic getta una nuova luce sull’universo tanto adorato da migliaia di fan in tutto il mond  .. scusate, GALASSIA. . In parti uguali, giocosa e istruttiva, questa è una lettera d’amore visiva al vasto universo di Star Wars che incanterà e incuriosirà i fan di tutte le età e darà le giuste informazioni ai giovani Padawan li fuori!

Non posso che lasciarvi con le immagini di questo volume e il link per acquistarlo!(acquistando dal nostro link amazon ci darai una mano a sostenere le nostre attività)

🛒➜ Star wars super graphic 

 

Contrasto: come creare enfasi nel tuo progetto grafico

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Il contrasto è un’arma grafica molto potente, che ci consente di mettere in risalto un determinato elemento ed enfatizzarlo rispetto al contesto.
Bisogna imparare a gestirlo nel modo giusto, in modo da evitare errori di valutazione e squilibrare l’intero progetto.

Per aiutarti a trovare l’equilibrio migliore, oggi scopriamo insieme come sfruttare al meglio il contrasto, e quali sono le modalità più utilizzate.
Ricorda di partire sempre da un attenta analisi del layout, valutando in anticipo quali elementi vuoi enfatizzare tramite il contrasto e quali no. Così saprai subito su cosa concentrarti e risparmierai molto tempo.

Ora, in generale, è possibile compiere una prima divisione tra vari tipi di contrasto: contrasto di colore, di dimensioni e di nitidezza (o luminosità).

Contrasto di colore

Il contrasto tramite colore è uno dei più utilizzati. Semplicemente, si dà risalto ad un elemento sfruttando un colore che contrasta evidentemente con quello di tutti gli altri.
In questo modo, l’attenzione dell’utente è automaticamente catturata verso gli oggetti dal colore più accesso.

I colori caldi, nelle loro tonalità più intense (rosso, arancio, giallo), vengono spesso messi in contrasto con colori freddi come il grigio, in modo da catturare subito l’attenzione di chi guarda. Gli elementi “colorati” diventeranno il punto focale e saranno naturalmente enfatizzati.

Un altro sistema è quello di mettere in relazione colori totalmente opposti – es. bianco e nero – in modo da creare un contrasto deciso che è impossibile non notare.

Contrasto di dimensioni

Passiamo poi al contrasto di dimensione, che è forse il più semplice da realizzare. Quello che viene modificato, questa volta, non è il colore ma la dimensione dell’oggetto.

Per metterlo in risalto rispetto ad un altro si decide di ingrandirlo significativamente, dandogli risalto e facendogli occupare una posizione chiave all’interno della composizione grafica.

Contrasto di nitidezza o luminosità

Infine, arriviamo a definire il concetto di contrasto di nitidezza, anche conosciuto come contrasto di luminosità.
Per dare risalto ad un’immagine o ad un elemento grafico, possiamo creare un contrasto tra quest’ultimo e lo sfondo generale. Abbassando la luminosità dello sfondo, l’oggetto in primo piano risulterà subito più evidente.

Allo stesso modo, se sfochiamo gli elementi di background e teniamo nitido quello centrale, è chiaro che riusciremo facilmente a fargli guadagnare importanza.
Il focus visivo dell’utente sarà necessariamente concentrato sull’elemento più nitido, enfatizzandolo proprio come volevamo fin dall’inizio.

 

 il contrasto nella tipografia

Il contrasto dei font nella progettazione grafica consiste nell’accoppiare due caratteri diversi con una chiara differenziazione visiva per concentrare le informazioni principali sul carattere più noto, essendo la parte più importante del testo il titolo che sarà la prima cosa che lo spettatore leggerà seguito dal corpo del testo.

È importante sapere che i caratteri in grassetto o più decorati possono attirare l’attenzione dello spettatore più facilmente ma non hanno una buona leggibilità per lunghi pezzi di testo, ecco perché usarli solo per titoli o piccoli pezzi di testo su cui vuoi che si posi l’attenzione. D’altra parte per il corpo del testo, puoi usare caratteri meno decorati poiché il compito fondamentale per lunghi pezzi di testo è mantenere una buona leggibilità e rendere facile la lettura.

