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venerdì, Aprile 19, 2024
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Storia del carattere (pt.1) – Helvetica

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La font Helvetica è celebrato in parecchi libri che ne raccontano la storia, persino il MOMA di New York e ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo.

Helvetica è un sans serif gotico, figlio di primo letto dall’Akzidenz di Berthold (1898) ed è terribilmente utilizzato dai progettisti,  imprese indipendenti e grandi società di tutto il mondo.

La fonderia tipografica Haas incaricò il signor Miedinger, un impiegato freelance, di pensare ad un set di caratteri sans serif (senza grazie) per una nuova linea tipografica. Il set prese il nome di Neue Haas Grotesk e fu cambiato in Helvetica (derivato da Helvetia, Svizzera in latino), quando la tedesca Linotype introdusse sul mercato la serie completa, nel ’61. L’esplosione fu planetaria: introdotto negli anni della rivoluzione del lettering, fu scelto dalle grandi agenzie pubblicitarie ansiose di sfoggiarlo con i loro migliori clienti; fu così che in poco tempo l’Helvetica iniziò a comparire nei corporate brand, nella segnaletica, nelle stampe d’arte, nelle clip video ed in altri innumerevoli campi della comunicazione visiva. Tecnicamente Helvetica è un carattere con molte particolarità: Helvetica ha tanto spazio negativo (il bianco) che circonda le lettere quanto quello delle linee che compongono i caratteri. Lo spazio negativo contenute all’interno della “a” minuscola assomiglia molto a una lacrima. I caratteri Helvetica si sviluppano sempre in verticale o orizzontale, ma mai in diagonale.

 

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