Un modo semplice di contrastare con la tipografia un testo è usare lo stesso carattere per l’intero disegno applicando pesi diversi a seconda dell’importanza delle parole, usando il grassetto per i punti focali e i pesi leggeri o regolari per il resto del corpo del testo.

I libri assolutamente da avere se sei un Graphic Designer

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Giorni fa ho pubblicato alcuni video (che trovate in fondo alla pagina) in cui mostravo i libri della mia libreria che sono assolutamente da avere se si vuole lavorare come graphic designer. In molti nei commenti mi hanno chiesto dove trovare la lista completa dei libri, e quindi eccola qui! Spero vi sia utile. Molti di questi libri sono stati già recensiti nella nostra Biblioteca grafica dove potete sbirciare alcune foto dei contenuti di ciascun libro.

Figure. Come funzionano le immagini dal Rinascimento a Instagram. Ediz. illustrata

Perché alcune immagini diventano famose e altre no, perché ci catturano, stupiscono, ipnotizzano: come funzionano? “Figure” ci accompagna nella bottega di pittori, fotografi, registi, da Raffaello a Stanley Kubrick, rivoluzionando il nostro modo di guardare. Spesso, davanti a un quadro, tendiamo a domandarci che cosa significhi, o quali fossero gli intenti del pittore, o come si collochi nell’epoca in cui è stato realizzato: ma così la storia dell’arte rischia di essere una spiegazione solo di storia, anziché di arte. Riccardo Falcinelli adotta un paradigma completamente diverso. Invece di cercare il “significato” delle immagini, entra nel loro ingranaggio, le tratta non come simboli da decifrare, bensì come meccanismi da smontare, ci spiega in che modo sono state progettate e costruite, e perché. “Figure” è un libro per chi vuole capire le immagini, ma anche per chi vuole inventarle.

Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo

Nella società delle immagini il colore informa, come nelle mappe. Seduce, come in pubblicità. Narra, come al cinema. Gerarchizza, come nelle previsioni del tempo. Organizza, come nell’infografica. Valorizza, come nei cosmetici. Distingue, come negli alimenti. Oppone, come nella segnaletica stradale. Si mostra, come nei campionari. Nasconde, come nelle tute mimetiche. Si ammira, come nelle opere d’arte. Infine, nell’esperienza di ciascuno, piace. Tutto questo accade grazie a qualche tecnologia. In primis quella dei mass media, che comunicano e amplificano le abitudini cromatiche.

Critica portatile al visual design

Dürer era un visual designer come Steve Jobs? Perché Eva Longoria, di Desperate Housewives, apprezza Photoshop come regalo di Natale? Scopo del catalogo Ikea è informare o incantare? Walter Benjamin ha sbagliato previsioni? E il visual designer è un pericoloso rivoluzionario, un puro esperto di grafica o un progettista di futuro? Mentre scrive la nuova guida a un mestiere che ha cinquecento anni alle spalle, e tutto il futuro davanti, Falcinelli mette ogni lettore di fronte ai due nodi fondamentali di oggi: la

consapevolezza e la responsabilità.

La caffettiera del masochista. Il design degli oggetti quotidiani 

Quanto spesso ci arrendiamo di fronte a oggetti che non siamo in grado di maneggiare? Non riuscire ad aprire le porte scorrevoli oppure premere senza alcun effetto il telecomando del televisore non significa affatto che siamo incapaci di usarli. La questione è più dannatamente complessa: siamo alle prese con oggetti mal progettati.
“La caffettiera del masochista”, che fin dalla sua prima uscita alla fine degli anni ottanta ha radicalmente cambiato l’idea e i principi del design, è ancora nella versione riveduta e ampliata del 2013, un testo importante.
Padre del “design antropocentrico”, Donald Norman ci svela inganni e paradossi del cattivo design e mostra cosa inneschi la nostra perversa interazione con tanti oggetti di uso quotidiano. Spiega al lettore che usare ascensori, cucine, computer, interruttori, scale, lavandini non è un semplice gesto materiale: nella nostra esperienza di utenti convergono aspetti tecnologici, processi cognitivi, comportamenti relazionali, connotazioni estetiche, sensazioni emotive.

Il canone Vignelli

Con questo manuale, il famoso designer italiano Massimo Vignelli, ci permette di entrare nel mondo del buon design secondo le regole e i criteri che ha sviluppato nell’arco della sua carriera. Vignelli utilizza numerosi esempi per trasmettere le applicazioni nella pratica, dalla progettazione del prodotto tramite sistemi di segnaletica e la progettazione grafica del corporate design. In questo modo lascia una traccia di fondamentale importanza, un manuale a disposizione dei giovani designer che per la chiarezza dell’esposizione e la traduzione visiva dei concetti (il libro è interamente disegnato da Vignelli e dal suo team) è destinato a diventare una bibbia del design contemporaneo.

Brand 111. Centoundici domande e risposte per sapere di più sulla brand e sul suo futuro

Dappertutto è Brand, la prima bibita che pensiamo è una Brand, una cioccolata spalmabile o un detersivo più bianco del bianco sono una Brand, lo sono la star di Hollywood e il dottore claudicante della fiction, la città di New York e Capri, Apple e IBM, Ernesto Che Guevara e Mao Tse-tung, Padre Pio e la Chiesa, Topolino e Superman, Emergency e la Nato, il Louvre e gli Uffizi, l’Italia e la Nuova Zelanda. Sembra che esista un nuovo paradigma del contemporaneo, una sorta di punto di vista per cui tutto appare riconducibile a un unico concetto interpretativo: la Brand. La domanda è: cos’è una Brand? Nel libro il lettore – studente o ex studente, designer o professionista della comunicazione – troverà un tentativo di risposta articolato su 111 domande nate ciascuna come conseguenza di quella che la precede, spunti di discussione intorno a un tema che tocca concretamente molti aspetti dei discorsi sociologici ed economici, incidendo nel contemporaneo e coinvolgendo innovazione, creatività e arte, passando attraverso la globalizzazione e la rete.

Don’t make me think. Un approccio di buon senso all’usabilità web e mobile

Steve torna a riesaminare sotto una nuova prospettiva i principi che hanno reso “Don’t Make Me Think” un classico, arricchendolo con esempi aggiornati e un nuovo capitolo sulla usabilità mobile. Ed è sempre un libro leggero, riccamente illustrato e, soprattutto, divertente da leggere. Se avete letto la precedente edizione, ritroverete cosa ha reso “Don’t Make Me Think” così importante per i web designer e gli sviluppatori di tutto il mondo.

Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale

Tra i grandi libri di Munari, questo è quello che forse maggiormente rende felici i lettori per la leggerezza incantata con cui li porta a scoprire che saper progettare non è dote esclusiva e innata di pochi. C’è in ognuno di noi una creatività che Munari in queste pagine aiuta a sviluppare e a mettere in luce. Bruno Munari (Milano, 1907-1998), pittore, designer e sperimentatore di nuove forme d’arte, ha segnato una svolta fondamentale nella storia del design in Italia e nel mondo.

Fantasia. Invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni

Fantasia, invenzione, creatività e immaginazione nelle comunicazioni visive. È possibile capire come funzionano queste facoltà umane? Che relazione hanno con l’intelligenza e la memoria? Munari spiega tutto ciò con argomenti chiari e moltissimi esempi visivi noti e ignoti. E anche come si stimola la creatività e come si può allenare la mente a essere più elastica e più pronta.

Logo

un manuale indispensabile per ogni designer: Con oltre 1.300 identità tipografiche internazionali, da circa 250 studi di design, logotype è una preziosa  risorsa a cui attingere per i progetti di branding e identità aziendale.

logotype è veramente internazionale e presenta i migliori designer di identità visive da tutto il mondo. I loghi sono tratti non solo dall’Europa occidentale e dal Nord America, ma anche dall’Australia, dal Sud Africa, dall’Estremo Oriente, da Israele, dall’Iran, dal Sud America e dall’Europa orientale. Le agenzie di design che hanno contribuito includono mostri sacri come Pentagram, Vignelli Associates, Chermayeff & Geismar, Wolff Olins, Landor, Total Identity e Ken Miki & Associates, oltre a dozzine di alri studi emergenti altamente creativi.

Logotype è un volume complementare importante ed essenziale insieme a Logo:(Michael Evamy) e Symbol(Steven Bateman e Angus Hyland);

Logotype: (Corporate Identity Book, Branding Reference for Designers and Design Students)

Symbol: The Reference Guide to Abstract and Figurative Trademarks

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Ruba come un artista. Impara a copiare idee per essere più creativo nel lavoro e nella vita

Guida alla creatività nell’era digitale, “Ruba come un artista” offre al lettore dieci principi per scoprire e valorizzare i propri talenti. L’autore sostiene che nessuna opera è originale, tutto deriva dalle opere altrui: occorre imparare a “rubare” dal lavoro degli altri e reinventare quello che gli altri hanno creato. L’importante è partire dagli interessi e dalle passioni personali: anche un hobby può diventare un lavoro retribuito. Kleon ci ricorda infine che la creatività fiorisce dalla “normalità”: bisogna cercare di essere gentili, non farsi nemici, non contrarre debiti, non trascurare la cura di sé e restare sempre con i piedi per terra mentre si coltiva la propria immaginazione e creatività.

Sei proprio il mio typo. La vita segreta delle font

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Logo Modernism

Non è solo la Bibbia per i grafici, ma anche il riferimento per chiunque voglia comprendere la storia, il marketing, il design e l’arte grafica della nostra società.la raccolta di tutti i marchi presenti all’interno è davvero completa ed impaginata e gestita con cura, inoltre vi sono anche diverse pagine che dimostrano l’impiego di diversi marchi su diversi tipi di suppoti, ad es. borse, bigliettnni da visita, ecc

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Bob Noorda. Una vita nel segno della grafica

Un libro di culto, dedicato all’indiscusso maestro della comunicazione visiva Bob Noorda, che passa in rassegna mezzo secolo di carriera in cui ha creato più di centosessanta marchi. In un lungo e appassionato dialogo con il graphic designer Francesco Dondina, Noorda ripercorre icone contemporanee che con il loro segno, dalla radicata impronta razionalista, hanno dato volto e identità all’industria e riconoscibilità ai nostri tragitti metropolitani. Una comunicazione senza tempo, quella di Noorda, come dimostra il fatto che molti dei loghi e dei progetti da lui disegnati sono sopravvissuti ai trend visivi degli ultimi decenni, rimanendo pressoché identici alle versioni originali: la segnaletica della metro di Milano e di New York, i loghi di Coop, Mondadori, Touring Club, Feltrinelli ne sono solo alcuni esempi. Dal libro emerge anche il forte rimpianto per un’Italia colta, aperta al nuovo, dove i dirigenti d’azienda erano Enrico Mattei e Adriano Olivetti; dove la cultura milanese era segnata dalla Pirelli di Gio Ponti e dalla Regione Lombardia di Piero Bassetti; dove architetti, designer e intellettuali si confrontavano tra loro e con il mondo, in una libera circolazione di pensiero e progettualità. La riflessione sul visual design non può eludere, secondo Bob Noorda, la necessità di riportare la cultura del progetto al centro del dibattito, dalle aule accademiche ai consigli di amministrazione, fino ad arrivare alle sedi della politica.

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Il libro del graphic design

Nessun tecnicismo, nessun gergo misterioso: Il libro del graphic design è un’introduzione chiara e accessibile agli elementi chiave dell’arte della grafica, utili per professionisti e non. 50 maestri di quest’arte fanno scoprire al lettore un caleidoscopio di tecniche e soluzioni grafiche: ognuno potrà “rubare” e reinterpretare queste ispirazioni per comunicare il proprio messaggio nel modo più efficace e creativo.

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Il manuale del graphic design. Progettazione e produzione

Il manuale del graphic design è il ponte tra la progettazione di un layout e la sua realizzazione, perché insegna allo studente di grafica e al futuro designer l’arte controllata di impostare un lavoro e verificarne la resa in tutte le sue fasi: dal progetto alla prestampa, dalla messa in macchina alla rilegatura, dalla gestione e correzione del colore alla manipolazione delle immagini, dai caratteri tipografici alla scelta della carta. Molti principi generali valgono anche per il digitale e, quando non è così, ne vengono esplorate le differenze: resa dei colori non solo su carta ma anche su schermo, scelte tipografiche specifiche per il web. In questa seconda edizione ogni capitolo si conclude con un caso di studio che presenta in concreto il lavoro di noti designer internazionali.

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Il libro del layout. Storia, principi, applicazioni

Perché preferiamo un layout rispetto a un altro? Perché un certo elemento tipografico si inserisce meglio in una pagina? Quando parliamo di layout pensiamo agli elementi di base del graphic design – oggetti, immagini e tipografia – che il designer dispone in uno spazio dato. Ambrose e Harris ne mostrano i principi fondamentali, nati in epoche antiche e riscoperti nel Rinascimento, e il contesto in cui tali principi sono stati formulati. Si concentrano su casi, come la scelta del formato di una pagina o la creazione di un equilibrio armonioso, per evidenziare come un buon layout possa portare chiarezza nella complessità di un progetto. Usano esempi tratti dalla vita quotidiana e applicazioni nel campo della grafica commerciale per educare gli studenti a trovare fonti di ispirazione guardando oltre ciò che è più familiare. Questa seconda edizione si distingue per due capitoli interamente nuovi:
nel Capitolo 5 le interviste rivolte a singoli designer o a studi di design mettono in luce alcuni aspetti del layout esemplificati con loro progetti;
nel Capitolo 6 gli esercizi, tratti dall’esperienza pratica dei docenti e illustrati con lavori di studenti, possono essere svolti sotto la guida di un insegnante oppure in autonomia.

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Il Ritmo: come modificare la percezione visiva

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Il concetto di ritmo, nel design, viene spesso tradotto come “ripetizione”.
In effetti, non è altro che la replica, la ripetizione di più elementi grafici all’interno di un determinato schema.

Il ritmo si adopera per tranquillizzare l’utente, trasportarlo in una realtà calma, dove l’equilibrio della ripetizione regna sovrano.
E’ chiaro che esistono vari tipi di ritmo, a secondo dell’effetto visivo che si vuole andare a creare. Più si gioca con gli elementi e le ripetizioni, più si aumenta l’impatto.

Nello specifico, distinguiamo tre tipologie diverse di ritmo: regolare, progressivo e fluido. Vediamole nel dettaglio per capire meglio.

Ritmo regolare

Il ritmo regolare è il più utilizzato in assoluto, oltre che il più semplice da ricreare. In questo caso, gli elementi grafici vengono ripetuti in modo preciso ed ordinato, seguendo specifiche regole.

Tutti hanno la stessa forma, lo stesso colore, lo stesso font se si stratta di scritte, la stessa gradazione se si parla di immagini.
Quello che si viene a creare è anche detto pattern, cioè la ripetizione successiva e regolare di un’immagine all’interno di uno schema fisso.

Dall’utilizzo del ritmo regolare si ottengono progetti ordinati, puliti dal punto di vista grafico e dall’interessante impatto estetico.

Ritmo progressivo

Il ritmo progressivo è in realtà molto simile a quello regolare. Vengono sempre ripetuti i vari elementi grafici, in modo continuo e ordinato. La forma resta invariata ma, al contrario, si cambia il colore e la dimensione.

A questo punto, il ritmo diventa subito più dinamico e meno monotono. Si riesce quasi a percepire il movimento, il passaggio progressivo da una dimensione all’altra.
Lasciando intatta la forma si riesce a giocare sull’impatto emotivo dell’immagine, che è generato soprattutto dal colore. Forme uguali proposte in colori diversi possono generare reazioni completamente differenti.

Ritmo fluido

Il ritmo fluido è l’ultimo della lista ed è in assoluto quello più caotico e divertente.

Parliamo sempre di una ripetizione, della replica consapevole degli elementi grafici all’interno dello stesso layout. Tuttavia, questa volta viene lasciata libera possibilità di scelta.
L’elemento viene replicato in modo irregolare, senza rispettare nulla, così da regalare alla pagina un aspetto colorato, divertente ed a tratti giocoso.

Il grafico recupera il proprio potere e prova a far divertire l’utente, dando dinamicità alla pagina senza però rinunciare all’equilibrio delle forme.

 

L’Equilibrio: come gestire gli elementi in un progetto grafico

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Nella progettazione grafica il concetto di equilibrio assume un’importanza chiave. Quanto più equilibrato è il progetto che abbiamo realizzato, tanto più facile sarà riuscire a trasmettere un’informazione all’osservatore.

L’equilibrio diventa fondamentale per consentire a chi guarda il nostro layout – sia esso un volantino o un interattiva pagina web – di tradurre il messaggio che avevamo intenzione di comunicare tramite la grafica.

Ma cos’è davvero l’equilibrio grafico? Come lo si raggiunge?

Per rispondere è necessario rispolverare un altro concetto, ovvero quello del bilanciamento; bisogna imparare a bilanciare gli elementi presenti all’interno dello schema grafico.
Ogni elemento ha la propria importanza e deve occupare un determinato spazio, in modo da allinearsi con tutti gli altri e trarre il miglior risultato possibile.

In base a come decidiamo di organizzare gli elementi possiamo parlare di equilibrio simmetrico e equilibrio asimmetrico.

Equilibrio Simmetrico

Per capire se l’equilibrio di un layout grafico è simmetrico basta compiere una semplice azione. Dividi la composizione in due parti, se queste risultano essere l’una l’immagine speculare dell’altra, allora sei difronte ad un progetto che rientra nei canoni dell’equilibrio simmetrico.

La pagina diventa uno specchio, che riflette adoperando l’asse centrale. Ciò che è presente a destra, sarà presente allo stesso modo anche a sinistra, in un equilibrio perfetto e continuo.
L’efficacia visiva della simmetria è abbastanza evidente, e viene sfruttata in tantissimi siti web moderni.

Va poi aggiunto che il concetto di equilibrio simmetrico può anche essere adoperato sul piano verticale.
Non è insolito sentir parlare di equilibrio verticale, dove il bilanciamento avviene tra gli elementi posti in alto alla pagina e quelli posti in basso.

Infine, le ultime introduzioni nel mondo del graphic design hanno visto la nascita dell’equilibrio radiale, dove ciascun elemento è disposto alla stessa distanza dal centro ma in punti diversi della pagina.
E’ come se si creasse una stella, i cui raggi colpiscono i vari punti del layout.

Equilibrio Asimmetrico

 

L’equilibrio asimmetrico è meno matematico e più estetico, e si basa sulla percezione delle forme e l’uso intelligente del colore.
Parliamo dell’unione di elementi che, nonostante le loro differenze (forme diverse, dimensioni diverse, colori diversi) riescono comunque a bilanciarsi.

L’esempio più banale, sfruttato per spiegare il concetto di equilibrio asimmetrico è quello della “bilancia delle forme”.
Immagina di posizionare a destra della tua pagina un elemento abbastanza grande. Ora, per bilanciarlo in modo asimmetrico puoi posizionare sul lato sinistro una serie di elementi più piccoli che, messi insieme, equivalgono per peso ed importanza all’elemento più grande.

 

Questo tipo di equilibrio si usa molto nel Web Design, dove spesso un’immagine viene equilibrata da un blocco di testo.